GRAN PREMIO DI SINGAPORE F1 2017: Ferrari eliminate, vince Hamilton


A Singapore, sul circuito di Marina Bay, la Ferrari ha vissuto una notte da incubo. A vincere è stato Hamilton davanti a Ricciardo e Bottas, mentre Vettel e Raikkonen sono stati costretti al ritiro a causa di un incidente pochi metri dopo la partenza. In ottica campionato, per Vettel è una discreta “mazzata”: Hamilton si presenterà in Malesia con 28 punti di vantaggio. In chiave costruttori, neanche parlarne, dato che Mercedes ha 102 punti di vantaggio sulla Ferrari.

LE ASPETTATIVE

Dopo un venerdì travagliato, la Ferrari era stata in grado di rivoluzionare la vettura durante la notte, consentendo a Vettel di conquistare la pole il sabato pomeriggio. Su pista asciutta, Vettel aveva mostrato la solita grinta, riuscendo a strappare la partenza al palo ai due piloti della Red Bull, Verstappen e Ricciardo, e al compagno di squadra Raikkonen. Dietro a loro, quinto e sesto, Hamilton e Bottas: le due Mercedes, infatti, avevano mostrato tutti i limiti dell’auto (dotata di un passo lungo) in un circuito cittadino come quello di Singapore.

A differenza dello scorso Gran Premio a Monza, era logico immaginare che in gara avremmo potuto assistere ad un assolo delle due Ferrari, eventualmente “infastidite” dalle Red Bull: per Vettel, si prospettava un gran premio di Singapore decisamente in discesa, con il rivale in campionato che scattava dalla quinta posizione, e, soprattutto, conscio del precedente di due anni prima, quando con un’auto decisamente meno performante di quella di quest’anno, aveva vinto il Gran Premio.

LA PARTENZA

Poco prima del via, la pioggia comincia a cadere intensamente a Singapore: i primi 6 piloti decidono di montare le gomme intermedie, mentre tutti gli altri le gomme da bagnato estremo. A maggior ragione, su una pista dove i sorpassi sono praticamente impossibili, con l’aggiunta della scarsa visibilità dovuta alla “pioggerellina” sollevata dalle auto, una buona partenza sarebbe stata l’indispensabile viatico per la vittoria.

Al via, Vettel e Verstappen, dalla prima fila, scattano al rallentatore; la cosa aiuta Raikkonen che, dalla quarta posizione, sfrutta un migliore spunto e, portandosi a sinistra, riesce a superare (di mezza macchina) Verstappen. L’olandese della Red Bull, tuttavia, si vede “chiuso” a sinistra dall’azione difensiva di Vettel e causa la carambola: Verstappen sperona la ruota posteriore destra di Raikkonen, il cui musetto, come un pendolo, colpisce la fiancata sinistra dell’auto di Vettel. Dall’incidente che ne scaturisce, alla prima curva, Raikkonen colpisce definitivamente Verstappen e lo sfortunato Alonso, reo di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Vettel sembra poter essere in grado di continuare la gara, ma alla seconda curva perde il controllo dell’auto, andando a sbattere rovinosamente il musetto contro il muro. Dal momento che anche il tedesco della Ferrari è costretto al ritiro, questo “spiana” la strada alla vittoria per Hamilton, bravo e fortunato a rimanere lontano dai guai, seguito da Ricciardo, Hulkenberg e tutti gli altri.

Al netto dell’incidente di Kvyat, in avvio, e quello di Ericsson (capace di girarsi da solo sul dritto), oltre alle sciagurate tattiche della Renault, il Gran Premio di Singapore 2017 ha regalato pochissime altre sorprese.

LA DINAMICA E LE EVENTUALI RESPONSABILITA’ DELL’INCIDENTE

Il regolamento recita che il pilota che si trova davanti ha il vantaggio di traiettoria. Ciò si traduce nella possibilità per Vettel di decidere, liberamente, la direzione verso cui “stringere” un avversario, cioè, nel caso di specie, verso sinistra per proteggersi da Verstappen. Sotto questo profilo, la sua mossa è autorizzata dal regolamento.

Verstappen parte male e non appena vede che Vettel sta cambiando traiettoria, vedendo chiudersi la propria strada, sterza a sua volta, andando così a stringere la traiettoria di Raikkonen: paradossalmente, il finlandese della Ferrari realizza la partenza migliore della stagione nel circuito meno adatto dal momento che quella di Singapore è una pista cittadina ed ogni errore è pagato a carissimo prezzo.

