GRAN PREMIO DI GRAN BRETAGNA F1 2017: Hamilton domina, Ferrari sfortunata


Il Gran Premio di Gran Bretagna, andato in scena sul circuito di Silverstone, ha sancito la riapertura del campionato. La dea bendata ha baciato Lewis Hamilton, che ha conquistato pole e vittoria: grazie alle sfortune capitate alle due Ferrari, ora l’inglese, in campionato, è a -1 da Sebastian Vettel. Il Mondiale di F1 2017 ricomincia da Budapest!

LA PARTENZA ERRATA DI VETTEL

Al via, Hamilton scattava bene e si difendeva da Raikkonen; dietro, Verstappen affiancava Vettel, distratto e preoccupato dal fumo che usciva dai propri freni mentre era fermo in griglia. L’olandese è indubbiamente bravo a sfruttare l’occasione, ma, a mio avviso, l’errore è più del tedesco della Ferrari.

Al netto del temporaneo problema ai freni, infatti, Vettel impostava la traiettoria di curva 4 lasciando troppo spazio a Verstappen, senza “accompagnarlo” verso l’esterno (come fanno tutti in questo caso). L’unica spiegazione possibile è che Vettel non abbia voluto dare l’occasione ai commissari di penalizzarlo ulteriormente (magari per aver spinto un pilota fuori dalla pista), dopo la dura reprimenda verbale, a Parigi, della scorsa settimana.

Ad ogni modo, Hamilton conquistava, nello spazio di tre settori, quasi un secondo su Raikkonen che “annaspava” nel tentativo di restargli il più vicino possibile, seguito a sua volta da Verstappen, Vettel, Hulkenberg, le due Force India, Massa e Vandoorne.

HARAKIRI TORO ROSSO

A metà del primo giro, tuttavia, Kvyat e Sainz la combinano grossa: lo spagnolo superava il suo compagno di squadra, ma arrivava leggermente lungo e, di conseguenza, si faceva nuovamente affiancare dal rivale. Il problema è che entrambi affrontavano la mitica curva Maggots in pieno, senza curarsi del vicino: Kvyat metteva due gomme sull’erba, perdendo il controllo dell’avantreno, e colpiva la fiancata di Sainz. Ovviamente, l’esito è stato infausto per la Toro Rosso: Sainz costretto a ritirarsi e Kvyat penalizzato per aver causato l’incidente, peraltro al suo compagno di squadra.

La safety car ricompattava il gruppo, con Hamilton che riusciva, almeno stavolta, a gestire meglio la ripartenza rispetto a Baku e a guadagnare immediatamente un distacco incolmabile per tutti gli avversari.

LA LOTTA VERSTAPPEN – VETTEL

Nel prosieguo della gara, Raikkonen non riusciva ad avvicinarsi ad Hamilton, alternando giri buoni ad altri decisamente lenti, mentre Vettel provava a superare Verstappen. Il duello tra i due si accendeva con una lunga serie di tentativi di sorpassi e controsorpassi: Verstappen subiva, in fondo all’Hangar Straight, l’attacco di Vettel, ma nonostante il tentativo del tedesco di chiudere la porta, l’olandese rientrava dalla via di fuga in pista come un toro nell’arena, riconquistando “di forza” la posizione. Anche qui, a mio avviso, si nota l’atteggiamento “cauto” di Vettel, quasi come se temesse una reazione dei commissari.

Infatti, l’atteggiamento della Federazione è quasi come quello di Giano bifronte: penalizza gente che ha già causato abbastanza danni (vedi Kvyat) e non penalizza situazioni “dubbie” che vedono coinvolti team di prima fascia (vedi Hamilton con Grosjean durante le qualifiche e, perché no, lo stesso Verstappen con Vettel nella lotta per il podio, reo di aver sfruttato la via di fuga per ottenere un indebito vantaggio). Il metro di giudizio non è affatto unico ed omogeneo, anzi, talvolta, si ha come l’impressione che la stessa giuria non abbia piena consapevolezza delle norme tecniche sportive o che, perlomeno, le applichi “a singhiozzo”, a seconda dei casi. Così facendo, però, crea malumori ed inutili polemiche tra gli addetti ai lavori, buoni per fare “titoloni” sui giornali per vendere una manciata di copie in più, ma totalmente indecorose per lo spettacolo della Formula 1.

