Dall’India e dalla Scozia passi in avanti sui pari diritti


Il mondo delle notizie è un mondo caotico e rumoroso, spesso e volentieri consistente nella presentazione di un susseguirsi di tragedie naturali o umane, che catturano morbosamente l’attenzione dei fruitori di notizie o in commenti politici che i più confondono l’uno con l’altro, poiché tutti simili, aggressivi e inconsistenti con le loro promesse di cambi e migliorie che raramente si compiono.

Il panorama delle notizie non è quindi roseo e non è un sistema semplice in cui districarsi, anche a causa del numero elevatissimo di notizie da cui siamo bombardati ogni giorno, tanto che si parla di infoxication, ovvero di intossicazione da informazioni. A causa del carattere “nero” o sensazionalistico o caotico delle informazioni a cui siamo sottoposti, il rischio è decidere di smettere di informarsi. È un rischio reale, che però si può tentare di evitare. Come? Cercando di scovare quelle notizie che ci mostrano un mondo in evoluzione, dinamico, che muta grazie a delle voci che non si arrendono, a delle persone che perseguono instancabilmente i diritti umani e che a volte, compiono grandi passi in avanti.

Le notizie più belle e confortanti di questa settimana riguardano  due paesi molto diversi, la Scozia e l’India, ma entrambi, in un modo o nell’altro hanno preso decisioni che prospettano una volontà di cambio e la decisione di impegnarsi sul fronte dei diritti, che fanno ben sperare per il futuro. Questo nonostante non su tutte le fonti d’informazione vi sia stato dato lo spazio che meritavano.

La Scozia si è fatta portavoce per prima fra i paesi europei di una istanza molto importante ma mai presa in considerazione seriamente, ovvero offrire prodotti sanitari gratuiti a quella parte della popolazione femminile in età scolastica che si trova in ristrettezze economiche tale da non potersela permettere (la campagna si chiama “period poverty”). La cifra in denaro sborsata dal governo scozzese è di 5,2 milioni di sterline. Una cifra ingente, certo, ma necessaria, perché il problema è reale e non una questione del terzo mondo, come dimostrano numerosi sondaggi. Fra questi sondaggi, quello del gruppo Women for Independence, che ha rivelato che in Scozia (ma anche negli USA) una ragazza su cinque non ha abbastanza finanze personali per comprarsi i sanitari e molto spesso finisce per saltare la scuola o abbandonarla completamente. La possibilità di avere sanitari gratuiti fa sperare in una partecipazione scolastica maggiore e in un sistema educativo che tutela anche chi è più svantaggiato.

L’altra notizia estremamente positiva riguarda l’India e i diritti LGBTQ. Si tratta della decisione sancita giudiziariamente di decriminalizzare l’omosessualità. Infatti, per ben 150 anni, le relazioni omosessuali erano considerate contro la legge. In particolare, una legge antica, appartenente all’epoca coloniale che era ancora attiva e che prevedeva fino a 10 anni di carcere per chi non la rispettasse. Seppur la notizia stoni in un contesto dove la violenza di genere continua ad avere un tasso altissimo e il divario economico (o in generale la differenza di possibilità) fra uomini e donne sia molto grande, rappresenta comunque una vittoria per coloro che fino ad ora non solo rischiavano discriminazioni ma provvedimenti penali solamente per il fatto sentire di appartenere ad un genere diverso da quello biologico o solo per sentire attrazione verso un genere che non fosse l’opposto. Oltre ai benefici sociali ed umani che una decisione tale può avere, il governo si è forse anche accorto di possibili benefici economici, consistenti in quel denaro rosa  proveniente da esercizi legali e gay-friendly di qualsiasi tipo, che è una fonte di guadagno da non sottovalutare. Forse una prospettiva materialista, ma che viene in soccorso dei pari diritti.

Si tratta di due notizie davvero positive e di impatto sociale, che dovrebbero aver spiccato di più in mezzo a tutte le altre informazioni. È di queste notizie che si ha bisogno per continuare ad interessarci del mondo che ci circonda e per continuare a pensare che le battaglie di ogni giorno per più diritti possono avere successo, anche se poco a poco.

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