GRAN PREMIO GIAPPONE F1 2016: samurai Rosberg, harakiri Hamilton
A Suzuka Rosberg conferma la prima posizione in classifica, mentre Hamilton ritorna ad essere come Penelope: tesse la tela di giorno e la disfa di notte (nel suo caso, alla partenza). Ferrari butta via un podio per via delle penalità comminate ad entrambi i piloti, situazione che ha agevolato il secondo posto di Verstappen. Dietro, Force India prevale sulle Williams, mentre la McLaren rimedia una brutta figura sulla pista di casa della Honda. Mercedes campione del mondo costruttori 2016.
ROSBERG ULISSE ED HAMILTON PENELOPE
Rosberg prosegue la sua striscia vincente, confermando l’ottimo periodo di forma. C’è da dire, in verità, che pur avendo svolto molto bene il compito, non ha avuto un vero confronto: il suo rivale e compagno di squadra ha sbagliato la partenza, consegnandogli la vittoria su un piatto d’argento. Hamilton ha commesso due errori, uno in pista e uno fuori. Il primo riguarda essenzialmente l’aver posizionato la gomma posteriore sinistra, suo malgrado, su una striscia umida della parte “destra” del rettilineo, rallentando di fatto il suo slancio all’avvio (l’inglese ha poi ammesso l’errore, chiedendo scusa al team via radio). Il secondo, invece, riguarda la sua astuzia: fino alla scorsa gara, rinfacciava alla Mercedes di ordire un complotto ai suoi danni, ma oggi l’errore è stato soltanto suo. Non solo, dopo la gara, la Mercedes ha anche provato a tutelare il proprio pilota, azionando un reclamo ufficiale contro la manovra dell’ultimo giro compiuta da Verstappen: l’inglese, prima, ha risposto polemicamente via social, poi, rendendosi conto dell’autogol, ha fatto ritirare il reclamo al proprio team. In altre parole, c’è l’impressione che un campione come lui accampi sempre una scusa per giustificare la propria “mancata vittoria”: una volta è il complotto, un’altra è la strategia, un’altra ancora è una penalità o un sorpasso ai suoi danni. Francamente, da campione talentuoso quale è, ci si aspetterebbe un po’ di rispetto per Rosberg, che, zitto zitto, sta macinando vittorie per cercare di accaparrarsi il suo primo titolo.
FERRARI: GOMME E PENALITA’, E’ SEMPRE UNA FATALITA’ (E TANTA UMILTA’)
Al netto della partenza con handicap, che ha vanificato l’ottima qualifica dei due ferraristi, una lunga serie di fatalità ha rallentato i due alfieri del Cavallino. Vettel compie una partenza buona, supera subito Ricciardo (senza DRS) e Perez, mettendosi all’inseguimento dei primi due. Tuttavia, la sua strategia non gli consente di arrivare sul podio a causa della mancanza di gomme medie (la Ferrari aveva scelto per questo evento solo Soft e Hard) per riuscire a rimanere al passo con Verstappen (con una discreta sfortuna anche in certi doppiaggi): proprio il ritardo nel sostituire le gomme gli ha fatto perdere quel tempo prezioso per restare davanti ad Hamilton. Per Raikkonen, la meravigliosa qualifica (era da parecchio tempo che non partiva dalla terza piazzola) è stata inutile alla luce della sostituzione del cambio, relegandolo all’ottava posizione in griglia. Al via la sua azione è stata “chiusa” dalla partenza al rallentatore di Hamilton, poi a suon di giri veloci e sorpassi ha recuperato sì, ma rimanendo sempre tra la quinta e la sesta posizione. In conclusione, la Ferrari ha scelto una strategia diversa rispetto agli altri, che non ha (tanto per cambiare) pagato. Basti pensare che quando Vettel si trovava dietro ad Hamilton, pur con gomme morbide, non è riuscito ad impensierirlo: in definitiva, quarta e quinta posizione era le uniche raggiungibile, partendo così dietro. Sembra proprio che la Ferrari sia l’unica ad ostinarsi a non voler compiere il famoso “undercut” (che tutti, invece, fanno ai suoi danni): Hamilton ha superato Vettel proprio in questo modo. E’ vero che è semplice parlare col senno di poi, ma è altrettanto vero che è impossibile sbagliare tutte le strategie: se uno dovesse rileggere i precedenti articoli (Austria), troverebbe esattamente le stesse considerazioni.