LA SFORTUNA SCEGLIE LE FERRARI

Dopo la sostituzione delle gomme, da SuperSoft (rosse) a Soft (gialle), la classifica sembrava assestarsi con Hamilton primo, Raikkonen buon secondo, Bottas terzo (dopo una strategia impeccabile e un ritmo invidiabile), Vettel quarto (colpevole di aver perso troppo tempo dietro a Verstappen), Verstappen, Ricciardo e via via tutti gli altri.

Poi la sfortuna, il fato, il destino… decidono di stringere un accordo e di accanirsi sui due ferraristi.

A tre giri dalla fine Raikkonen fora (anche se non ha raccolto nessun detrito) l’anteriore sinistra, costringendolo a fermarsi e a perdere il secondo posto, in favore di Bottas e Vettel (il quarto, Verstappen, in realtà, veniva fermato dal muretto box, verosimilmente per lo stesso motivo, cioè un calo drastico della pressione delle gomme). Per il finlandese si poteva cominciare a dire (quasi) che, al netto della sfortuna personale che rovinava una gara prestigiosa, il suo problema tecnico consentiva a Vettel di guadagnare una posizione e di mettere in cascina altri punti per il mondiale.

Invece, no! A due giri dalla fine, anche Vettel subisce lo stesso problema di Raikkonen: a differenza del finlandese, però, gli capita poco dopo il traguardo e, quindi, perde un’eternità di secondi prima di raggiungere i box. Ergo, rientrava in pista settimo, praticamente quando Hamilton stava già tagliando il traguardo per la vittoria.

Problemi di questo genere, rari perché comunque il box dovrebbe rendersene conto in tempo, possono capitare nell’arco della stagione, ma certamente non su entrambe le Ferrari, a pochissimi km dalla fine del gran premio.

E allora sorge spontanea una riflessione. Com’è possibile che le gomme Soft (gialle) si siano deteriorate prima delle SuperSoft (rosse), quando dovrebbero invece durare più a lungo?

E ancora: com’è possibile che quelle stesse gomme si siano deteriorate prima su Raikkonen, che le aveva montate 4-5 giri dopo Vettel, e quindi dovevano risultare più “fresche”?

O qualcuno ha sbagliato la partita di gomme oppure qualcun altro si è addormentato davanti ai monitor delle pressioni delle gomme…la verità, forse, salterà fuori in settimana.

Certamente, la Ferrari, e Vettel in particolare, ha pagato un prezzo salatissimo per questo inconveniente.

PAGELLE GRAN PREMIO DI GRAN BRETAGNA FORMULA 1 2017

HAMILTON: che dire, Chapeau! Fa l’antipatico a profusione (non è nemmeno andato all’esibizione organizzata da Liberty Media nel centro di Londra, dove hanno partecipato tutti, persino Rosberg, tranne lui, perché doveva restare sullo yacht “per il bene del campionato”), però è forte, veloce e non sbaglia. Se dovessero vincere solo i piloti simpatici, gente come Massa o Ricciardo dovrebbero avere un palmares incredibile, ma, alla fine si sa come tutti i grandi (Senna, Schumacher, Mansell) siano stati anticipatici agli avversari (e relativi tifosi). La condotta di gara è stata ineccepibile, la strategia perfetta, il suo ritmo inarrivabile per chiunque altro. Se non fosse per quanto affermato nel Pamphlet sulla F1, oserei dire che, vedendo il risultato di questa gara, si meriterebbe il titolo mondiale. Ma ogni appassionato di Formula 1 sa che la ruota della fortuna gira e, spesso, le sorprese arrivano proprio nei momenti più bui. VOTO 10: VELOCE COME IL VENTO

