Un calciatore, un fenomeno, ottavo Re di Roma. Semplicemente Francesco TOTTI


Francesco Totti, un nome che in automatico fa battere i cuori di una tifoseria e battere le mani ad una nazione intera. Dopo 24 anni di Serie A, quella di domenica scorsa contro il Genoa è stata l’ultima partita da calciatore del capitano Francesco Totti.

Francesco Totti, il campione di Roma e di tutta l’Italia

In questi giorni, si sprecano video e articoli dedicati al capitano giallorosso ed è normale dedicare spazio a un uomo che ha fatto la storia non solo di una squadra ma di tutta la nazione. Totti ha sposato una causa, quella giallorossa, e ci ha passato un’intera vita calcistica con quella maglia. Le sirene di squadre, sia italiane che estere, con più blasone della Roma hanno suonato più volte alle porte di casa Totti, ma Francesco non ha mai ceduto alle avances e l’amore per Roma e la Roma ha avuto sempre il sopravvento.  Poteva vincere di più, ma al cuor non si comanda.

Totti non è mai stato uno stinco di Santo, soprattutto in campo. Dallo sputo a Poulsen agli Europei al calcione ai danni di Balotelli in finale di Coppa Italia. Ma chi di noi non ha mai avuto una brutta reazione a delle provocazioni? Francesco sarà anche l’idolo e un’esempio per tantissime persone ma resta pur sempre un essere umano con tutti i suoi pregi e difetti. Totti lo si ama anche per il suo essere spontaneo e mai costruito. Se c’è da fare un cucchiaio ad una semifinale di un Europeo, ad un portiere alto quasi due metri, Totti non ci pensa due volte e fa godere tutta l’Italia. Se stai giocando un ottavo di finale di un mondiale, sei 0-0 e al 93′ ti concedono un calcio di rigore le possibilità sono due: o hai paura e non ti presenti sul dischetto, o sei un fuoriclasse e prendi in mano sia il pallone che le speranze di tutti. Non sta a me ricordare cosa scelse Francesco Totti. Quel gol contro l’Australia, ancora oggi dopo undici anni è impresso nella mente di tutti noi.

Sono sicuro che ognuno di noi ha un gol preferito, segnato da un qualsiasi giocatore. Il mio è proprio uno dei 316 gol segnati nella carriera dal numero dieci giallorosso. Per tanti il gol più bello di Totti è quello segnato da posizione defilata, al volo contro la Sampdoria, ma non è il mio caso. Per me, il gol che più rappresenta il talento di questo grandissimo fenomeno è quello segnato a Milano contro l’Inter nel 2005. In quel 26 Ottobre, il capitano della Roma beffò Julio Cesar con un gol che da lì in poi venne ribattezzato ‘cucchiaio’ per il movimento che faceva il piede al momento del tiro. Dopo aver rubato palla a centrocampo, Totti s’invola verso la porta interista e arrivato al limite dell’area con la coda dell’occhio intravede che il portiere avversario è fuori dall’area. Tocco sotto il pallone, la palla si alza e sorvola la testa del portiere finendo direttamente in porta. Da quella sera, il “cucchiaio” diventa il suo marchio di fabbrica.

Saluta il mondo del calcio giocato, un campione in grado di emozionare e ricevere i complimenti anche da avversari illustri. In un Real Madrid-Roma, i tifosi spagnoli hanno omaggiato con una standing ovation l’ingresso in campo di Francesco Totti. Per il capitano giallorosso grandi applausi dai supporters avversari come era capitato solo a pochi campioni in passato. Tutto il mondo del calcio sarà orfano di un grande campione e noi come i tifosi del Real Madrid, ci alziamo in piedi e battiamo le mani in onore di un calciatore, di un fuoriclasse, o più semplicemente Francesco Totti. Grazie di tutto, Pupone.

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