Stevie ray Vaughan: il re del Texas-Blues


Sono passati quasi 26 anni dalla prematura scomparsa di quel chitarrista leggendario che porta il nome di Stevie Ray Vaughan: anche se ha pubblicato solo quattro album in studio ed uno live, ancora oggi, molti chitarristi tentano di approcciarsi al suo modo di suonare la chitarra, in maniera istintiva, grezza, viscerale. Il tragico incidente aereo che nel 1990 causò la dipartita di Stevie, non bastò di certo a fermare il ricordo, il suo stile chitarristico unico ed irripetibile. Tantissimi artisti anche molto famosi (come John Mayer o Kenny Wayne Shepard) tenteranno di imitare il suo particolarissimo approccio allo strumento, che lo ha reso a tutti gli effetti uno dei capostipiti indiscussi del texas blues. Dotato di una personalità carismatica ed eclettica, Stevie ha reinventato il blues e gli ha dato nuova forma, mescolando le sue varie influenze musicali. Nel corso dell’articolo approfondiremo la maggior parte degli aspetti che hanno reso grande questo straordinario artista.

LE ISPIRAZIONI MUSICALI:

Vaughan, inizio’a suonare quando aveva 8 anni. Fu suo fratello Jimmy (che diventò poi molto conosciuto nei clubs texani, in quanto suonò nel famoso gruppo Fabulous Thrunderbirds) a dargli le prime lezioni di chitarra e gli mostrò alcuni accordi basilari: Stevie fu più che altro un autodidatta, ed apprese i fondamentali suonando per la maggior parte ad orecchio, non imparando mai a leggere la musica. Il nostro, fu attratto dalla musica blues fin dall’inizio: ascoltava dischi delle stelle del blues come B.B. King, T-Bone Walker, Muddy Waters, Howlin’Wolf, Albert Collins, John Lee Hooker, Jimmy Reed  e gli piacevano anche artisti rock come gli Yardbirds, Eric Clapton e Jeff Beck.

Vaughan riprese molte canzoni dei suoi artisti preferiti compresa “Mary Had A Little Lamb” di Buddy Guy. Molte delle influenze blues e rock di Vaughan sono molto evidenti nelle sue esecuzioni energiche ed emotive, nelle improvvisazioni e nello stile chitarristico. Uno degli artisti che più lo influenzò fu Albert King: molte frasi e bending di Stevie ricordano molto il suo modo di suonare, così come anche l’intenzione ed il carisma di Buddy Guy. Fece suoi anche molti passaggi di Freddie King, ma il chitarrista che probabilmente lo influenzò maggiormente fu, senza ombra di dubbio, Jimi Hendrix. Lungo tutta la sua carriera, Vaughan suonò ed interpretò molte canzoni di Hendrix , comprese “Voodoo Chile”, “Third Stone From The Sun ” e “Little Wing”. Agli inizi degli anni 70, Vaughan improvvisava con Johnny Winter, ed il bassista del gruppo, Tommy Shannon, divenne un membro della band di Vaughan, i Double Trouble. Oltre al blues ed al rock, Vaughan trasse ispirazione anche dalla musica del R&B e del jazz.

lO STILE E LA TECNICA CHITARRISTICA:

Lo stile chitarristico di Vaughan era profondamente radicato nel blues e nelle sue armonie: usava quasi esclusivamente scale pentatoniche minori, maggiori e scale blues. Gli piaceva collegare gli accordi con dei fraseggi, bicordi o scale per fare da ponte e collegare cambi di accordi (come faceva Herdrix). Vaughan riuscì ad ogni modo, a combinare all’interno del suo stile, gli influssi rock e quelli jazz, sviluppando uno stile personale ed unico.

Altro esempio stilistico di Stevie lo abbiamo in”Pride and Joy”. Il fraseggio di questo pezzo è ritmico, grezzo e sporco: solitamente per dare enfasi ai suoi riff ed accompagnamenti stoppando (quasi “grattando”) le corde con la mano sinistra e con movimenti di plettro energici, lasciando suonare solo le note principali dell’accordo o dell’assolo in questione. Altro marchio di fabbrica di Vaughan, oltre ai suoi bending energici (strizzando l’occhio a Buddy Guy) ed il vibrato molto veloce, consisteva nello sfruttare molto le corde a vuoto. Così facendo riusciva a creare sonorità decisamente d’impatto e molto piene. Il suo bending andava da mezzo tono a due toni interi ed era in grado di tirare corde con qualsiasi dito della mano sinistra, compreso l’ indice per imitare fraseggi nello stile di Albert King. A volte Stevie suonava accordi jazzistici ispirati a Hendrix e Wes Montgomery, specie nelle sue ballate più lente (es. “Lenny”) che contengono melodie in ottava e di quarta. Le chitarre di Vaughan erano accordate secondo lo standard normale di accordatura, ma, di solito,accordava l’intera chitarra di mezzo tono piu’ bassa. Nelle rare occasioni in cui suonava una chitarra slide, adattava l’accordatura in sol di mezzo tono più alto.

