Da anni, almeno per quanto mi riguarda, l’aspetto più temuto del Natale non sono le riunioni parentali o i regali kitsch e totalmente inappropriati, bensì l’arrivo nelle sale di una carica di caldi e fragranti cinepanettoni. Tutti da vedere, tutti da ridere, tutti da gustare. Il termine “cinepanettone” è davvero emblematico, in sé, della funzione svolta da questi film, e il fatto che ormai siano gli stessi attori e produttori a chiamarli così è tanto divertente quanto preoccupante. Film da subire passivamente dopo il cenone natalizio, per digerire con una grassa e pacchiana risata tutto il cibo e lo spumante trangugiati nel corso dei bagordi natalizi.

Io non so se quest’anno uscirà l’ennesimo, nuovo ma profondamente ripetitivo cinepanettone, non so nemmeno se ce ne saranno più di uno, dei soliti piccoli, piccolissimi (dal punto di vista dello spessore artistico-culturale) registi italiani. Non mi sono informato più di tanto, non ho ricercato notizie proprio per fare di questo post uno sfogo puro e non condizionato, un appello, non so neanch’io rivolto a chi. Io resto fiducioso, continuando (stupidamente?) a sperare che la gente italiana, seppur soffocata dalla crisi economica e dalla depressione, la smetta di trovare interessanti questi film, la smetta di recarsi acriticamente nelle sale solo perché “c’è il nuovo film di natale con De Sica”.

E, soprattutto, spero che prima o poi si smetta di giustificare la visione di questi film con l’argomento che “la gente ha bisogno di ridere, di non pensare a tutte le brutte cose che succedono nel mondo”. Magari la “gente” iniziasse a pensare un pò di più, a chiedersi cosa può dare loro un certo film o un certo prodotto culturale piuttosto che un altro. Allora, forse ci sarebbe meno bisogno di ridere, e ci si incazzerebbe di più.

Appello (disilluso) contro il ritorno dei cinepanettoni by Fabio Pirola is licensed under a Creative Commons Attribuzione – Non commerciale 3.0 Unported License.