Disabilità! Lo Sport è di tutti, ad esclusione dei dopati


Lo Sport è sacrificio, abnegazione, gioie e dolori. Atleti normodotati o con disabilità? Ognuno deve aver la possibilità di provare queste emozioni, ogni uomo, donna o bambino che nasce deve provare i brividi che solo lo Sport sa regalare.

DISABILITA’- Nello Sport non ci sono limiti e l’esempio lampante arriva dalle ultime Paralimpiadi disputatesi a Rio, dove atleti con differenti disabilità si sono dati battaglia su ogni terreno di gioco. Gli atleti paralimpici possono avere alcune difficoltà fisiche ma a livello caratteriale sono superiori rispetto agli atleti delle più note Olimpiadi. Un esempio su tutti arriva dai 1500 metri, l’atleta ipovedente algerino, Abdellatif Baka, ha conquistato la medaglia d’oro nella specialità dell’atletica leggera fermando il cronometro in 3’48″29, meno del 3’50″00 con cui l’americano Centrowitz vinse nella stessa distanza ai Giochi disputati in agosto. Senza allontanarci troppo dai nostri confini nazionali, sono molteplici gli esempi di atleti paralimpici italiani che con volontà e determinazione si sono fatti rispettare dal mondo intero. I più famosi agli occhi di tutti sono Alex Zanardi e Bebe Vio. Il primo, alla tenera età di 50 anni regala alla spedizione azzurra tre medaglie, due d’oro e una d’argento a dimostrazione che dopo un brutto incidente e la conseguente perdita delle gambe, chiunque può dare una svolta alla sua vita e dimostrare il suo reale valore. Beatrice Maria Vio, meglio conosciuta come Bebe, fin dall’età di 5 anni ha fatto scherma ma a 11 anni vennè colpita da una meningite fulminante che le causò un’estesa infezione ad avambracci e gambe di cui si rese necessaria l’amputazione. L’amore di Bebe nei confronti dello Sport non è stato intaccato e grazie ad una particolare protesi progettata per sostenere il fioretto, Bebe ha ricominciato a disputare gare di Scherma. Sacrifici, sofferenza e dolori spazzati via il 14 Settembre 2016 quando sulla pedana di Rio, Bebe conquista la medaglia d’Oro ai giochi Paralimpici.  Chi sono gli atleti inferiori? Siamo sicuri che hanno delle disabilità?

DOPING- Gli atleti paralimpici sono la massima espressione dello Sport inteso come rivalsa personale e sacrificio, ovvero il lato bello e pulito. L’altra faccia della medaglia si chiama doping, la parte brutta che rovina questo mondo fantastico. Ogni atleta cerca di migliorarsi sempre di più e di raggiungere risultati al limite dell’impossibile, ed è per questo che in tanti si affidano ad alcuni stratagemmi. Attenzione, il doping non è soltanto quello delle sostanze ingerite che aumentano la resistenza e le capacità, non sono solo le infiltrazioni per “alleviare” dolori, non è il doping elettronico con le modifiche alle bici dei ciclisti, ma c’è il doping politico. Ed è quello accaduto alle ultime Olimpiadi, un gruppo di hacker russi, denominato Fancy Bear, ha attaccato il sito della Wada ovvero l’agenzia mondiale antidoping. Gli hacker russi hanno accusato d’irregolarità gli Stati Uniti e alcuni loro atleti, una su tutti la ginnasta Simone Biles. La giovane americana a Rio ha vinto 4 ori e 1 bronzo, suscitando qualche dubbio sulla sua prestanza fisica ed atletica. La ginnasta ha risposto alle accuse, dichiarando che ha sempre assunto medicine per i suoi cali d’attenzione. E’  la solita guerra USA-Russia? O accusare gli avversari è la nuova frontiera del doping?

+ Non ci sono commenti

Aggiungi