GRAN PREMIO STATI UNITI F1 2016: Hamilton si avvicina, Ferrari affonda


Il Gran Premio degli Stati Uniti F1 2016 ad Austin ha confermato le tendenze delle ultime gare. Mercedes ha il dominio totale della categoria, gli altri fanno quello che possono. La solitaria ed indisturbata vittoria di Hamilton non è stata sufficiente per dare la scossa definitiva al mondiale: Rosberg infatti è riuscito a riparare i danni con un onesto secondo posto. In ottica classifica generale, il tedesco mantiene un discreto vantaggio in vista delle ultime tre gare della stagione. Ricciardo riesce ad arrivare a podio, mentre Ferrari e Verstappen si autoeliminano dalla gara. Encomio speciale al duo spagnolo: Alonso e Sainz arrivano quinto e sesto dopo una gara grintosa e disonestà al punto giusto.

Alla partenza le due Mercedes scattano bene, ma Ricciardo fa valere la maggiore aderenza delle gomme supersoft e riesce a superare Rosberg. Dietro, Kimi sorprende Verstappen e tallona da vicino i primi tre nonostante la Ferrari non avesse dimostrato un gran passo (in qualifica Kimi aveva preso quasi un secondo e mezzo). Per il resto la gara sembra cristalizzarsi nelle posizioni: in realtà, la lotta Ricciardo – Rosberg (con Raikkonen e Verstappen pronti a fare scherzetti ai due) diventa sempre più serrata, quando, all’improvviso la follia comincia a dilagare in corsia box. Verstappen decide di non avvisare quando rientrare ai pit, costringendo i suoi meccanici, loro malgrado, a diventare attori di una scenetta comica, tra occhiali da sistemare e gomme da trovare: così facendo l’olandese rovina la sua gara, perdendo una decina di secondi (conclusasi in ogni caso poco dopo per via di un guasto al cambio). La vera follia, dettata dalla disperazione, la compie, per l’ennesima volta, la Scuderia

: da un lato, il serraggio errato della gomma posteriore destra di Kimi che è costretto al ritiro mentre stava portando a termine una prestazione cristallina (oltre che punti pesanti in ottica costruttori), dall’altro, la volontà di montare le gomme supersoft a Vettel negli ultimi due giri della gara (verosimilmente per potersi fregiare del “contentino” di aver segnato il giro più veloce). Ad ogni modo, la Ferrari ha perso completamente la bussola: l’auto va forte sulle piste in cui dovrebbe andare peggio (vedi Gp di Suzuka) e riesce a recuperare “inaspettatamente” ritmo e velocità dalle qualifica alla gara. Inoltre, Raikkonen è più costante e veloce di Vettel da almeno un paio di gare (cosa che sarebbe stata inimmaginabile l’anno scorso) e, allo stesso tempo, Sebastian ha perso la felicità di guidare una Ferrari. In breve, anzi in quattro parole: urge un nitrito d’orgoglio! E, per favore, basta titoli utili a calmare la “pancia” dei tifosi: “testa bassa, piedi per terra e lavorare”: la Scuderia ora deve rialzare lo sguardo e abbandonare la paura di sbagliare (in questo le parole di Luca Baldisserri, ex capo ingegnere durante l’era Schumacher, sono state profetiche).

PAGELLE GRAN PREMIO STATI UNITI F1 2016:

HAMILTON: il re nero abdica o si confermerà? Sarà la presenza di Lindsey Vonn o di Christoph Waltz nei box, ma ora Hamilton si può togliere la soddisfazione di vincere e aspettare l’esito del rivale. Ad Austin ha dominato per la quarta volta in cinque edizioni. Nulla è ancora perduto, però è chiamato a compiere un’impresa. VOTO 10: FIATO SUL COLLO

ROSBERG: Nico di Caprio rischia di fare la frittata, poi la virtual safety car lo agevola su Ricciardo. Il suo secondo posto è meritato, con un pizzico di fortuna. Arrivasse sempre secondo per le restanti tre gare, vincerebbe il suo primo campionato. La strada è ancora lunghissima. VOTO 8: LA FORTUNA BACIA I BELLI

RICCIARDO: l’australiano si concede una gara di cattiveria agonistica davvero encomiabile. La sua presenza sul podio è sempre più fissa. Merito del collaudato festeggiamento: bere lo champagne dalla scarpa. Ormai il brindisi è abituato a farlo con le Puma. VOTO 9: SHOEY IN SALSA TEXANA

