“La Strana Coppia” a teatro – intervista a OTTAVIA FUSCO



Normalmente Discorsivo non si occupa di teatro, ma l’occasione di parlarne ci viene finalmente offerta dall’incontro con una grande interprete come Ottavia Fusco, attualmente in scena con una divertente versione femminile de “La Strana Coppia”, di cui è protagonista insieme a Claudia Cardinale.

Si tratta di un progetto brillante ed interessante perché nasce da un’idea di Pasquale Squitieri, il regista cinematografico scomparso a febbraio 2017 all’età di 78 anni, il quale ha voluto riunire sulla scena teatrale i due grandi amori della sua vita: la storica compagna e diva cinematografica Claudia Cardinale, che torna a calcare le scene nazionali dopo 10 anni di assenza, e la moglie Ottavia Fusco, attrice (e cantante) poliedrica con cui ha condiviso i suoi ultimi 14 anni di vita.

La loro volontà di rendere omaggio all’uomo che entrambe hanno tanto amato è evidente in scena.

Sul palcoscenico le due donne diventano Fiorenza (interpretata dalla Cardinale), nevrotica e maniaca dell’ordine, che cade in depressione per essere stata lasciata dal marito e si rifugia a casa dell’amica Olivia (Ottavia Fusco), che invece è il suo opposto in quanto disordinata e spregiudicata.

Da questa convivenza forzata, e con l’aiuto di un gruppo di amiche e vicini tanto divertenti quanto disfunzionali, si creeranno innumerevoli situazioni esilaranti e l’occasione, per un’interprete di solito drammatica come Fusco, di stupire piacevolmente tutti e rubare la scena col proprio talento comico, facendo della sua Olivia il personaggio che regge l’intera commedia.

A: La curiosità più grande che suscita questa vostra versione de “La Strana Coppia” è quella di vedere sulla scena due donne diverse come siete tu e Claudia Cardinale, unite però da una così grande motivazione, un così grande ricordo come l’amore che vi accomuna per la stessa persona. Non ci sembra quindi soltanto un’operazione “furba”, ma un omaggio affettuoso a Pasquale Squitieri: dopo il debutto ad ottobre al teatro Sistina di Roma e tutte le repliche che sono già seguite in giro per l’Italia, puoi dirci quale alchimia c’è tra te e Claudia in scena?

O: Questo progetto nasce a settembre 2016 una sera a casa nostra, Pasquale aveva avuto un gravissimo incidente d’auto che ci ha portato a vivere più di un anno di terribili problemi, tre interventi chirurgici e una grandissima sofferenza; lui comunque continuava ad avere cuore e mente fermamente intenzionati a continuare a lavorare e a progettare e quindi una sera mi ha detto «dobbiamo riprendere a lavorare, dobbiamo inventarci qualcosa teatralmente», perché lui sapeva che il mio mondo sono teatro e musica, e mi ha detto «mi piacerebbe dirigere te e Claudia in scena» ed io, quasi come battuta, gli ho risposto «pensa che divertente se Claudia ed io facessimo La Strana Coppia!» e lui è stato zitto un attimo, poi mi ha detto «questa è un’idea geniale!».

Poi purtroppo il 18 febbraio di un anno fa Pasquale è mancato, ma con Claudia abbiamo deciso di portare comunque avanti questo suo desiderio e quindi eccoci qua, diciamo che insieme in scena siamo molto buffe, anche perché sono presenti molti sottotesti della vita privata che divertono il pubblico con le nostre litigate in scena.

Quindi il nostro rapporto è molto saldo dal punto di vista professionale, consapevoli entrambe di stare ricordando al meglio Pasquale, un uomo che entrambe abbiamo amato e di cui io ho avuto il privilegio di diventare moglie e di portarne il cognome, di aver vissuto con lui i suoi ultimi 14 anni di vita.

A: Rapportandoti con Claudia Cardinale, ci sono stati momenti in cui sei ti sei sentita intimorita dalla sua immagine di stella del cinema?