Quando si parla di tecnica, l’elemento più distintivo del modo di suonare di Vaughan era costituito dalla sua tecnica della mano destra. Spesso alternava l’uso del plettro all’uso delle dita (il medio soprattutto). Per ottenere variazione di tono e armonici, rigirava il plettro e pizzicava le corde con l’estremità arrotondata oppure lo teneva nascosto nel palmo della mano e faceva “schioccare” le corde (dando un tono percussivo) solo con le sue dita. Vaughan riusciva a controllare l’energia con la sua mano destra: spesso colpiva le corde con forza, tuttavia era in grado di suonare nell’immediato anche passaggi morbidi con tocco leggero. Le tecniche a mano sinistra di Vaughan comprendevano hammer-on , pull-off , legature e spesso fraseggi legati ed a volte, usava il pollice della sua mano sinistra sulla tastiera per suonare gli accordi. Usava molto la leva del tremolo delle sue Strato, sia per il vibrato leggero che per quello più “selvaggio” alla Hendrix.

LE CHITARRE:

All’inizio della sua carrirera, Vaughan ebbe  una serie di chitarre, prima di acquisire la favorita di sempre, una Fender Stratocaster. La sua chitarra principale fu una Strat del ’59 avente un manico dei primi anni 60 e tastiera in palissandro, denominata Number One (o First Wife).

Vaughan apportò alcune modifiche a quest’ultima Strato, come un tremolo per mancini (la leva del tremolo infatti era posizionata nella parte alta della chitarra e non viceversa) e grossi tasti Gibson poiché era abituato a suonare questa chitarra con corde molto spesse (.013). Stevie suonò tantissime Stratocaster durante la sua carriera. Tra le più famose ricordiamo una Strato regalatagli da sua moglie, dell’inizio degli anni 60 con tastiera in acero, che soprannominò “Lenny”, una Strato del ’60 con la finitura Fiesta Red, e una Strat del ’64 gialla con un pickup DiMarzio sulla posizione del ponte, modificata da Charley Wirz. Ebbe anche diverse Fender Strato fuori serie, come un’esemplare bianco con pickups “lipstick” (a forma di rossetto appunto) della Danelectro (soprannominata “Charlie”) ed una Hamiltone che riportava il nome di Vaughan intarsiato sulla tastiera di ebano, avente pickup EMG attivi, che poi Stevie sostituì con dei passivi.

Sebbene raramente Vaughan suonasse altre chitarre al di fuori delle Strato, lo abbiamo visto anche Gibson ES-335 del 1958, un modello Kay Barney Kessel, una Airline del ’48, una coppia di Fender Telecaster e una Gibson John Smith, che uso’ in “Stan’s Swang”. La principale chitarra acustica di Vaughan fu una chitarra National Duolian del ’28, appartenuta , un tempo, a Blind Boy Fuller. Vaughan suonava con un pesante pick Delrin 0.43.Utilizzava corde “pesanti”, preferendo la scalatura: 0.13,0.15,0.19,0.28,0.38 , 058, anche se alla fine della sua carriera tornò ad utilizzare la scalatura più classica 0.11.

AMPLIFICATORI ED EFFETTI:

Le scelte di Vaughan riguardo gli amplificatori furono un elemento chiave del suo potente sound. Sul palco, collegò amplificatori in parallelo, creando combinazioni che modificò durante il corso della sua carriera. Agli inizi degli anni 80, usava due combo 1×15 Fender Vibroverb del 63. Il Vibroverb fu uno degli amplificatori preferiti da Vaughan, e piu’ tardi, durante la sua carriera, usò questo ampli per potenziare un cabinet di uno speaker Leslie. Alla fine degli anni 80, usò un paio di combo 4×10 Fender Super Reverb della metà degli anni 60. A volte, aumentava il setup del suo amplificatore con una testa da 150 watt di un Dumble Steel String Singer. Vaughan suono’ anche con vari amplificatori Marshall, sia sul palco che in studio.

Durante la registrazione di “In Step”, Vaughan suono’ con diverse testate Marshall., comprendenti un JCM800 da 100 watt e 200 watt, un Marshall Major Super P.A. e dei Super Leads. I Majors erano collegati a cabinets Marshal da 4×12 e 8×10. Altri amplificatori usati nelle sessioni di “In Step” comprendono un Fender Twin del 62, un Fender Bassman 4×10 del 59, un Fender Harvard e un Magnatone.

C’erano solo pochi pedali nell’equipaggiamento degli effetti di Vaughan. Il suo effetto preferito era uno Ibanez Tube Screamer, che usava anche in coppia: uno per dare la saturazione, mentre l’altro era utilizzato principalmente per aumentare il suo segnale della chitarra per gli assoli. Altri  pedali per gli effetti da lui utilizzati furono un Fuzz Face, una Octavia e un Vox wah-wah. In studio, uso’ a volte due pedali wah-wah, un Univibe e un unita’ Fender Vibratone per effetti Leslie.

Ascoltiamo ora il genio ed il carisma di Stevie Ray Vaughan in questi due video. Al prossimo appuntamento!

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