GP Canada F1 2019: Vettel penalizzato, vince Hamilton. Le polemiche imperversano


Nel Gp di Canada 2019, sul circuito dedicato a Gilles Villeneuve, è andato in scena uno spettacolo raccapricciante per l’intera F1: uno può essere tifoso di Vettel/Ferrari ed Hamilton/Mercedes, ma ciò che è accaduto rischia di affossare definitivamente questo sport. Procediamo con ordine, lasciando da parte l’amarezza per la scena ridicola a cui ogni tifoso di F1 ha assistito ieri sera.

In qualifica Vettel sfodera una prestazione “monstre” e riesce a battere Hamilton, guadagnandosi la 56esima pole in carriera. La sua Ferrari, tuttavia, non è assolutamente la vettura migliore, pertanto, per la gara, è lecito attendersi una lotta serrata con la Mercedes del pentacampione del mondo.

Alla partenza, Vettel mantiene la testa della corsa davanti ad Hamilton e al compagno di squadra Leclerc, ma l’inglese lo segue come un mastino, ad 1 secondo e mezzo di distanza. Si capisce che la corsa verrà decisa dalla strategia e dal cambio gomme, anche perché la Ferrari di Vettel non riesce ad andarsene, difendendosi da Hamilton grazie ad un’ottima velocità di punta in rettilineo (cosa che impedisce ad Hamilton di superarlo, soprattutto senza il DRS).

Ad una ventina di giri dalla fine, accade il patatrac: Vettel compie un errore di guida, arrivando lungo a curva 3, mette quattro gomme sull’erba e rientra in pista proprio mentre sopraggiunge Hamilton. Chiaramente, l’inglese cerca di superare Vettel mettendosi tra la Ferrari ed il muretto, ma non c’è spazio ed è costretto ad alzare il piede e ad accodarsi. Negli ultimi giri, Hamilton forza il ritmo per tentare un sorpasso, ma si ripete il leit motiv dell’intera gara, con Vettel che riesce ad allungare quel tanto che basta per non essere superato con la scia ed il DRS.

Poi, la doccia fredda: i commissari penalizzano di cinque secondi Vettel per “aver spinto un avversario fuori dal tracciato” (o forse per un inesistente “rientro in pista insicuro”, la motivazione non è ancora chiara), ma ormai è troppo tardi (ed impossibile visto il ritmo superiore di Hamilton nel tratto guidato del circuito) per sperare di accumulare un distacco sufficiente per mantenere il primo posto fino al traguardo.

Vettel taglia il traguardo, ma in virtù della penalità perde la vittoria a favore dell’inglese. Terzo Leclerc sull’altra Ferrari. Vettel ovviamente è furioso, sentendosi derubato di una vittoria meritata, pensa anche di non presentarsi sul podio, ma poi cambia idea ed, alla fine, sostituisce il cartello con la scritta “1” davanti alla vettura di Hamilton, mettendogli il “2”.

A perdere è stata l’intera Formula 1. Questo è il risultato di regolamenti assurdi, complessi, “cervellotici”, pantomime per cercare di far tornare un passato che non può tornare.

Vettel è perso, definitivamente: ha commesso l’ennesimo errore di guida. Punto. Non è riuscito a reggere la pressione di Hamilton ed è comunque incappato in una situazione che lo ha portato a prendere una penalità.

Hamilton ha perso l’occasione per essere un Pilota con la P maiuscola: prima scende dall’auto come se avesse battuto una Ferrari a bordo di un trattore (ansimando, sudato, stanco) e festeggia la vittoria con i propri meccanici, apprezzando l’operato dei giudici che hanno inflitto la penalità a Vettel, poi sul podio, dopo aver sentito gli applausi per il gesto del Ferrarista, cerca di invitare Vettel sul gradino più alto del podio. Coerenza per favore, non scene per avere Like sui social.

Patetico, assurdo, disgustoso lo spettacolo di questa Formula 1. Va bene applicare il regolamento, ma in una situazione del genere non è minimamente dimostrabile che Vettel abbia intenzionalmente ostacolato Hamilton: è rientrato in pista dopo un’escursione sull’erba, il circuito è pieno di muri e la pista è stretta, l’auto era comunque da controllare e un pilota non è propenso a lasciar passare il pilota dietro, soprattutto se lotta per la vittoria. Sarebbe stato più sensato e lungimirante attendere i piloti alla fine della gara, sentire le loro ragioni ed eventualmente comminare una penalità. Anche perché casi simili, in passato, ce ne sono stati diversi (peraltro a parti invertite, con Hamilton protagonista, come a Monaco 2016 ai danni di Ricciardo) e non erano stati presi provvedimenti.

Basta decisioni della commissione gara che “ammazzano” il campionato. Mercedes ed Hamilton sono già forti e dominanti: andando di questo passo, ad agosto Hamilton ha già vinto. Inoltre, decisioni del genere delegittimano e diminuiscono il peso stesso delle vittorie di Hamilton e Mercedes, protagonisti di un dominio incontrastato. Nemmeno Schumacher e la Ferrari godevano di un simile trattamento (basti pensare ai regolamenti assurdi concepiti da Mosley dal 2007 in avanti).

Basta buonismi se qualcuno stringe o si difende per una posizione: un conto è mettere in serio pericolo la vita di un avversario, un altro è intimidirlo per farlo desistere. E’ allucinante vedere questo “spettacolo”: i tifosi se ne vanno, gli appassionati disertano gli autodromi e disdicono gli abbonamenti.

Pensare che questo scempio si è compiuto sulla pista dedicata a Gilles Villeneuve, quel Villeneuve, l’autore assieme ad Arnoux della lotta di Digione 1978, fa ancora più male.

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