VETTEL: il tedesco per una decina di giri è in testa, ma è l’illusione magistralmente creata dalla strategia Ferrari. In realtà è sempre dietro a Kimi e purtroppo non riesce ad avvicinarsi ai primi. Solitario come Soldini, il povero Seb sta perdendo l’entusiasmo. Lui arrivava dalla fantasmagorica Red Bull, ora la Ferrari assomiglia ad un cubo di Rubik. Tristissimo vedere un quattro volte campione del mondo rientrare ai box a due giri dalla fine per segnare il giro veloce. VOTO 6: INDIANA SEB: ALLA RICERCA DELLA VELOCITA’ PERDUTA

ALONSO: lo spagnolo sente la grigliata texana che proviene dai camper vicini al circuito e si fa venire l’acquolina in bocca. Negli ultimi dieci giri si esalta e supera tutti: Massa con una ruotata, Sainz con una bella staccata. Il suo urlo di gioia nel team radio è qualcosa di unico per coloro che lo apprezzano. VOTO 9: NANDO AL RODEO

SAINZ: Carlitos sfodera gli artigli e arpiona un sesto posto stratosferico con la modesta, ma non troppo, Toro Rosso. Si vede che i Tori (Rossi), in Texas, hanno le corna davvero lunghe. VOTO 8: COWBOY

MASSA: il brasiliano può recriminare due episodi: la strategia troppo conservativa del suo team e la ruotata di Alonso alla fine del rettilineo. VOTO 5: NON E’ COLPA SUA, MA LA FACCIA CE LA METTE LUI

PEREZ: il messicano compie una gara sottotono, ma in realtà la colpa è di Kvyat che lo tampona poco dopo la partenza. VOTO 5: “HE IS AN IDIOT”

BUTTON: da 19° a 9° è un bel risultato con la McLaren che si ritrova. Indubbiamente non ha perso lo smalto. VOTO 5: JB NON MENO DI NANDO

GROSJEAN: il transalpino porta la Haas a punti nella gara di casa. VOTO 6: COFERMATO

KVYAT: il russo fresco di rinnovo incappa in una gara brutta. Lotta, ma è ancora l’ombra del pilota di inizio anno: tampona Perez e si prende dei nomi. VOTO 4: BATOSTA

MAGNUSSEN – PALMER: lottano per la riconferma, ma si ostacolano a vicenda. VOTO 4: FRATELLI COLTELLI

ERICSSON – NASR: i due gemelli della Sauber sono identici: lenti allo stesso modo. Certo, se la scuderia impone loro di fare una sola sosta è facile immaginare come il loro ritmo di guida sia più simile a Nonna Papera. VOTO 3: IMBARAZZANTI

BOTTAS: il finlandese ha visto la sua gara rovinata per una ruota forata da Hulkenberg, ma la cosa drammatica è stato vederlo annaspare lungo l’intera gara. VOTO 2: IL FINLANDESE INNOCENTE

WEHRLEIN – OCON: i fratelli della Manor lottano per un sedile migliore, ma qui Wehrlein surclassa il francese.

RAIKKONEN: Kimi, da quando è sposato con Minttu, è cambiato: ora è diventato come un martello pneumatico e, infatti, martella temponi per rimanere attaccato ai primi tre. Il vero problema è la Ferrari: prima gli confezionano una strategia su tre pit stop, poi gli avvitano male una gomma. Sarebbe stato estremamente formativo per qualsiasi traduttore ascoltare il team radio in ugro – finnico che ha certamente inviato al suo ingegnere. Potrebbe anche essere il complotto di Arrivabene per evitare che arrivi davanti a Seb in campionato. VOTO 10: DAN BROWN E IL CODICE DI KIMI

VERSTAPPEN: il Driver of the Day è un premio fasullo. L’ha vinto ancora Max pur non avendo compiuto nulla di nota. Max pecca di presunzione e fa fare una figura barbina ai suoi meccanici. I complottisti (probabilmente gli stessi di Kimi) potrebbero pensare che il guasto al cambio non sia stato casuale. VOTO 1: STOPPATO

GUTIERREZ – HULKENBERG: guasti e tamponamenti. Il primo sta vivendo un anno orribile, il secondo andrà in Renault l’anno prossimo. Mi auguro che la scelta sia stata ponderata e attenta, altrimenti sarebbe un peccato per la sua carriera. S.V.

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