Botti da orbi e nervi Tesi– I temi della Serie A di pallacanestro dalla quinta alla nona giornata
Dopo una partenza relativamente in sordina, causata forse anche da qualche residuo per il risultato sotto le aspettative di Eurobasket, la Serie A di pallacanestro in quest’ultimo mese ha regalato numerosi temi a cui dedicare la nostra attenzione. Quelli più importanti sono quelli raccolti di seguito.
Pistoia in scia
Che la Giorgio Tesi Group fosse una squadra con una sua chimica mirabilmente costruita dal duo Capecchi – Galanda lo avevamo intuito nelle prime giornate, che potesse seriamente iscriversi alla corsa per le prime posizioni difficilmente sarebbe stato preventivabile. Invece eccoli ancora lì, i ragazzi di coach Esposito, a due soli punti dalla vetta detenuta da Milano e con zero intenzione di mollare l’osso. Gli stranieri sono di qualità, da Kirk a Czyz fino a Knowles e Blackshear, spazio per gli azzurrabili (Antonutti, Lombardi più l’oriundo Filloy) se ne trova anche se potrebbe essere di più, ma insomma non stiamo a guardare il pelo nell’uovo.
Il punto è: negli ultimi anni eravamo stati portati a credere che solo le compagini con budget importanti potessero giocarsi i posti alti, che le favole di Cantù, Montegranaro o Caserta fossero destinate a infrangersi. I bianco-arancio ci hanno fatto ricredere, e sperare che vedere Davide superare Golia (se ci permette la metafora abusata) fosse ancora una possibilità concreta, che mettendo insieme due lire e mischiando le competenze con il coraggio e l’intelligenza fosse ancora una strada che potesse portare risultati. Per questo è necessario essere comprensivi verso coach Esposito, che nel dopo-gara della sconfitta contro Reggio Emilia ha lapidato l’atteggiamento degli arbitri, a suo dire lesivo nei confronti della sua squadra. Anche se le critiche verso i fischietti andrebbero evitate sempre e comunque, in quanto foriere di potenziali alibi, è facile capire che lo stato d’animo espresso sia di profondo rammarico per un’occasione non sfruttata. In fondo Pistoia stava (e sta) vivendo un sogno, e a nessuno piace essere svegliato di soprassalto.
Supermercato Dima
Nella sua critica Esposito faceva riferimento ai rubli che permettono di non rispettare le regole, e ovviamente faceva riferimento a Dima. Ricostruiamo un attimo la vicenda: il 6 novembre Dmitry Gerasimenko acquisisce il 65% delle azioni della Pallacanestro Cantù, rilevandola di fatto dalla gestione Cremascoli. Non ci sarebbe nulla di anomalo, se non fosse che l’homo novus dei brianzoli in contemporanea è anche proprietario, in Russia, del Krasnyj Oktjabr’ Volgograd. Non è finita: della squadra è anche giocatore, e i suoi tre compagni statunitensi da un po’ sono in sciopero perché pare non arrivino gli stipendi. Last but not least, Dima, che sembra avere non pochi punti in comune con la catena di supermercati, come regalo alla città (panem et circenses?) porta JaJuan Johnson, giocatore del Kransyi, e passato anche dall’Italia, proprio a Pistoia. Spiega Andrea Tosi della Gazzetta dello Sport “Un tesseramento fuori dal format usuale del 5+5 (5 extracomunitari e 5 italiani) adottato dal club canturino pronto a passare al 3 (extra)+4 (comunitari)+5 (italiani) pagando la cauzione di 40mila euro, ma mantenendo lo stesso quintetto americano. Nella pratica si tratta di un cambio di assetto fantasma, perché Cantù non ha in organico 4 giocatori comunitari”.
