Rivalità storiche: derby Eterno, Aquile o Leoni?
Il Portogallo, da qualche settimana a questa parte, in ambito calcistico, è la nazionale sulla bocca di tutti. Questo perché il 10 luglio scorso, allo Stade de France di Saint Denis, sconfiggendo la Francia, si è laureato campione d’Europa.
Il fulcro e capitale del paese lusitano è la magnifica Lisbona.
L’atmosfera tranquilla e solare che aleggia in città, un buon caffè al bar o ancora meglio un gustoso e tipico pastel de nata, sono ancora più suggestivi se nel mentre si parla di futebol.
I lisboneti sono tipi cordiali, sempre disponibili e difficilmente si trovano in contrasto tra di loro. Solo su una cosa sono divisi: la fede calcistica.
O sei del Benfica e sei dello Sporting Lisbona, aquila o leone.
Questa eterna rivalità ha caratterizzato e segnato la storia del calcio portoghese ed europeo.
Il 28 febbraio 1904, nel retrobottega di una piccola farmacia nel quartiere di Belém, Cosme Damião e un gruppo di studenti, crearono un club calcistico con finalità sociali. Questo club fu denominato Sport Lisboa.
Quel giorno di fine febbraio questi ragazzi decisero praticamente tutto di quel che doveva essere la loro società: i colori sociali (bianco-rosso), lo stemma con l’aquila (simbolo d’indipendenza e autorità) e il motto “E pluribus unum” (dai tanti diventiamo uno).
Quattro anni dopo ci fu l’unico grande cambiamento della storia dello Sport Lisboa: venne inglobata un’altra piccola società (Grupo Sport Benfica), da cui prese il nome e la ruota di bicicletta, inserita addirittura nello stemma attuale.
Nonostante le buone intenzioni di questi giovani ragazzi, le risorse economiche scarseggiavano perché rimaneva comunque un club appartenente al popolo e agli studenti.
Dunque tutti i migliori talenti “migravano” nell’altra squadra di Lisbona: lo Sporting, che apparteneva all’aristocrazia e offriva stipendi e possibilità economiche decisamente migliori.
Questo fu il principio di questa meravigliosa rivalità della capitale.
Successivamente il Benfica cambiò sede e iniziò – negli anni Trenta e Sessanta – un ciclo di vittorie e dominio in Portogallo ed in Europa.
Grazie ad Eusebio – giocatore simbolo fenomenale, vincitore anche del Pallone d’oro – al Benfica arrivarono in bacheca 8 Titoli nazionali, 3 Coppe del Portogallo e 2 Coppe Campioni.
La “Pantera nera” assieme ad un buon gruppo di compagni, riuscì ad ottenere questi risultati grazie anche alla supervisione del tecnico ungherese Béla Guttmann.
L’allenatore dopo questa serie di successi incredibili, pretese dalla società un aumento dello stipendio che gli venne rifiutato.
Decise così di andarsene e lanciò una maledizione che tuttora è in atto: “Da qui a cento anni, il Benfica senza di me, non vincerà mai più la Coppa dei Campioni“. Questa profezia si è avverata e “O Glorioso” non ha più sollevato quel trofeo nonostante le 5 finali disputate.
Il simbolo del Benfica è l’aquila che anche oggi prima dei match casalinghi allo stadio Da Luz, vola ad alta quota.
L’aquila si chiama Vitória, nome che testimonia l’attitudine Benfiquista che ha e avrà in eterno il mito di Eusebio.
Nel 1902, dunque qualche anno prima degli albori del Benfica, venne fondato il Sport Club de Belas, diventato poi Sporting Lisbona nel 1906.
Questo club fu gestito e patrocinato dai Visconti de Alvalade (da cui ne deriva il nome dello stadio “José Alvalade”).
Infatti in occasione del primo match vinto dai Leoni, addirittura presenziava la famiglia reale.
Lo Sporting è sempre stata considerata come la squadra dei ricchi e degli aristocratici, con la disponibilità economica maggiore rispetto a tutte le altre contendenti in Portogallo.
La tipica divisa a strisce bianco-verdi è nata – quasi casualmente – dopo una storica vittoria in un derby contro il Benfica: infatti la vera uniforme dello Sporting era tutto bianca.
La famiglia Alvalade ha sin da subito promesso di ottenere grandi risultati in patria e in Europa. Promessa mantenuta in realtà solo per metà perché oltre il confine portoghese, è arrivata solamente una Coppa delle Coppe nel 1964 e una finale di Coppa UEFA nel 2005.
I Leoni hanno comunque ottenuto grandi vittorie in campionato, specialmente negli anni Quaranta e Cinquanta, dove sono arrivati 10 Titoli e 4 Coppe nazionali.
Lo Sporting Lisbona ha sempre messo a disposizione grandi talenti proveniente dal vivaio. Su tutti possiamo ricordare Cristiano Ronaldo, Luis Figo, Rijkaard, Paulo Sousa, Helder Postiga, Miguel Veloso e Simão.
Nonostante il Benfica sia una società più vincente, il motto dello Sporting (“Esforço, Dedicação,Devoção e Gloria“) è sempre molto in auge.
Dunque in città c’è questa forte rivalità tra le due squadre, ma ciò che caratterizza le schermaglie tra i tifosi di una o dell’altra è la goliardia e l’ironia.
Quando i “benfiquisti” si vantano di avere la bacheca piena di trofei, i biancoverdi dello Sporting tirano in ballo la maledizione di Béla Guttmann. Quando invece i leoni affermano di non essere mai scesi di categoria, vengono messi subito al corrente che non vincono il campionato dal lontano 2001.
Passeggiando per i saliscendi dei vialoni alberati della città è facile incontrare gruppi di tifosi del Benfica o dello Sporting, ed è alquanto divertente osservare la gara di cori e sfottò quando le “rivali” vengono a contatto, prima di darsi pacche sulle spalle e andarsi a prendere una birra tutti insieme.
Questo attesta ancora di più quanto, oltre alla normalissima rivalità che caratterizza qualsiasi stracittadina, questa in particolare goda di un’ atmosfera distesa e sportiva che non sfocia mai nell’eccesso fuori dal campo.
Il derby di Lisbona, chiamato in patria come Derby Eterno è sicuramente uno dei più belli e affascinanti d’Europa, sia per passione che per spettacolo in campo: la velocità e la tecnica sopraffina delle aquile contro la compattezza dei leoni.
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