Angelo e Greta


È stato durante una gita scolastica che Angelo e Greta si sono persi.

Si erano addentrati nel bosco con la maestra e i compagni, e stavano raccogliendo le castagne, quando ad un certo punto, voltandosi, non avevano più visto nessuno.

All’inizio non si erano neanche preoccupati, pensavano che qualcuno sarebbe tornato indietro, oppure che li avrebbero raggiunti seguendo il sentiero, ma poi era passato diverso tempo e nessuno si era più fatto vivo. 

Angelo e Greta erano fratelli e come tutti i fratelli spesso litigavano, perciò cominciarono a litigare sul da farsi.

Lui diceva che sarebbero dovuti tornare indietro, lei insisteva per andare avanti, oppure lei proponeva di prendere un sentiero, e lui voleva percorrere quello opposto. Insomma, era impossibile che si trovassero d’accordo.

E mentre discutevano i minuti passavano e i loro compagni si allontanavano sempre di più.

Quando finalmente scelsero la strada, erano certi entrambi che fosse quella giusta. Ma naturalmente si erano sbagliati.

La strada portava ad una casetta, che in lontananza sembrava normalissima, ma che invece – e lo scoprirono avvicinandosi – era tutta fatta di cioccolato. Le pareti erano state costruite con mattoncini di cioccolato al latte, il tetto con tegole di cioccolato fondente, le finestre erano veli di cioccolato bianco. Il giardino era punteggiato da fiorellini di zucchero e perfino lo zerbino era di pasta di mandorle.

Angelo allungò una mano per raccogliere un fiore, ma la sorella lo fermò.

«Sei matto? Questa roba fa malissimo! Sarà piena di coloranti e conservanti artificiali… altrimenti come farebbero queste piante a rimanere così belle? Chissà da quanto tempo saranno qua …»

Angelo protestò: «Che mi importa?! Saranno di sicuro buonissime!» e staccò un fiore con tutto il gambo.

«E poi …» continuò lei «non ti sembra strano che ci sia una casa di cioccolato in mezzo al bosco? Sta’ a vedere che qui ci abita una strega di quelle che mangiano i bambini stupidi come te …»

«Ma quale strega …»

Angelo addentò un fiore di zucchero mentre la strega – che naturalmente c’era – li guardava compiaciuta dalla finestra di cioccolato bianco.

Appena vide che erano caduti nella trappola uscì di casa tutta contenta e li salutò.

«Ciaaao, bei bambini! Non vi sarete mica persi?!»

Greta, che era piuttosto intelligente, rispose pronta: «Ma certo che no, stavamo solo facendo un giro turistico della sua casa … molto originale, devo dire … chi è l’architetto?»

La strega rimase interdetta. «L’architetto?! – ci pensò su un momento – Ma sono io, si capisce!»

«Ah, lei ha progettato tutta questa casa … ?» continuò Greta mentre cercava di allontanarsi, ma si accorse che il fratello era ancora intento ad assaggiare il prato.

«Certamente! Venite dentro ad ammirarla meglio …» propose la strega e Angelo non se lo fece ripetere due volte.

La sorella fu costretta a seguirlo, pur di non lasciarlo solo, e in un baleno i due bambini erano chiusi dentro casa della strega, seduti al tavolo da pranzo nel suo soggiorno, e pronti ad assaggiare la sua famigerata cioccolata calda.

Fortunatamente, come abbiamo già sottolineato, Greta era una bambina molto sveglia e anche ben informata.

«Questa cioccolata contiene olio di palma?» domandò subito alla strega, la quale rispose pronta: «Assolutamente no!»

Ma Greta non si arrendeva. «Siamo sicuri che sia senza glutine??»

La strega cominciava a spazientirsi, però rispose gentilmente: «Ma certo, mia cara …»

«Vorrei vedere la confezione.» Decretò la bambina, mentre il fratello, che aveva già bevuto tutta la sua cioccolata, si era improvvisamente addormentato come un sasso.

«Non c’è nessuna confezione! Ora bevi e stai zitta!» ordinò la strega, che aveva esaurito la pazienza.

«Assaggiala prima tu, non vorrei che scottasse …» Greta ormai aveva capito che nella bevanda c’era un potente sonnifero e non si lasciava intimorire dalla vecchia bisbetica. «Dopo che l’avrai assaggiata per me, la berrò tutta.» Promise.

Allora la strega, per convincere definitivamente la bambina, si portò la tazza alle labbra, fingendo di assaporare la cioccolata.

Ma nemmeno questa volta riuscì ad imbrogliare Greta, che con un rapido scatto diede un colpo alla tazza, rovesciandole tutta la cioccolata bollente sulla faccia. Il sonnifero fece immediatamente effetto e la strega cadde per terra in un sonno profondissimo.

La bambina allora andò a cercare qualcosa per poter trasportare il fratello, che ancora dormiva. Trovò una carriola nel capannone degli attrezzi magici, ci caricò Angelo, e fuggì via a gambe levate.

Nel folto del bosco ritrovò la sua maestra, tornata indietro a cercarli. Nel frattempo anche il bambino si era risvegliato.

Entrambi vennero rimproverati, ma tutto è bene quel che finisce bene, e questa storia insegna come l’astuzia, l’istruzione e la prontezza di riflessi possano salvare anche una bambina indifesa dalle grinfie di una strega cattivissima.

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