ADDIO GRID GIRLS: Liberty Media ci stupisce ancora
Durante le ultime settimane, Liberty Media sta regalando sorprese a profusione agli appassionati di Formula 1: in principio fu l’Halo, poi venne la regola dei tre motori a stagione, ora quella dell’abolizione delle Grid Girls e del cambio di orario di inizio dei Gran Premi.
Orazio diceva nell’Ars Poetica: Parturient montes, nascetur ridiculus mus, ovvero “la montagna ha partorito un topolino”. In effetti, Liberty Media sembra aver perso la bussola del proprio programma di riforme, andando a toccare ambiti che non disturbavano nessuno.
In primo luogo, l’abolizione delle Grid Girls. Che la Formula 1 sia un ambiente “maschilista” è cosa nota, tuttavia non è mai assurto agli onori della cronaca alcun episodio in cui le “ombrelline” venivano costrette a mettersi in costume o abiti succinti o ad assumere atteggiamenti lascivi davanti alle telecamere (della serie “Guarda che carrozzeria…”). Certamente, quelle ragazze, peraltro molto spesso modelle del campo della moda, svolgevano un regolare lavoro e non penso che infastidissero la sensibilità del pubblico, degli addetti ai lavori o dei piloti.
Liberty Media, a mio avviso, abolendo la figura della Grid Girl, appare come un moderno Daniele da Volterra, alias il Braghettone, l’artista che era stato chiamato a coprire le nudità della Cappella Sistina di Michelangelo. L’intento della proprietà americana è chiaramente quello di far fronte all’ondata di scandali sessuali che ha investito la società statunitense dopo l’affaire Weinstein, ma non è certamente andando a togliere il lavoro alle Grid Girls che si dimostra di essere più vicini e rispettosi delle donne.
Semmai, Liberty Media avrebbe dovuto aprire maggiormente il mondo della F1 alle donne, ad esempio, promuovendo il ritorno di “pilotesse” alla Maria Teresa de Filippis o Lella Lombardi: attualmente nel motorsport, infatti, ci sono diverse donne al volante accreditate di buona velocità come Danica Patrick (in IndyCar) e Suzie Stoddart (moglie di Toto Wolff, team principal Mercedes), oltre alla bella Carmen Jordà (ambasciatrice del team Renault). Piuttosto che buttarsi in slanci “moralizzatori” di scarso contenuto ontologico (buoni soltanto per fregiarsi di fronte all’opinione pubblica), avrebbero potuto incentivare l’ingresso di team targati al femminile…
In secondo luogo, Liberty Media ha modificato l’orario di inizio dei Gran Premi, posticipandolo di un’ora e dieci: le gare cominceranno, così, alle 15.10 (in alcuni casi addirittura alle 16.10) invece che alle solite 14. Liberty Media è convinta di attirare così più persone davanti allo schermo.
Anche qui, a mio avviso, la proprietà americana ha focalizzato male la situazione. A parte il fatto che la domenica pomeriggio può essere utilizzata per studiare, fare una passeggiata, praticare sport, ecc., l’orario delle 15 si accavalla irrimediabilmente con altri sport: basti pensare alle partite di calcio ed al bacino di utenza che, di per sé, riesce ad attrarre. Delle due, Liberty Media doveva anticipare il collegamento con la F1 all’ora di pranzo, come nella MotoGp, così da “fidelizzare” il pubblico sin dalle 11 fino alle 14.
Inoltre, la partenza posticipata comporta numerose conseguenze a livello della sicurezza: basti pensare a Fuji 2007 o Malesia 2009, quando tifoni o piogge torrenziali oscuravano così tanto la luce del sole da rendere impossibile il normale prosieguo della gara.
In attesa delle reazioni del pubblico e del paddock, il 22 febbraio verranno svelate le nuove Ferrari e la nuova Mercedes…
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