Unioni civili: un primo piccolo passo verso l’uguaglianza


Una vittoria dell’amore. “La giornata di oggi resterà nella cronaca di questa legislatura. E nella storia del nostro Paese”. Questa la dichiarazione di Renzi a seguito dell’approvazione al Senato del maxiemendamento al ddl Cirinnà sulle unioni civili avvenuta lo scorso 25 febbraio.

Ma davvero si può considerare una vittoria?

Travagliato. Solo così si può definire l’iter a cui è stato sottoposto il disegno di legge di cui prima firmataria è la senatrice del PD Monica Cirinnà.

Ma in cosa consiste esattamente? Il testo è diviso in due parti: la prima introduce ex novo nell’ordinamento italiano l’istituto dell’unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale, mentre la seconda disciplina la convivenza di fatto, sia omosessuale sia eterosessuale, recependo a livello legislativo ciò che è già consolidato a livello giurisprudenziale in tema di diritti e doveri delle coppie conviventi.

Pomo della discordia che ha prolungato oltremodo la discussione in Senato è stato l’articolo 5 dell’originale ddl in cui era inclusa la stepchild adoption che avrebbe garantito al componente dell’unione civile omosessuale il diritto di chiedere l’adozione del figlio biologico del partner. Non si sarebbe comunque arrivati a nessun automatismo: secondo la procedura la decisione finale sarebbe spettata al giudice dei minori che avrebbe valutato caso per caso.

L’articolo 5 e altri passaggi del ddl Cirinnà hanno provocato un’alzata di scudi di Lega e Forza Italia in primis che, con intento ostruzionistico, hanno presentato più di 5.000 emendamenti.

Parallelamente il Movimento 5 Stelle, che si era detto pronto a votare compatto il ddl senza presentare nessun emendamento, ha deciso di lasciare libertà di coscienza ai propri senatori. Le motivazioni sono state illustrate in un post sul blog di Beppe Grillo.

Da parte sua il PD ha tentato la carta dell’emendamento canguro presentato dal senatore Andrea Marcucci al fine di accelerare la discussione: tale emendamento, prassi parlamentare anti-ostruzionismo, avrebbe permesso di votare gli emendamenti accorpando quelli in tutto simili e di contenuto analogo.

A seguito però del ritiro da parte della Lega della maggior parte degli emendamenti il presidente del Senato Grasso ha dichiarato inammissibile il canguro in quanto non sussisteva più la volontà ostruzionistica. Il Movimento 5 Stelle, dopo aver già precedentemente dichiarato di non voler votare a favore del canguro stesso, ha richiesto una discussione in Aula dei circa 500 emendamenti rimasti.

Ai grillini ha risposto il senatore Marcucci: “Il PD non vuole correre il rischio di un iter lungo che potrebbe essere nuovamente condizionato dai cambi di passo del Movimento 5 Stelle”.

Renzi gli ha fatto eco ricordando che il voto favorevole dei 112 senatori del suo partito non avrebbe garantito l’approvazione del ddl per il quale è richiesto un quorum di 161 voti a favore.

Si è ricorso dunque a un accordo con il Nuovo centro destra di Angelino Alfano. Un accordo però al ribasso: dal testo del maxiemendamento al ddl Cirinnà presentato dal Governo sparisce la stepchild adoption e l’obbligo di fedeltà nelle unioni civili omosessuali, al fine di distinguere queste ultime dal matrimonio. Permangono l’obbligo all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione.

Il Governo decide di porre la fiducia e il maxiemendamento viene approvato dal Senato con 173 voti a favori e 71 contrari. Ora passerà all’esame della Camera.

svegliaUna vittoria col buco nel cuore”. Così ha commentato Monica Cirinnà al termine delle votazioni. “Questa è una legge importantissima ma penso anche ai figli di tanti amici. Ora dobbiamo fare un secondo passo, siamo a metà della scala”, ha aggiunto annunciando che un ddl sulle adozioni per le coppie omosessuali è quasi pronto.

La senatrice ha inoltre definito il Ncd un alleato scomodo “che si rivolge alla parte ancora arretrata e medievale dell’Italia”. Alfano infatti aveva giudicato contro natura la possibilità che due persone dello stesso sesso possano avere un figlio.

Una piccola vittoria dunque in cui si è sentito ancora troppo il peso di quella politica che, come ha scritto Furio Colombo, “quando sente oscillare la sua forza si afferra alla religione e la usa come scudo”.

Un Senato tenuto in scacco da un partito che non raccoglie più del 2% dei voti non è stato in grado di stare al passo col presente riconoscendo realtà già esistenti, i bambini e i ragazzi delle coppie omosessuali.

Si è fatto un primo passo. Ora tanti altri devono seguirne.

1 comment

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  1. Fabio Pirola

    Ciao, articolo molto chiaro ed esaustivo. Io personalmente, pur non essendo gay, mi sono emozionato quando ho saputo che il ddl, anche se corretto, era passato… la vedo molto dura per una legge sulle adozioni, con questa maggioranza ridicola. E aggiungo… occorre che la Consulta lasci stare l’Italicum, sennò auguri ad avere una maggioranza forte in Parlamento! 🙂

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