VETTEL PUO’ VINCERE IL TITOLO? ECCO ALCUNE CONSIDERAZIONI SU HAMILTON, FORMULA 1 E TANTO ALTRO…


Attualmente il campionato di Formula 1 2018 volge verso la battute conclusive e vede un distacco di 40 punti tra Vettel ed Hamilton.

Il pilota inglese della Mercedes sta disputando un ottimo campionato, privo di grosse sbavature o errori personali: le uniche volte in cui ha perso la testa del campionato è stato per errori di strategia da parte del muretto box o per oggettiva impossibilità di migliorare le perfomances della vettura su una determinata pista. Ha compiuto diverse rimonte, vero, ma ha pur sempre una Mercedes sotto al…sedile e, di conseguenza, paragonarlo a piloti del passato, non ha alcun senso.

E’ da diverso tempo che Hamilton “scimmiotta” l’immagine ed il carattere di Senna: togliersi il casco, esausto, alla maniera di Ayrton dopo Interlagos 1991, dopo una rimonta “normale” per chi guida una Mercedes oppure cercare di apparire come fenomeno dopo una gara nella quale tutti hanno gestito le gomme, non mi sembrano immagini “sincere”, espressione di vero “eroismo” sportivo. A mio avviso, e forse questa è una considerazione un po’ troppo “romantica” sullo sport, ogni Tifoso (e lo dico con la T maiuscola) sa riconoscere quando si trova di fronte ad uno sforzo agonistico intenso, unico ed irripetibile: la schiacciata iconica di Michael Jordan, la partenza di Senna a Donington 1993, l’esercizio alle Olimpiadi di Atene 2004 di Igor Cassina, il sorpasso al cavatappi di Laguna Seca di Alex Zanardi.

Hamilton, a mio avviso, vorrebbe arrivare a questo, vorrebbe diventare un’icona della Formula 1 come i grandissimi del passato; tuttavia, il vero Tifoso sa che non è così, soprattutto se ci sono sistemi come il DRS o vetture che vanno come sui binari. Si è perso lo spirito genuino della gara, sono andati perduti i “profumi” delle benzine e i rumori dell’officina, ora tutti i meccanici lavorano con i guanti come chirurghi in sala operatoria e i piloti si trincerano dietro palazzi di specchi, risultando del tutto inavvicinabili e ripetendo comunicati stampa preconfezionati. Forse è per questo che gente come Kimi Raikkonen ha raccolto così tanti consensi in giro per il mondo…

Ad ogni modo, i tempi sono cambiati, il passato non ritorna e, qualora tornasse, sarebbe una minestra riscaldata. Una volta i piloti bevevano Lambrusco assieme ai meccanici attorno alla vettura, ora fanno le storie su Instagram vestiti un po’ come dei pagliacci…

Hamilton è e rimane un gran pilota, probabilmente diventerà un campionissimo, soprattutto se nessuno riuscirà a contrastarlo adeguatamente. Rosberg ed Alonso se ne sono andati o in procinto d’andarsene, Raikkonen è l’ombra del pilota che fu, Verstappen ed i giovani rampolli sembrano più preoccupati ad azzeccare il team giusto nel prossimo futuro che ad instaurare veri duelli in pista.

Vettel ha sì dimostrato di avere buonissime doti di guida in grado di contrastare Hamilton, ma vive alcuni momenti di “appannamento” che spesso sfociano in errori di guida madornali.

Il tedesco della Ferrari è conscio di avere tra le mani una vettura da titolo, ma al momento è impantanato in quelle che potremmo definire “sabbie mobili mentali”: più si dimena per uscirne, più si incastra e affonda. Questo è parzialmente confermato dalle recenti dichiarazioni di Vettel nelle quali afferma di essere il peggior nemico di sé stesso. La speranza per i tifosi Ferrari è che si ripeta un campionato come quello del 2007, con una Ferrari che riesca a far quadrato attorno al proprio pilota e che lo tranquillizzi, così da metterlo nelle condizioni migliori per vincere tutte le gare restanti ed aspettare gli eventi.

Qualche giorno fa, Horner, team principal Red Bull sin dai tempi del dominio di Vettel, ha dichiarato che Seb è perfettamente in grado di recuperare terreno sugli avversari, così come accaduto nel 2012 ai danni di Alonso: all’epoca, dopo il Gran Premio di Singapore e con sei gare da disputare, i punti da recuperare erano “solo” 29.

Certo, con 150 punti a disposizione nulla è da dare per scontato, ma con un Hamilton così forte, sia in pista che mentalmente, e con una Mercedes che è sostanzialmente allo stesso livello della Ferrari, immaginare un recupero non è così semplice. Certo se Hamilton subisse un ritiro o avesse delle posizioni di penalità in diversi gran premi, le cose potrebbero cambiare, ma così a vincere non sarebbe il pilota/team migliore, ma quello più fortunato (per carità, non sarebbe neanche una novità…).

Vettel, in questo momento, si trova in una situazione scomoda. Sa che non ha nulla da perdere, ma sa altrettanto bene che deve riconquistare “l’ambiente Ferrari”, far sì che la squadra, i meccanici, i tifosi lo sostengano così da spostare la pressione, mentale e mediatica, su Hamilton. Per fare questo, però, deve fare una cosa semplice, ma per niente scontata: vincere.

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