O: No, perché so benissimo che dal punto di vista professionale la mia vita è lo stare sul palcoscenico, posso avere delle fragilità nella vita ma, grazie a Dio e al talento che mi ha dato, veramente in scena non ho paura di nessuno: più la persona che mi trovo a fianco è brava, più è una facilitazione lavorarci insieme.

Il vero problema è quello di recitare con attori cani, quelli sì che ti fanno faticare!!

A: Passando alla Strana Coppia, l’hai scelto tu quale dei due ruoli interpretare, o magari lo aveva già pensato Pasquale quale attribuirti?

O: Per quanto riguarda la distribuzione dei ruoli, è chiaro che l’unica combinazione possibile tra me e Claudia fosse questa! E cioè che io interpretassi Olivia Madison, delle due quella sciamannata, disordinata, che ha i tramezzini che camminano da soli! Mi ci identifico perfettamente e mi diverte molto che il mio personaggio entri nella mia vita quotidiana piuttosto che il contrario: devo dire che i miei amici sono tutti preoccupatissimi dello stato del mio frigorifero, ma per fortuna sono in tournée!

A: A dir la verità fatico un po’ a vederti come Walter Matthau!

O: Guardando lo spettacolo cambierai idea!

A: Nel testo teatrale originale, così come nel vostro adattamento, si parla di due persone diversissime, anche se molto amiche, la cui convivenza forzata le porta sull’orlo di una crisi di nervi e quasi a detestarsi: qual è il messaggio de La Strana Coppia?

O: Le due protagoniste sono le due amiche più care in assoluto, si vogliono un bene dell’anima, ma convivenza tra di loro per come sono fatte è strutturalmente impossibile, però nel finale verrà fuori che si entrambe si arricchiscono interiormente da questa esperienza:

Olivia impara ad aver maggior cura di ciò che ha e della propria casa e Fiorenza guadagna un pezzo di libertà e di apertura mentale verso la vita che non sognava di poter avere.

Quindi questa convivenza è comunque proficua per entrambe, continueranno a volersi bene anche non potendo poi più vivere insieme: è la storia di una grande amicizia.

Un lieto fine che, come vedrete, nel nostro caso assume un significato anche più profondo e personale, sempre per il famoso sottotesto che al pubblico piace leggere, proprio perché siamo Claudia ed io in scena.

A: E’ difficile coinvolgere il pubblico in sala in una pièce che si basa così poco sulla trama e così tanto sulla performance, sui caratteri dei protagonisti e la loro interazione?

O: La difficoltà si basa sullo fare ridere, una delle cose interessanti che ha detto Gigi Proietti, forse l’unica, è che «a fa piagne sò boni tutti» (chiunque è in grado di far piangere); perché la comicità, o comunque una commedia brillante basata sulle battute, è fatta esclusivamente di ritmo e di percezione del pubblico che hai in sala, ogni sera diverso.

Infatti la più bella soddisfazione per noi è sentire la risata alla battuta perché vuol dire che la si è detta col tempo giusto e nel modo giusto e che il pubblico l’ha recepita e ti sta ripagando con la risata.

E’ una vita che io sostengo di essere un’attrice comica, in realtà nessuno me lo ha mai fatto fare, e finalmente con questa occasione riesco a dimostrare che ho ragione!

Quindi direi di sì, è difficile perché paradossalmente sulla comicità non si scherza per nulla!

A: La Strana Coppia è un classico, reso famoso dall’omonimo film del 1968 e poi portato in scena a teatro infinite volte: perché secondo te è meglio se le protagoniste sono due donne e qual’è il valore aggiunto che portate tu e Claudia?

O: Non credo assolutamente che sia meglio che le protagoniste siano due donne, anche perché ho amato pazzamente la commedia con Walter Matthau e Jack Lemmon, anzi trovo che funzioni di più al maschile che al femminile.