In altre parole, i tifosi di Vettel giustificano la mossa del tedesco perché, avendo il vantaggio della traiettoria, ben poteva spostarsi per stringere il rivale più vicino.

Allo stesso modo, però, i tifosi di Verstappen possono affermare che l’olandese si trovava chiuso “a panino” tra i due ferraristi, essendo stato a superato, sulla sinistra, da Raikkonen e, chiuso a destra da Vettel.

Raikkonen, tuttavia, non ha mai cambiato traiettoria: ha sfruttato la migliore accelerazione alla partenza per affiancare la Red Bull nell’unico spazio disponibile, all’estrema sinistra.

Ipotizzare che Raikkonen avrebbe dovuto rallentare per evitare di superare Verstappen è contrario alla logica di ogni pilota “vincente” così come era impossibile, sempre per Raikkonen, prevedere la presenza di Vettel prima del contatto con Verstappen.

L’incidente è, a mio avviso, da inquadrare come un normale episodio di gara. Se, e sottolineo “se”, c’è una colpa, essa è da ripartirsi equamente tra i tre piloti: Vettel avrebbe potuto evitare di stringere così tanto, Verstappen avrebbe dovuto frenare e Raikkonen avrebbe dovuto evitare di infilarsi in uno spazio così ristretto. Addebitare a ciascuno dei tre una responsabilità maggiore sarebbe un errore madornale.

PAGELLE GRAN PREMIO DI SINGAPORE F1 2017

HAMILTON: l’inglese è fortunato, oltre che bravo. Non commette errori, sotto la pioggia si conferma talento naturale. Raramente un Gran Premio è stato “regalato” dagli avversari come quello di Singapore 2017 (forse solo Zeltweg 1999 con il contatto Coulthard – Hakkinen). L’inglese si avvicina sempre di più al titolo mondiale. Ora potrà comportarsi come Rosberg l’anno scorso, giocando al gatto con il topo. VOTO 10: SINGING IN THE RAIN

RICCIARDO: l’australiano fa la sua gara, senza andare a rompere le scatole ad Hamilton. Forse quando ha visto il suo compagno di squadra eliminato, ha deciso che era più saggio portare a casa l’auto ed intascare 20 punti per il campionato, ottimi per chiarire alla dirigenza Red Bull su quale pilota puntare in futuro. Il suo rinnovo, per il post 2019, non è affatto scontato e il buon Daniel, giustamente, fa capire agli avversari che non è una “testa calda” come il suo compagno di squadra, ma sempre più un vero e proprio “uomo-squadra”. I miei unici dubbi sono legati al fatto che, stranamente, durante le prove libere del venerdì ed in qualifica volava con la sua Red Bull, ma, poi, improvvisamente, sono bastate due gocce d’acqua per sconvolgere gli equilibri e prendersi perfino 1 secondo al giro da Hamilton. VOTO 8: TARTARUGHINA

BOTTAS: fortunatissimo come il suo compagno di squadra. Messa a punto dell’auto precaria per tutto il week end, faceva fatica a stare in pista. Brutto da vedere, ma quando guidi una Mercedes e gli avversari si eliminano da soli, meriti di andare sul podio. Dal punto di vista del campionato costruttori, il suo risultato è molto importante. VOTO 6: BRUTTA PRESTAZIONE

SAINZ: lo spagnolo guida bene e raggiunge un traguardo insperato alla vigilia. Dall’anno prossimo correrà con la Renault, ma forse dovrebbe preoccuparsi dato che il suo futuro team ha completamente sbagliato le strategie; il suo quarto posto, infatti, è frutto degli errori del muretto del team della losanga che, di fatto, glielo ha servito su un piatto d’argento. VOTO 6: NON HA FATTO NULLA EPPURE E’ LI’.

