GP GRAN BRETAGNA F1 2016: SPROFONDO ROSSO


Il  GP GRAN BRETAGNA F1 2016 Silverstone è stato ricco di riflessioni: sul terzo circuito più lungo del campionato (dopo Spa e Baku), costruito all’interno di un ex aeroporto militare della Seconda Guerra Mondiale, va in scena la prima sorpresa. Prima della gara, un’importante scroscio di pioggia (il tipico tempo inglese) costringe la Direzione Gara a propendere per una partenza dietro la safety car e già qui abbiamo la prima riflessione da fare: comprensibile la motivazione sicurezza (l’incidente di Bianchi è sempre lì a ricordarci il pericolo), ma con delle gomme che a 300 km/orari riescono a drenare 60 litri d’acqua, perché impedire ai piloti di mostrare subito chi ha il “manico” su pista bagnata (creando il tanto auspicato spettacolo), soprattutto in un momento in cui la pista era sì bagnata, ma aveva già smesso di piovere?

Alla partenza, al netto del problema di pozzanghere lungo la pista, Hamilton si lamenta del fatto che dietro alla safety car non riesce a scaldare le gomme, con addirittura il pilota inglese che prova a comandare via radio alla direzione gara il momento per rientrare. Dopo 6 giri, la safety si toglie e le due Ferrari entrano ai box per montare le gomme intermedie seguite da quasi tutte le altre auto, tranne i primi quattro (le due Mercedes e le due Red Bull). In occasione della Virtual Safety car per l’uscita di pista di Wehrlein, cambiano anche Hamilton, Rosberg e Verstappen. Al sedicesimo giro Vettel osa e monta le gomme da asciutto, mentre Verstappen scavalca Rosberg con un meraviglioso sorpasso all’esterno della curva Chapel.

Vettel tenta di recuperare, ma proprio mentre segnava il miglior tempo, incappa in una pozzanghera che lo costringe ad un testacoda, interrompendo la sua rimonta. Poi sequenza di battaglie: Rosberg e Verstappen a suon di giri veloci (con il tedesco che riesce a riscavalcare l’olandese), Alonso e Massa (con lo spagnolo che finisce momentaneamente nella ghiaia) e, negli ultimi giri, Raikkonen e Perez per la quinta posizione. Vettel vede la sua mesta gara concludersi con una penalità di cinque secondi per via di un sorpasso azzardato ai danni di Massa, relegandolo nelle retrovie. L’ultimo colpo di scena è per opera di Rosberg, con il tedesco che vede il suo cambio guastarsi, costringendolo a “saltare” la settima marcia: in virtù però del suggerimento via radio del suo ingegnere (vietato dal regolamento), Nico ha visto sfilarsi da sotto il sedile il secondo posto sul podio a favore di Verstappen. Certo che un regolamento che vieta le comunicazioni tra muretto e pilota, è un po’ un non-sense, analogamente a quanto era accaduto con Lewis Hamilton a Baku…se è da considerare spettacolo vedere un pilota costretto a ritirarsi perché l’auto si rompe e nessuno gli può dare una mano, è veramente aberrante.

A questo punto è doveroso un approfondimento sulla Ferrari. In questo week end, tutto è girato storto (sai che novità): dalla sostituzione del cambio sull’auto di Vettel, passando per la qualifica anonima e arrivando alla mediocre prestazione della squadra. Posto che il problema della Ferrari, come da me sostenuto da tempo, non sono i piloti, vedere le due Rosse arrancare (o annaspare, a seconda del meteo che intendete prendere in considerazione), perfino dietro alla (dignitosissima) Force India, scuoterebbe perfino il tifoso più tranquillo. Al netto delle solite polemiche degli “ingegneri del lunedì”, Raikkonen ha confermato la prestazione vista in qualifica, partendo quinto ed arrivando quinto, a venti secondi da Hamilton; tuttavia, il vero mistero riguarda Vettel, con il tedesco alle prese con una crisi tecnica sulla sua vettura davvero non indifferente (siamo già al secondo cambio sostituito nel giro di due gare, perciò altre penalizzazione arriveranno), che lo sprofonda a -69 in classifica generale, dietro anche al suo compagno di squadra. Mentre la Red Bull sta tornando, in maniera a dir poco sorprendente considerando il motore che ha, ai vertici della categoria, lottando quasi sempre con una Mercedes, la Ferrari sta vivendo un calo nello sviluppo della prestazione. La domanda, allora, è: il tanto decantato “programma di sviluppo” dell’auto per tutta la stagione e le relative “frasi di riscossa” per i tifosi, avevano un fondamento oppure erano solo “aria fritta”? La pazienza ha connotato, oserei dire da sempre, il tifoso ferrarista, recentemente (ormai sono quasi dieci anni) abituato alle vittorie di Schumacher & co., ma ora, con la nuova squadra messa in piedi dal presidente Marchionne e da Arrivabene, è lecito porsi interrogativi. Quando hanno annunciato un’auto “rivoluzionaria e innovativa”, è saltato fuori quell’aspirapolvere della F14T, quando hanno annunciato un’auto “senza fronzoli, che bada al sodo” hanno realizzato la dignitosa SF15 T, mentre, quest’anno, quando hanno annunciato la SF16 H che doveva essere l’auto “pronta per l’attacco finale” al dominio Mercedes lungo tutto l’arco della stagione, questo non si è verificato. I risultati, al netto delle sfortune fisiologiche, non confermano questo ideale, anzi stanno palesando i cronici problemi delle recenti vetture Ferrari: mancanza di trazione e scarsa capacità di mandare in temperatura le gomme. Ciò che dispiace maggiormente è che i bravi tecnici in Ferrari esistono, ma i loro sforzi vengono vanificati dal riscontro in pista totalmente spiazzante. In definitiva, o cambiano le regole generali sulla costruzione dell’auto oppure deve cambiare la filosofia costruttiva della Ferrari: c’è il rischio che troppi campioni (Alonso, Vettel, Raikkonen) si parcheggino nella “prigione dorata” della Scuderia, senza poter veramente essere messi nelle condizioni di gareggiare alla pari con gli altri team.