Diciamo che il valore aggiunto sia il fatto che io e Claudia siamo due donne e che quindi abbiamo portato in scena questa commedia, di cui lo stesso Neil Simon ha scritto la versione femminile, ed era un’occasione da non perdere per il divertimento che anche Pasquale, ne sono sicura, avrebbe nel vederci insieme: è quello che lui ha immaginato ed è ciò che io voglio restituirgli ogni sera salendo sul palcoscenico con questo lavoro.

A: Il successo di questa Strana Coppia ti ha stupito?

O: Per me è sicuramente una grandissima opportunità essere protagonista nei grandi teatri d’Italia, in una tournée di questa portata, a fianco di un mito nazionale come Claudia Cardinale, la considero un regalo che Pasquale ha voluto lasciarmi e non posso fare a meno di pensarlo con tutto l’amore che provo per lui e la fierezza di portare il cognome Squitieri fino alla fine dei miei giorni.

A: Fin dal tuo incontro con Vittorio Gassman, quando avevi 17 anni, hai lavorato con grandi nomi del teatro italiano come Don Lurio, Edoardo Sanguineti, Lina Wertmüller, Giorgio Albertazzi e Dacia Maraini, solo per citarne alcuni: dove si colloca questa esperienza nella carriera di Ottavia Fusco?

O: Nella mia carriera gli incontri importanti non sono mancati, ho avuto la fortuna di lavorare con grandi personaggi e di sviluppare in scena i progetti che hanno condiviso con me, ma mi mancava un po’ di quella visibilità che questo spettacolo certamente mi sta dando, rispetto a tanti altri progetti aristocratici che ho portato avanti in passato.

La considero quindi un’opportunità importantissima per la mia carriera e sta a me farla fiorire al meglio.

A: E’ sempre l’entusiasmo la cifra della tua vita e del tuo lavoro?

O: Sì, è la creatività, il desiderio di inventare e progettare.

Vinicius de Moraes diceva che “la vita è l’arte dell’incontro”, ho fatto di questa frase la mia filosofia di vita perché è attraverso i nostri incontri che riusciamo a costruire, a mettere insieme idee e persone, è questa la cosa che mi entusiasma.

Per cui diciamo che ho sempre costruito e realizzato i miei progetti grazie alla creatività, all’incontro e all’entusiasmo.

E anche gratitudine alla vita di avermi dato un talento che mi ha guidata.

A: Discorsivo è un magazine online che si rivolge principalmente al pubblico dei Millennials, delle generazioni nate a cavallo degli anni ’80 e ’90, non ha una propria rubrica di teatro ma questa è una nostra prima incursione in questo mondo e speriamo porti l’occasione di realizzarne di nuove: come si fa a portare i Millennials a teatro? Che cosa può offrire loro il teatro a differenza di altri medium come cinema e televisione?

O: La risposta è semplice: la vita!

L’assistere ogni volta ad un evento assolutamente unico ed irripetibile, questa è la forza e anche il limite del teatro, perché è effimero, per quanto tu lo possa riprendere con una telecamera la sua essenza è la vita che lo spettatore, seduto in una poltrona piuttosto che in un’altra, in un palchetto oppure in platea, riesce a cogliere individualmente da ciò a cui sta assistendo.

Nessun altro medium può dargli questo: la possibilità di assistere ad un evento che non si ripeterà mai più con le medesime caratteristiche.

“La Strana Coppia” con Ottavia Fusco e Claudia Cardinale, da un progetto registico di Pasquale Squitieri diretto da Antonio Mastellone, andrà prossimamente in scena nelle seguenti città:

  • 9 e 10 marzo a Bologna;
  • 16, 17 e 18 marzo a Firenze;
  • 24 marzo a Latina;
  • 25 marzo a Viterbo;
  • 4 aprile a Telese;
  • dal 6 al 15 aprile a Napoli;
  • 17 aprile a Sapri.


Grazie alle loro brillanti interpretazioni, dopo aver ottenuto grande successo di pubblico nei teatri di tutta la penisola, entrambe le protagoniste saranno insignite del premio internazionale Flaiano 2018.

 

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