Il rovescio della medaglia: Il caso Gianluigi Donnarumma
Come un fulmine a ciel sereno, il rifiuto del prolungamento del contratto di Gianluigi Donnarumma con il Milan, ha squarciato il cielo del calcio italiano e dei tifosi rossoneri. La notizia ha sconvolto soprattutto quelli che vedevano nel giovane portiere una futura bandiera in un calcio che di bandiere purtroppo non ne ha più. Ex-calciatori, giornalisti e tifosi si sono affrettati a giudicare la decisione di “Gigio” e quasi all’unisono lo hanno additato come traditore. La fama del suo procuratore, al secolo Carmine “Mino” Raiola, ha solo peggiorato il gioco al massacro sul talento di Castellammare di Stabia, ma noi proveremo a raccontarvi un’altra storia o meglio il rovescio della medaglia del caso Donnarumma.
Al netto della retorica grondante su un romanticismo lontano dai tempi attuali, il rifiuto di Donnarumma va ricercato in quello che è il progetto tecnico del nuovo Milan cinese. I cinesi hanno acquistato il Milan a debito facendosi prestare 300 milioni di euro dal gruppo Elliott impegnandosi a restituire la cifra in un anno. In questa situazione Mino Raiola lancia il primo siluro sulla nuova proprietà rossonera esprimendosi in questi termini: “Finora solo una figura di merda”. Inoltre i club europei non possono indebitarsi oltre una certa cifra visto il Financial Fair Play e così anche il nuovo Milan nato già con una spada di Damocle sulla testa è costretto a rendere conto del suo piano finanziario all’UEFA. Il piano finanziario portato a Nyon non convince l’UEFA, infatti alla voce ricavi è presente un +200 milioni di € derivanti dagli incassi dal mercato asiatico. Qui qualcosa stride in quanto, il Real Madrid, uno dei top club per fatturato, incassa 180 milioni dal mercato asiatico e non si capisce come il Milan, in un anno, potrebbe superarlo. Alla voce ricavi inoltre, la dirigenza rossonera, ha aggiunto i proventi di un eventuale partecipazione alla Champions League 2018-2019, qualificazione che il Milan non ha ottenuto in quanto la Serie A 2017-2018 che decreterà chi parteciperà alle coppe europee non è ancora iniziata. Il piano finanziario del Milan viene respinto.
Intanto continuano le trattative per il rinnovo di Donnarumma tra la dirigenza rossonera e Mino Raiola, quest’ultimo chiede che sia inserita una clausola all’interno del contratto del portiere che possa permettere al giocatore di liberarsi a parametro zero nel caso in cui la situazione societaria del Milan precipitasse. Una richiesta che non viene nemmeno presa in considerazione da Fassone e Co. e che porta alla rottura. La richiesta di Mino Raiola per quanto possa sembrare esagerata è comunque ragionevole in quanto se il piano finanziario del Milan dovesse essere bocciato dall’UEFA, il diavolo avrebbe il mercato bloccato. In più se allo scadere di giugno 2018 il gruppo Elliott non dovesse tornare in possesso dei 300 milioni di euro di cui è in credito, il Milan diventerebbe di proprietà di Elliott e il suo futuro sarebbe quello di una società sull’orlo del fallimento.
Questa era l’altra faccia della medaglia del caso Donnarumma che doveva per dovere di cronaca essere raccontata.
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