PAGELLE GRAN PREMIO F1 DI GIAPPONE 2016
ROSBERG: Nico di Caprio ha ormai cominciato a lucidare il ferro di cavallo, cominciando a sfoderare tutte le frasi di circostanza: “per il campionato è ancora lunga”, “buon risultato, ma Hamilton è ancora lì”. Tutto vero, ma ormai 33 punti di vantaggio sono un buon bottino. Se lo saprà amministrare, non calerà mentalmente e soprattutto saprà resistere come Ulisse alle sirene, allora l’Oscar sarà finalmente suo. VOTO 10: IL SAMURAI DI MONTE CARLO
VERSTAPPEN: compie una gara discreta, regolare ed aggressiva. Si difende benissimo, da veterano, dall’ultimo attacco di Hamilton. Unica nota negativa: è sempre in mezzo alle polemiche e ai reclami. Curiosità: dopo la gara, Charlie Whiting ed Emanuele Pirro lo convocano in direzione gara per “tirargli le orecchie”: è già la seconda volta che compie delle difese “estreme” (vedi Raikkonen a Spa), ma nessuno gli toglie punti dalla patente. Raccomandato o graziato? VOTO 9: IL RAGAZZO HA FAME. FIN TROPPA.
HAMILTON: l’inglese riesce a rovinare una buona occasione per rendere la vita difficile a Rosberg. Le sue teorie di complotto si dimostrano poca cosa alla luce del suo errore in partenza. La gara è d’attacco, ma manca il confronto diretto con il suo compagno di squadra. Sta perdendo il campionato non tanto per la velocità quanto per la “testa” e le polemiche con mezzo mondo. VOTO 7: PENELOPE SI LAMENTA UN PO’ TROPPO
VETTEL: il tedesco conquista un quarto posto “stretto”, considerando quanto ritmo aveva la Ferrari su questa pista (il record in gara è suo). E’ eloquente l’espressione che avevano i due ferraristi alla fine delle qualifiche. Forse si lamenta un po’ troppo per le “bandiere blu”, tanto che Charlie Whiting non lo ascolta più. Lui si conferma un punto di riferimento per il team, è il team che deve assecondarlo. VOTO 8: LA LUNGA VIA DEL RINNOVO?
RAIKKONEN: il finlandese dimostra di essere tornato ad esprimersi ad alti livelli. In qualifica sta davanti al suo compagno di squadra, poi in gara fa moltissimi sorpassi e giri veloci. Se la penalità non lo avesse bloccato, al posto di Verstappen ci sarebbe stato lui. Ma con i “se” e con i “ma” non si fa strada. Intanto Kimi ha dimostrato di essere tornato competitivo. VOTO 8: GUIDATORE INCALLITO
RICCIARDO: un passaggio a vuoto piuttosto inspiegabile. Partenza buona, ma non ottima. Le Ferrari lo sorpassano, ma il suo compagno di squadra è sul podio e lui no. VOTO 6: IN OMBRA
PEREZ – HULKENBERG: i gemelli “indiani” compiono un’egregia gara, regalando alla Force India ben dieci punti di vantaggio sulla Williams, oltre ad averle superate in pista (Nico in particolare compie un sorpasso da cineteca su Bottas, con annesso “epico” team radio): VOTO 10: “SEE YOU LATER”
MASSA – BOTTAS: i due fratelli “Martini”, invece, sbagliano strategia non solo in qualifica, ma anche in gara. VOTO 5: NELLA VITA BISOGNA ESSERE COERENTI. BRAVI.
GROSJEAN – PALMER – KVYAT – MAGNUSSEN: piloti che hanno fatto a spallate con gli altri, ma che alla fine sono rimasti senza punti. Alcuni dovrebbero essersi guadagnati il rinnovo, anche se voci dicono che in Renault potrebbero arrivare Hulkenberg e Vergne. VOTO 6: LIMBO DORATO?
ERICSSON: lo svedese dall’occhio “fisso” arriva davanti a un sacco di gente brava. Merito suo o delle sfortune altrui? VOTO 5: PROPENDO PER LA SECONDA
ALONSO – BUTTON: non c’è più la Michibata e Jenson non va. Nando più di tanto non può gridare via radio (ricordate il team radio dell’anno scorso “Gp2 engine”?). Il nuovo motore Honda è un flop. Loro ormai sono in procinto di abbandonare la zattera. VOTO 4: BARAHONDA
SAINZ: lo spagnolo si è distinto per alcune frenate a ruote bloccate e numerosi dritti. Sembrava smanioso di spaccare il mondo, ma quello che alla fine ci ha rimesso è lui. VOTO 4: IDEE CONFUSE.
NASR: diciamo che non si capisce molto il suo “talento”. VOTO 2: SUTIL, VERGNE, TORNATE!
GUTIERREZ: S.V. non si ritira, ma vanifica una bella qualifica. Si gira da solo in frenata all’ultima chicane per evitare una Toro Rosso.
OCON – WEHRLEIN: buona lotta durante i doppiaggi. Quando vedono Vettel negli specchietti ingaggiano una buona resistenza. VOTO 7: PALADINI DELLA MANOR
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