Il bello però viene dopo: in assemblea i club della Serie A si oppongono all’arrivo, Dima fa di testa sua e l’ex-promessa di Purdue arriva e gioca la sua prima partita proprio nell’ultima giornata, e facendo registrare 28 punti in 35’ di utilizzo, spostando non poco gli equilibri. Ad aggiungere toni veramente parossistici alla vicenda, due perle indimenticabili. La prima è lo sfogo tramite social del sindaco di Cantù Bizzozero, che attacca Milano simbolo dei poteri forti e invita Dima ad andare avanti per la sua strada, dimentico (come sottolinea Luca Ceccon del Guerin Sportivo) dell’appello di Anna Cremascoli al Comune per la realizzazione in sinergia di un nuovo palazzetto dello sport. La seconda è la torta in faccia tirata dalle nuove cheerleader portate da Dima dalle sue terre al figurante con la maglia dell’Olimpia Milano, in occasione del derby (vinto dai bianco-rossi), che ha convinto Anna Cremascoli a lasciare la carica di vice-presidente di Lega. Il presidente della F.I.P. ha criticato questa iniziativa, e Bizzozero lo ha criticato a sua volta. Insomma, finora si è veramente scaduti dal punto di vista dell’immagine, e speriamo che tutti si impegnino per risalire, ma siamo tutti in attesa delle nuove puntate della soap opera. Chissà, magari potrebbero anche farne un film…
Sacchetti, e i Sassari nella scarpa
L’arrivo di Gerasimenko e la bagarre che ne è seguita ha un po’ offuscato quella che è stata una delle grandi sorprese delle ultime settimane: l’interruzione del rapporto tra Romeo “Meo” Sacchetti e la Dinamo Sassari. Il coach di Altamura non ha voluto rilasciare dichiarazioni, il presidente Sardara ha cercato di far capire ai suoi tifosi che un ciclo si era interrotto e che portarlo avanti fino a fine anno sarebbe stato deleterio. Sarà, però certo che non ci fa lo stesso una bella figura, anche se Marco Calvani, l’uomo deputato ad aprire una nuova stagione di vittorie, ha comunque vinto la prima in casa dell’Orlandina, limitando i siciliani a soli 52 punti e viceversa cavalcando un Eyenga in forma (23 punti, 5 rimbalzi, 2 stoppate) e un Haynes col 70% dal campo.
L’impressione generale, comunque, è che il rapporto fosse già logoro da un po’, che dopo il titolo si sia provato ad andare comunque avanti insieme, ma che alle difficoltà (zero vittorie otto partite in Eurolega, un ritardo rispetto alle altre più nelle prestazioni che nei numeri). Due dei tre KO sono arrivati contro Bologna e Pesaro, ovvero due squadre che stanno lottando per non retrocedere, e questo forse ha pesato ulteriormente. Comunque sia, ciclo finito o non finito, termina male una avventura che era iniziata splendidamente nel 2010: promozione, playoff, bel gioco unito a Coppe e Supercoppe in Italia. Se Sardara è stato il primo presidente della Dinamo a riempirne la bacheca, lo deve soprattutto a Meo. Voglia o non voglia ammetterlo pubblicamente.
Milano, provincia d’Europa
Quando si sarà risolto tutto il caos FIBA-ULEB racconteremo nei dettagli anche quello, ma ora è ancora il tempo di restare in attesa dello sviluppo degli eventi (se avete tempo e pazienza per cercare notizie è consigliata però una lettura, giusto per apprendere come non solo in Italia il basket venga gestito un tanto al chilo). Quello che però è certo è che Milano in Europa sta deludendo, letteralmente e senza mezzi termini.
L’arrivo di Repesa è la pletora di giocatori adatti alla sua impostazione del gioco di scuola slava sembrava il viatico migliore, anche perché non erano nomi di secondo piano: Lafayette, Jenkins, Simon, Macvan, Barac, insieme agli americani McLean e Hummel dovevano costituire l’organico che avrebbe riportato Milano alle Final Four, invece finora le vittorie fuori dai confini nazionali sono state solo due e, anche se la porta non è chiusa, comunque a due giornate dalla fine lo spazio si è ristretto enormemente. Serviranno due vittorie di fila e risultati favorevoli per riuscire a farcela, ma è certo che anche con l’addizione dell’MVP delle ultime finali scudetto Rakim Sanders potrebbe non essere sufficiente. Sia per Sassari che per Milano vale lo stesso discorso, peraltro già fatto su questa rubrica anche l’anno passato: abbiamo bisogno che le nostre squadre tornino protagoniste in Europa, per fare da traino all’intero movimento italiano. In quale Europa, beh… questo è ancora tutto da scoprire.
Per quest’anno la sezione di “Tiri Liberi” dedicata al campionato termina qui. Il prossimo appuntamento, venerdì 16 dicembre, sarà infatti dedicato a uno speciale sul ritiro di Kobe Bryant. Osiamo sperare che il 2016 porti ancora più basket nelle case degli italiani.
Best wishes
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