Recensioni – Albert Nobbs


Albert Nobbs. Un film di Rodrigo Garcia, con Glenn Close, Janet Mcteer, Mia Wasicowksa, Aaron Johnson, Pauline Collins, Jonathan Rhys- Meyers.

Immagine della locandina del film Albert Nobbs

Albert Nobbs (Glenn Close) è una donna. Nessuno, nell’Irlanda settecentesca, ne è consapevole: per tutti è un perfetto cameriere d’albergo, tanto preciso nel suo lavoro quanto impacciato nella vita privata. Albert parla poco, terrorizzato dal fatto che qualcuno possa scoprire il suo segreto, ma coltiva un sogno: aprire un piccolo negozio e sposarsi. Quando sarà costretto a condividere la stanza con un pittore chiamato a imbiancare gli interni dell’albergo in cui lavora, Nobbs cede al panico. Tuttavia, se da un lato quest’evento mette a rischio la copertura di Albert, dall’altro sembra avvicinarlo alla realizzazione dei suoi desideri: l’amore prende allora le forme e gli occhi dolci di una giovane cameriera (Mia Wasicowska), ma il cuore di lei è già impegnato.

La storia di Albert Nobbs ha una sola definizione: particolare. Il regista tratta con delicatezza  il profondo dramma di una donna che diventa uomo a seguito di una vita difficile: Albert è una creatura repressa nell’esteriorità come nell’interiorità, la cui maschera abbraccia non solo l’aspetto, ma anche i sentimenti più intimi. A seguito della sua scelta Albert non può avere amici, ma non può neanche sposarsi: se oggi è difficile per una donna amare un’altra donna, era quasi impossibile in un’epoca così remota. E l’amore saffico di Albert è complicato dalla negazione della femminilità (e di conseguenza, dell’identità) a cui la protagonista stessa si sottopone.

Glenn Close è magistrale nell’interpretazione di Albert, e ne regala ogni più piccola, commovente sfumatura. D’altronde è stata proprio l’attrice americana a voler portare a tutti i costi la storia di Nobbs al cinema, dopo averla interpretata in teatro: rende così un ulteriore omaggio al racconto di George Moore,The Singular Life of Albert Nobbs. Così, non si esce dal cinema senza avere nel cuore gli occhi sognanti di Albert, la sua timidezza, la sua incredibile sofferenza. Lo sguardo di Albert è smarrito in un mondo di convenzioni meschine, una terra desolata per le strade irlandesi, dove nessuno sembra davvero capace di amare con devozione. Gli stessi sentimenti di Albert sembrano quasi più un’ossessione che vero amore, eppure rimangono fra i più sinceri dell’intera storia.

C’è da complimentarsi con il cast e gli attori per averci regalato questo piccolo capolavoro: un film dolce e amaro allo stesso tempo, un racconto gentile, pervaso da una delicatezza fuori dal comune. Non era affatto facile riuscire in un tema che all’apparenza è solo bizzarro, ma che  in verità accoglie in sé molte problematiche legate all’identità e all’amore, oltre che alla sessualità.  Da vedere e, speriamo, da premiare con qualche oscar.

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