L’impatto ambientale del packaging – 7 consigli per ridurre il consumo di imballaggi


L’impatto ambientale del packaging – 7 consigli per ridurre il consumo di imballaggi è scritto in collaborazione con Alessandra Modica e Laura Panini

 

Quattro rifiuti su cinque tra quelli prodotti da una persona sono imballaggi: basta questo dato per avere la dimensione dell’emergenza legata all’impatto ambientale del packaging.

Proprio per questo, completati gli approfondimenti sulla produzione alimentare, la rubrica Sosteniamoci prosegue con l’analisi di problemi, alternative e possibili soluzioni per ridurre il consumo di imballaggi.

L’impatto ambientale di packaging e imballaggi

La produzione di rifiuti da imballaggio, spiega Conai nel suo report annuale, si mantiene su livelli elevati nonostante la riduzione dei consumi causata dalla pandemia. Nel 2020, infatti, in Italia ne abbiamo prodotti 13,1 milioni di tonnellate, pari a circa un terzo dei rifiuti urbani complessivi.

Da un lato, fanno ben sperare i dati in continuo aumento del riciclo, che per questa particolare categoria di rifiuti ammonta al 73%. Dall’altro, però, rimane irrisolto soprattutto un problema: quello della plastica.

La produzione di plastica in Europa

Come rivela una recente inchiesta di Openpolis, in Europa i rifiuti derivanti da imballaggi in plastica sono aumentati di 2 milioni di tonnellate tra il 2008 e il 2018. Fino a raggiungere la quota del 40% sul totale dei rifiuti plastici prodotti nel Vecchio continente.

Consumo della plastica in Europa: ecco cosa si intende quando si parla di impatto ambientale del packaging

Consumo della plastica in Europa (Credits Openpolis)

Dati come questi non potevano non attirare l’attenzione dell’Unione europea, che ha posto ai Paesi membri un duplice obiettivo da realizzare entro il 2030: ridurre del 55% la produzione degli imballaggi in plastica e far sì che quelli immessi sul mercato siano riutilizzabili o riciclabili.

Con una precisazione: la prima disposizione è obbligatoria per gli Stati, essendo inserita tra gli obiettivi europei contro la lotta al cambiamento climatico. La seconda, invece, fa parte della Strategia sulla plastica in un’economia circolare, documento di indirizzo politico non vincolante.

Un mondo di plastica

A livello mondiale, la produzione di plastica è aumentata di 200 volte tra il 1950 e il 2015, anno in cui ha raggiunto quota 381 milioni di tonnellate. Il 42% della produzione è destinato al packaging, con una vita media di sei mesi contro i 35 anni della plastica impiegata nel settore delle costruzioni.

Metà dei rifiuti plastici del mondo deriva da packaging e imballaggi. Un dato eclatante, che appare ancora più grave alla luce del fatto che anche i rifiuti marini sono costituiti per il 50% del totale da oggetti in plastica monouso.

Un'immagine simbolo dell'impatto ambientale del packaging

Rifiuti da packaging (Credits Nick Fewings, Unsplash)

Per trovare un tipico esempio di come vengano prodotti questi rifiuti basta pensare alle bottiglie di plastica. Nonostante un aumento costante negli ultimi anni, infatti, solo il 47,3% degli italiani dichiara di bere sempre o quasi sempre l’acqua potabile del rubinetto, in casa e fuori casa.

Packaging e imballaggi – Le alternative alla plastica

Se la principale causa dell’impatto ambientale di packaging e imballaggi è legato alla plastica, è logico chiedersi quali siano le alternative a questo materiale. Ce ne sono diverse, dalle meno efficaci alle più interessanti in prospettiva futura.

La carta è sicuramente un’opzione preferibile, non priva tuttavia di conseguenze per l’ambiente. Sostituire gli imballaggi in plastica con quelli in carta, infatti, comporterebbe un impatto devastante sulle foreste, oggi più che mai fondamentali nella lotta al cambiamento climatico.

Packaging in cartone: inevitatabile mostrarlo se si parla di impatto ambientale del packaging

Packaging in cartone (Credits Marcell Viragh, Unsplash)

Esistono anche plastiche più sostenibili rispetto a quella tradizionale. Le bioplastiche, ad esempio, sono biodegradabili, ma solo a determinate condizioni o in specifici impianti industriali – purtroppo piuttosto rari – e sono comunque prodotte da fonti fossili.

Le plastiche riciclabili al 100%, invece, sono un punto di partenza interessante nell’ottica di un’economia sempre più circolare. Ma non va dimenticato che, con i numeri dei consumi in continuo aumento, i sistemi di riciclo non saranno mai in grado di recuperare tutti i rifiuti prodotti.

Meritano infine una citazione i progressi tecnologici che potrebbero portare a ridurre in futuro l’impatto del packaging, specie per i prodotti alimentari. Se n’è parlato di recente nel ciclo di incontri Il futuro del packaging, organizzato dal Tecnopolo di Rimini.

Produrre e consumare meno packaging

Come fare, quindi, per ridurre l’impatto ambientale del packaging nel presente? Semplice: produrre meno rifiuti. Come sanno i nostri lettori abituali, infatti, la riduzione dei consumi è il modo principale – se non l’unico, in certi casi – per seguire la strada della sostenibilità.

A livello di sistema produttivo è necessario lavorare per eliminare la plastica non essenziale, a partire dai piccoli oggetti di uso quotidiano – bottiglie, stoviglie usa e getta, bicchierini da caffè, eccetera – spesso esclusi dai sistemi di riciclo.

Altri settori che dovrebbe sperimentare soluzioni sostenibili e riutilizzabili sono l’industria dei beni di consumo e la logistica, che fanno largo uso di imballaggi.

In generale, poi, plastiche compostabili o riciclabili al 100% dovrebbero sostituire quelle tradizionali nelle situazioni in cui non se ne può fare a meno.

7 consigli per ridurre l’impatto ambientale del packaging

Cosa possiamo fare noi, nella vita di tutti i giorni, per utilizzare meno imballaggi? Ecco i nostri sette consigli per fare la propria parte nella riduzione dell’impatto sull’ambiente derivante del consumo di packaging.

1. Ridurre al minimo il ricorso a prodotti usa e getta
2. Scegliere packaging più sostenibili della plastica
3. Riutilizzare contenitori di vetro, plastica e carta
4. Preferire i prodotti sfusi, dagli alimenti ai detersivi
5. Prediligere confezioni più grandi, che in proporzione hanno meno imballaggio
6. Cercare prodotti senza imballaggio, anche per l’igiene personale
7. Sperimentare l’autoproduzione di alimenti, detersivi, prodotti per l’igiene personale

Packaging usa e getta

Packaging usa e getta (Credits Agenlaku, Unsplash)

Anche se siamo in piena estate, Sosteniamoci non va in vacanza.

Continuate a seguirci nelle prossime settimane per approfondire insieme nuovi aspetti legati al mondo della sostenibilità, che certamente non mancheranno di sorprendervi. A presto!

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