PEREZ: regala una prestazione utile alla squadra, dominando il suo compagno di squadra. Il rinnovo per l’anno prossimo non è una chimera. VOTO 6: SORNIONE

PALMER: l’inglese è furioso per l’annuncio dell’arrivo di Sainz al suo posto per l’anno prossimo. La squadra, peraltro, voleva sostituirlo già per il prossimo Gran Premio, in Malesia, ma lui è riuscito a portare a casa un sesto posto (con tutti i ritiri e guai altrui, era il minino). Comunque troppo poco per poter pretendere un rinnovo. VOTO 5: MI SA CHE SI E’ SVEGLIATO TARDI

VANDOORNE: il belga prega che l’auto non si spacchi e il suo desiderio viene ascoltato. Porta a casa un settimo posto che fa morale per il futuro. L’anno prossimo arriverà il motore Renault: chissà che non riesca a sfoderare prestazioni del genere con maggiore costanza. VOTO 7: DAI DAI CHE CE LA FAI

STROLL: il canadese si sta specializzando negli arrivi caotici. Lui va piano, ma dato che gli altri si ritirano, riesce ad arrivare a punti. Chapeau. Da brividi (di paura!) quando ha messo in mostra la sua sensibilità con le gomme slick su pista umida. VOTO 5: EPPUR SI MUOVE

GROSJEAN: la Haas andava bene, ma problemi vari hanno rallentato la progressione in classifica del transalpino. VOTO 5: ANDATURA DA GAMBERO

OCON: a differenza di Monza, il 21enne pilota francese non si ripete sotto l’acqua, con una prova scialba. VOTO 5: COSI’ COSI’

MASSA: Il pit stop nel finale lo ha relegato in fondo. S.V.

WEHRLEIN: S.V. DESAPARECIDO

MAGNUSSEN: il guasto rovina una gara condotta caparbiamente. Realizza dei bei sorpassi, era a punti, ma la macchina non ce l’ha fatta. Fino a quel momento, VOTO 7: VICHINGO

HULKENBERG: il tedescone fa un vero e proprio “garone”, risalendo in classifica nonostante il team faccia di tutto per tenerlo nelle retrovie. Letteralmente inspiegabile la scelta del muretto Renault di fermarlo un giro dopo l’ingresso della Safety Car per sostituire le gomme intermedie (con altre intermedie, peraltro), facendogli così perdere il terzo posto. Sarebbe potuto arrivare a podio o perlomeno giocarsela con Bottas, ma il guasto nel finale di gara lo costringe al ritiro. VOTO 8: MERITA UN TOP TEAM

ERICSSON: lo stoccafisso svedese è unico: è l’unico pilota che riesce a trovare un dosso e a girarsi da solo. Tutti gli altri guidano normalmente, lui no, lui si schianta contro il guardrail. E pensare che lui probabilmente guiderà anche l’anno prossimo, mentre uno tra Leclerc e Giovinazzi no. VOTO 4: LACRIME NELLA PIOGGIA

KVYAT: l’abbiamo perso. Non si ripiglia più dallo choc psicologico della sostituzione con Verstappen. E’ l’ombra dell’ombra del pilota che dava filo da torcere a Ricciardo. Nonostante sappia che Sainz se ne va, le sue scarse prestazioni potrebbero indurre i vertici della Red Bull a sostituirlo. Attualmente non vale un sedile in F1, purtroppo. L’errore di guida ci può stare, ma non in una stagione costellata di così tanti errori di guida. VOTO 2: STA METTENDO A RISCHIO LA SUA CARRIERA?

ALONSO: per lui vale la frase “trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato”. Compie una bellissima partenza, ma viene travolto dalla carambola Raikkonen – Verstappen. S.V. INCOLPEVOLE

VETTEL: il tedesco della Ferrari fa tutto giusto, però un po’ se la va a cercare: ha stretto troppo su Verstappen, già a metà rettilineo. Non ha colpe, ma il suo “zampino” c’è comunque: l’incidente ricorda molto quello di Spa 2016 (toh…guarda…sempre Verstappen – Vettel – Raikkonen). Occasione persa. Il mondiale non ancora. VOTO 5: EFFETTO TAFAZZI

VERSTAPPEN: l’olandese è sempre in mezzo agli incidenti. Sempre. Forse deve capire che non si trova in un videogioco dove si può ricominciare. Sarebbe bello se finisse (e facesse finire anche agli altri) le gare. VOTO 2: VIZIATO E NON PERDE IL VIZIO

RAIKKONEN: il finlandese fa una partenza bellissima, si infila in uno spazio strettissimo pur di provare il (doppio) sorpasso, ma poi accade il patatrac. S.V. 100 METRI DA SALTO SUL DIVANO.

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