Coma_Cose – Hype Aura (2019 Asian Fake)


 

 

VOTO: 4/5

 

Per affrontare l’Hype  bisogna avere una tattica

 

 

Il duo milanese Coma_Cose nato nel 2016 dall’incontro di Fausto Zanardelli (aka Fausta Lama) e Francesca Mesiano (aka California), dopo un’infilata di singoli apparsi praticamente dal nulla e dai titoli monolitici come “Cannibalismo”, “Golgota”, “Deserto”, “Jugoslavia”, un EP dal titolo “Inverno Ticinese” (uscito per Asian Fake nell’ottobre 2017) e altri due singoli a riconfermare l’estrema fluidità radiofonica (la potente “Post Concerto” e la più morbida “Nudo Integrale”), si sono aperti lo spazio per uno degli “esordi” in LP più attesi dell’anno nella scena italiana.

Ed esce pertanto, sempre per Asian Fake, il disco di debutto dal titolo “Hype Aura”, anticipato dai singoli “VIA GOLA” e “GRANATA”, già in rotazione nelle radio, a confermare l’estrema attenzione su questo duo che sino a 3 anni fa  nemmeno esisteva.

Testi escatologici, densi di giochi di parole e di citazioni, musicalmente trasversali alle scene hip hop, al cantautorato, al punk, al pop e (perché no?) alla TRAP, i Coma_Cose esordiscono con una sequenza di brani che mischiano il serio con il faceto, la cultura urbana della Milano dei centri sociali alla reminiscenza cantautoriale degli anni ’70 (ascoltare la pseudo-cover “Anima Lattina” che gioca con i riferimenti del (quasi)omonimo album di Lucio Battisti, dove un “T” fa davvero la differenza).

Il suono è contemporaneo, strizza l’occhio a molto panorama Hip hop e Trap, gioca in maniera sistematica con una miriade di cliché del genere, ma lasciando trasparire non poche influenze della scena italiana degli anni ’90, dalle varie Posse ai Prozac+, dai Subsonica a Frankie Hi-Nrg, ecc.; ma è forse questa una delle chiavi dell’evidente successo che sta riscuotendo il duo milanese.

Anzi, forse è per questo che piace anche a me, che vedo avvicinarsi la soglia dei 40… che è poi la stessa di Fausto Lama… e allora capisco: dietro alla confezione estremamente contemporanea è il substrato di riferimenti musicali che vengono fuori nei modi più disparati a creare una sorta di meta-comunicazione con chi quegli stessi riferimenti musicali li ha vissuti.

La stessa cosa avviene nei testi, ove trapela una “valigia degli attrezzi” ben diversa dalle realtà dei ventenni o poco più che stanno invadendo il mercato musicale.

Ma veniamo al nuovo “Hype Aura”: perché è proprio di Hype che si parla, perché i Coma_Cose si svegliano dal sogno e si trovano catapultati in un contesto Hype, sono attesi, desiderati…

Quasi a esorcizzare la tensione dell’attesa, il disco inizia con “GRANATA”, un’esplosione di nome e di fatto: brano ultra radiofonico con testo programmatico (“sto cercando un posto tutto mio, è solamente ciò che voglio”); quasi un preludio all’album ma anche una presentazione agli sconosciuti. Fiati sintetici che ricordano alcuni lavori recenti di David Byrne, cassa “boom-cha”: a Francesca/California sono affidate le melodie, mentre Fausto Lama si prende la parte da MC, per riunirsi in un ritornello chewingum, sempre più marchio di fabbrica del duo.

L’atmosfera è come sempre quasi giocosa e il pezzo fa quello che deve fare: entra in testa in un solo ascolto. I nostri non si vergognano del taglio ormai smaccatamente pop dei loro brani, perché mantengono fortemente le radici in quello a cui attingono, pur non entrandoci mai del tutto.

I ponti sono fatti per buttarsi

Mica per metterci i lucchetti

Un synth sbilenco introduce la ballata “MANCARSI”, dove Francesca si mostra a sua agio con il cantato più morbido fino a essere sostituita dal flow di Fausto che si prodiga in una rappata rilassata, che lascia ovviamente posto al più soffice dei ritornelli.

La strada è solo una riga di matita
Che trucca gli occhi alla pianura
Percorrerla tutta per andare lontano
E fammi fare i soldi come i rapper che poi dividiamo

BEACH BOYS DISTORTI” è uno dei brani migliori dell’album, un rap-pop vagamente anni ’80 (mi ha ricordato istintivamente gli Everything But The Girl) dai toni chiaro-scuri, pregno di una nostalgia agrodolce che spesso fa capolino nelle tracce, che vira improvvisamente in una deriva acida con immancabile campionamento di un coro della band di Brian Wilson.

VIA GOLA” invece, primo singolo dell’album, è un mix di sonorità da Dream-Pop alternate al RAP di Francesca e Fausto che porta dritto dritto al solito ritornello aperto e un po’ malinconico:

Cosa abbiamo preso non so
In questa notte lunatica
Per affrontare la rabbia
Bisogna avere una tattica

Con Milano sempre sullo sfondo, dettagli semplici e riferimenti complessi si mescolano in modo impeccabile, ricordi, nostalgia e presente si fondono, trasmettendo costantemente una sottile sensazione di inadeguatezza.

Sorprende la beatlesiana A LAMETTA”, con tanto di piano elettrico in stile Strawberry Fields Forever, mentre “S. SEBASTIANO” è una valanga di autocitazioni dei già menzionati singoli precedenti, un cut-up che accompagna il testo più intimo del disco.

La successiva “MARIACHIDI” si muove su un tappeto che richiama vagamente due antipodi come Tricky e  la East Coast, ma non prima di essere introdotta da un organetto che sembra uscito da Strange Days dei Doors, mentre affiorano in un curioso mix stilistico delle chitarre lontanamente tex-mex.

Ed ecco ancora una volta, nella quasi conclusiva “SQUALI”, emergere, questa volta con prepotenza, le radici cantautoriali del duo, con una chitarra a sostenere il brano e alcune sottili citazioni (“…Perché lo stomaco è sottoterra, proprio come il velluto (shiny shiny)”); qui la voce di Francesca si rivela deliziosamente spaesata e per questo a tratti toccante per la sua naturalezza. Questo brano è un tripudio di ricordi, dai Diaframma a Lucio Dalla, ma, e questo resta il punto forte, non è riconducibile a nessuno in particolare.

La chiusura del (conciso) lavoro della band milanese si chiama, non a caso, “INTRO” e si muove su un tappeto di synth e drum machine davvero suggestivo, in cui tutto è inverso e disorienta, come la posizione nella tracklist:

Comunque vada l’inizio
Alla fine saremo solo io e te
Con i nostri mostri e sentimenti
Quindi non preoccuparti se hai paura

Hype aura

I Coma_Cose si muovono con estrema sicurezza in questo Hype senza mai sentendosene parte, tenendo quasi le distanze, sempre con ironia, prendendosi mai troppo sul serio, ma nemmeno troppo poco… Interpretano un ruolo giocandoci senza rimanerne travolti, con una leggerezza che non è mai ingenuità, ma piuttosto la saggezza di chi sa distinguere il gioco dalle cose serie; ma proprio per questo affronta il gioco seriamente.

Mi sento inadeguato ma mi piace
Metà mega para, metà mega pace
Davanti l’alba
La luna dietro
Ti dico i miei segreti, ma non senti
Perché portano via il vetro

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