PAGELLE GP GRAN BRETAGNA F1 2016:

HAMILTON: il campione inglese si crogiola della sua vittoria roboante, diventando profeta in patria. Sostanzialmente il suo week end è stato perfetto. Unico brivido, quando rischia di tamponare la Safety Car. VOTO 10: EFFETTO BREXIT

VERSTAPPEN: ormai sono finite le parole per descrivere ciò che sta facendo questo ragazzino. E’ aiutato dalla macchina, ma la stoffa ce l’ha tutta. Il sorpasso all’esterno su Rosberg è da stropicciarsi gli occhi in questo periodo di “magra”. VOTO 10: L’OLANDESE VOLANTE

ROSBERG: il tedesco incappa in un week end storto, coronato dalla rottura della settima marcia a pochi giri dalla fine. E’ ridicola la regola per la quale non è possibile dare al pilota le informazioni per “salvare” la macchina e portare a casa un buon risultato. VOTO 8: POTEVA ANDARE MOLTO PEGGIO

RICCIARDO: l’australiano conduce una gara normale, ma perde il confronto con il compagno di squadra. VOTO 7: LE GERARCHIE NON DEVONO CAMBIARE. FORSE

RAIKKONEN: il finlandese fresco di rinnovo fa la sua gara: sembra destinato ad addormentarsi dietro a Perez, invece si sveglia e lo supera. Il risultato non è gratificante. VOTO 6: DISTACCO ABISSALE DALLE MERCEDES

PEREZ: fa una gara bellissima, poi finisce le gomme. VOTO 8: ARTISTA SULLE TELE

HULKENBERG: al pari del suo compagno fa una bella gara, anche se impazzisce dietro a Massa. Le sue quotazioni salgono leggermente, ma rimane dietro al suo compagno di squadra. VOTO 7: AVESSE AVUTO IL CLACSON, MASSA SAREBBE SORDO

SAINZ: lo spagnolo arriva sempre nella zona bassa dei piazzamenti a punti. Nonostante un testacoda innocuo, batte anche le Williams. VOTO 8: CARLOS MICA TANTO JUNIOR

VETTEL: per Seb week end cominciato male, finito peggio. Gara brutta dall’inizio alla fine, senza appello la Ferrari. VOTO 5: “POTREBBE ANDARE PEGGIO” DICEVANO. “POTREBBE PIOVERE” DICEVANO.

KVYAT: il russo torna a punti dopo un’eternità. Il merito è anche suo. VOTO 6: SE NON ARRIVA DAVANTI A SAINZ, LA SUA PERMANENZA SI COMPLICA

MASSA, BOTTAS: sarà un problema dell’auto, ma su questa pista danno l’impressione di essere più dei “tappi” per gli altri che veri inseguitori. VOTO 3: VOLTIAMO PAGINA.

BUTTON, ALONSO: al contrario delle due Williams, le due Honda sono pimpanti, ma la prestazione rimane comunque al di sotto delle aspettative. VOTO 5: CON PISTA UMIDA, IL MOTORE CONTA MENO. E SI VEDE.

NASR, GUTIERREZ: sostanzialmente ultimi. Inquadrati qualche volta, ma almeno non sono usciti di pista.

MAGNUSSEN, PALMER, GROSJEAN, ERICSSON: noie meccaniche.

WEHRLEIN, HARYANTO: escono di pista nella stessa esatta curva.

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