Test 2 Barcellona: Halo e qualifiche F1 2016.


Una settimana dopo i test di Barcellona 2 si può finalmente completare il bilancio parziale già cominciato, analizzando Halo e qualifiche F1 2016. Mercedes ha continuato a detenere la leadership della classifica, sia a livello di prestazioni assolute sia in termini di affidabilità. Tuttavia la Ferrari non è così lontana dalla Mercedes: sia come prestazione sul giro secco che come simulazione di gran premio, sia con Raikkonen che con Vettel, la SF16H ha dato modo di mostrare ottimi riscontri cronometrici e di passo gara. Solo a Melbourne avremo modo di capire quanto la Mercedes si sia “nascosta” e quanto la Ferrari si sia avvicinata. Non bisogna però dimenticare che al terzo posto provvisorio dietro le due superpotenze si collocano due team che si sono parecchio nascosti. La Williams sembra essere una seria rivale della Ferrari, soprattutto alla luce delle dichiarazioni di Massa relative alle novità che metteranno in pista solo a Melbourne. Allo stesso modo non bisogna però sottovalutare le dichiarazioni positive e speranzose di Ricciardo che considera la sua Red Bull la terza forza sulla piazza. Attendiamo le prove libere tra dieci giorni per capire meglio chi ha ragione e chi ha bluffato.

In questi giorni però tiene banco la questione relativa alle nuove qualifiche: Vettel ha già bocciato l’idea, ratificata la scorsa settimana dal World Motor Sport Council, affermando che non si può snaturare lo sport. In effetti, la variabile della casualità e della fortuna (bandiere gialle, incidenti, piloti che rallentano per rientrare ai box, traffico, pioggia..) è molto più determinante rispetto al passato, tanto da mettere in pericolo lo spirito stesso della pole, cioè quello di decretare il pilota più veloce sul giro secco. Ora il format prescelto e approvato sembra essere quello di una selezione ogni novanta secondi del pilota più lento in Q1 e Q2, mentre la Q3 rimarrebbe nella forma tradizionale. I piloti in effetti avevano sollevato diverse perplessità relativamente alla Q3, dato che i migliori piloti avrebbero dovuto usare gomme usate nelle due precedenti eliminatorie (oltre al treno extra di gomme morbide della Pirelli), vanificando in radice la possibilità di migliorarsi dopo il primo tentativo. Inoltre, la famosa questione di eventuali problemi di software, che Ecclestone aveva paventato, sembra essere stata una scusa per “forzare” i tempi al fine di portare spettacolo il prima possibile in questa Formula – noia (sembra addirittura che Ecclestone avesse ideato un format di qualifiche articolato con griglia invertita e zavorre per la auto più veloci, radicalmente bocciato dai team). La stessa Ferrari, già con Vettel e poi con il presidente Marchionne, ha cambiato opinione sulle nuove qualifiche, tanto che per un certo periodo di tempo si era anche vociferata la possibilità di “veto” sulla questione: la strada però per modificare una decisione appena presa è molto lunga e quindi le nuove qualifiche le vedremo in ogni caso in Australia, soprattutto dopo le parole di Claire Williams (“prima di criticare, aspettiamo e vediamo come sono”).

Ultima grande novità riguarda invece lo scudo “Halo”, ideato dalla Mercedes, provato da Kimi Raikkonen e Sebastian Vettel durante gli ultimi test. Sicuramente questo sistema migliora la protezione del casco del pilota come sostiene Rosberg, ma non mancano le critiche. Se i due piloti Ferrari non hanno riscontrato problemi di visibilità, certamente Kimi Raikkonen ha sottolineato i problemi legati all’entrata e all’uscita rapida del pilota dall’abitacolo con il nuovo sistema (basti pensare ad incidenti come quello di Sainz jr. a Sochi l’anno scorso, nel quale il pilota è rimasto sotto le barriere, rendendo ancora più complesse le operazioni di salvataggio, oppure nel caso di incendio nell’abitacolo). Inoltre, aggiungo che il nuovo sistema esclude sì il pericolo di una gomma “impazzita” (come nel caso del tragico incidente di Henry Surtees a Brands Hatch), però non esclude ancora il pericolo di una molla “volante” come nel caso dell’incidente di Massa. Piuttosto che un sistema relativamente sicuro come l’Halo (e anche antiestetico, dato che si fa molta più fatica ad identificare visivamente il casco del pilota), suggerirei di prendere in considerazione un sistema già testato come quello del campionato IndyCar negli Stati Uniti nel quale è presente un telaio protettivo delle ruote (realizzato tra l’altro dall’italiana Dallara) in grado di impedire che le auto decollino in caso di contatto gomma con gomma. Certamente non protegge le teste dei piloti, però ridurrebbe i casi di forature o scontri violenti in grado di causare incidenti pericolosi per gli stessi.

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