BOTTAS: il finlandese partiva nono per via della penalità inflittagli per la sostituzione del cambio. Con la strategia e un ritmo gara poderoso, agguanta il terzo posto ai danni di Vettel. Il regalo di Raikkonen consente alla Mercedes di portare a casa un’insperata doppietta. Il suo viso sul podio denota la voglia di Valtteri di “buttarsi” nella volata mondiale. VOTO 9: AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA

RAIKKONEN: parte secondo, stava per arrivare secondo. Stava portando a termine una gara ottima per il campionato costruttori, ma la solita sfortuna si avventa in maniera totalmente ingiusta ed inaspettata. VOTO 9: MAI UNA GIOIA

VERSTAPPEN: l’olandese è diventato maestro delle partenze, almeno quando riesce a farle (vedi Austria 2017). Si difende al limite del regolamento su Vettel, riuscendoci. Il suo talento è cristallino, la macchina non è ancora al livello di Ferrari e Mercedes, ma quando lo sarà (e lo sarà), saranno “… amari” per tutti. VOTO 9: START MASTER

RICCIARDO: l’australiano compie l’impresa, pur con qualche brivido. Al netto, infatti, dell’escursione di pista poco dopo la ripartenza della Safety Car, la sua condotta di gara è stata impeccabile. Ancora un po’ di fortuna e riusciva persino a salire sul podio. Peccato per l’errore in qualifica. VOTO 8: FORMICHINA

HULKENBERG: il tedescone della Renault l’ho sempre stimato tantissimo e dopo questo Gran Premio ancora di più. Arriva quasi sempre a punti, in costante lotta con auto migliori della sua. Il paragone con Palmer è improponibile, oltre che imbarazzante. VOTO 9: MONUMENTALE

VETTEL: era quarto, non una gara eccellente, certo, ma comunque buona in ottica campionato. Invece no, la gomma sinistra si sgonfia e gli rovina il (già complicato) week end. A mio avviso compie una grave leggerezza in partenza quando si fa superare da Verstappen (ma il motore Ferrari non era più potente di quello Tag Heuer della Red Bull?) ed è poco “cattivo” sempre nei confronti dell’olandese in fase di sorpasso. Ripeto: l’unica spiegazione è che la Federazione lo abbia messo su una sorta di “black list”. Della serie: alla prossima infrazione, salti il gran premio e, per punizione, vai a fare il bagnetto a Roscoe, il cane di Hamilton. VOTO 7: L’E’ TUTTO DA RIFARE

OCON – PEREZ: il messicano parte benissimo, ma alla lunga premia di più la strategia del francese. VOTO 7: SOLITI BUONI PUNTI PER IL CAMPIONATO

MASSA: finito il fenomeno Stroll, in una gara normale, su una pista vera, il veterano brasiliano marca il decimo posto finale. Ormai ha la stessa quantità di punti che di capelli in testa. VOTO 6: QUALITA’ TESTANERA

VANDOORNE: il belga compie la sua gara migliore, qualificandosi in Q3. Si sa che in gara la McLaren cala, ma intanto si è messo in mostra. VOTO 6: BRAVO

MAGNUSSEN – GROSJEAN: il duo Haas non aveva l’auto adatta per questo tracciato e si è capito subito. Tra l’ostruzione di Hamilton in qualifica e l’atavico problema ai freni, i due non hanno combinato molto. S.V.

ERICSSON – WEHRLEIN: S.V.

KVYAT: il russo sbaglia tutto. Rischia il posto per davvero, nonostante le riconferme mezzo stampa. Gasly è in agguato. VOTO 2: AUTOSCONTRO

ALONSO: segna la pole in Q1. Poi la McLaren si ricorda che deve rompersi e lo costringe a rimanere nelle retrovie fino al ritiro. VOTO 9: LAMPI DI CLASSE

PALMER: non riesce nemmeno a finire il giro di formazione. S.V.

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