Recensioni – Il grande Gatsby


Locandina del film "Il Grande Gatsby"Il Grande Gatsby

di Baz Luhrmann, di Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher

New York, 1922.  Nulla o quasi si sa di Jay Gatsby (Leonardo DiCaprio) , giovane miliardario che ogni weekend organizza nella sua villa a Long Island feste sfrenate a cui partecipa tutto il bel mondo della città.  Il mistero di Gastby affascina anche il suo giovane  e squattrinato vicino di casa, Nick  Carraway (Tobey Maguire): quando riceve un invito esclusivo per una delle feste di Gatsby, Nick non può immaginare che verrà coinvolto in una girandola di intrighi ed amori proibiti, fino a diventare il custode dei segreti di Gatsby…

La prima osservazione che occorre fare su questo film, è la firma che porta: lo stile sontuoso, tutto centrato sulle meraviglie della visione di Baz Luhrman forse ha poco a che vedere con la scrittura di Francis Scott Fitzgerald. E tuttavia Lurhman al cinema funziona : Il Grande Gatsby riesce a rendere magnificamente lo sfarzo e gli eccessi di un’epoca ruggente, animata da feroci contraddizioni.

Leonardo di Caprio sembra ormai essersi specializzato nei ruoli di personaggi fuori dalle righe, animati da sogni  troppo grandi, la cui tragedia sta proprio nel voler osare oltre ciò che è consentito. Tobey Maguire, dal canto suo,  ha sempre avuto il viso ed i modi giusti per interpretare un giovanotto che poco conosce della vita: la coppia funziona, e funzionano anche gli altri personaggi, compresa l’incantevole maschera di Daisy, confusa fanciulla e grande amore di Gatsby.

Eppure Il Grande Gatsby non convince fino in fondo, come del resto molte grandi trasposizioni hollywoodiane di grandi romanzi. Forse, prima di portare la letteratura sul grande schermo, bisognerebbe capirla fino in fondo. Perchè al Gatsby di Lurhman manca quella profondità che distingue Fitzgerald dalla superficialità di un romanzo mondano: la rappresentazione, cupa e sentita, della vuota spensieratezza dell’alta società newyorkese. Non che Lurhman non ci provi: ma il suo stile sfarzoso  sfocia nella ridondanza senza essere efficace. L’eco di Moulin Rouge (2001) fa il resto.

Piacevole la colonna sonora: scelta originale, quella di sostituire il Jazz con r’n’b moderno: qualcuno storcerà il naso, ma se il genere non si adatta a Fitzgerald, di sicuro è in linea con l’atmosfera del film.

Luci ed ombre, quindi: ma comunque vale la pena di vederlo. Se possibile, evitate il 3D:  le tre dimensioni non aggiungono nulla all’opera di Luhrmann, anzi, a tratti ne sviliscono le magie in pura spettacolarità.

2 Comments

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  1. Fabio Pirola

    Volevo aggiungere che a mio parere la visione del film in 2D penalizza molto lo spettatore… più di una volta le immagini sono sfuocate e, peggio ancora, gli interventi di regia tesi a giustificare una (a mio parere inutile) versione 3D sembrano piuttosto puerili (vedi le scritte nel cielo). Comunque sono d’accordo sugli attori, perfetti.

    • Lucia Pugliese

      Il fatto è che la politica è quella di riempire le sale 3D.. Però allora, sarebbe il caso di produrre film in cui il 3d sia giustificato: che ragione ci fosse di adattare Fitzgerald in tre dimensioni non si è capito. E credo che per questo, non dovremmo riempire le sale 3D: sono sempre i biglietti che acquistiamo che orientano le scelte delle major.

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