David Gilmour: i suoni dallo spazio


David Gilmour. Basta questo nome per descrivere uno dei più grandi e innovativi chitarristi del nostro tempo e uno dei membri storici dei Pink Floyd. Quest’ultima band è stato un vero e proprio fenomeno tra la fine degli anni 60 e la metà dei 90 che rimarrà impresso nella storia della musica: le idee innovative, il talento ed il sound di quel rock psichedelico, nato dalle menti di 4 ragazzi (Barret, Waters, Wright e Mason) sconvolgerà e porterà su un altro piano la musica rock.

David Gilmour entrò nella band nel 1968: I suoni spaziali della sua chitarra ed il suo emozionante modo di suonare non passarono di certo inosservati, e contribuirono a dare un inestimabile valore alla leggendaria band dei Pink Floyd. Ancora al giorno d’oggi i chitarristi studiano David, la sua particolare ricerca dei suoni ed il suo stile musicale inconfondibile. Oltre ai Floyd, Gilmour ha prodotto 4 album solisti: l’ultimo è uscito proprio questo 18 Settembre ed ha il nome Rattle that Lock. Nel disco si sentono influenze di generi musicali diversi, pur preservando il sound tipico di David; quest’ultimo è stato un lavoro a mio avviso più audace rispetto al suo penultimo lavoro (On An Island), condito da suoni eterei e quasi mistici di Floydiana memoria. Una buona recensione la potete trovare a questo link. Ora ci addentreremo nel vero cuore del sound di Gilmour.

STILE MUSICALE: Gilmour è molto conosciuto e studiato, oltre che per la sua ricerca di sound psichedelici ricchi ed avvolgenti, anche per il suo unico stile chitarristico. E’ proprio quest’ultimo infatti, il vero fulcro del suo talento, il modo in cui riesce a trarre il massimo ed ad esprimere emozioni con poche e semplici esecuzioni mirate. David non è un chitarrista che esegue note velocissime: preferisce lasciare spazio ad atmosfere intense ed emotive, che catturano subito l’attenzione di chi ascolta. Le sue influenze principali si possono ricercare nel blues e nel funky, oltre che nel rock più puro degli anni 60 (Beatles, Hendrix ecc).
Gilmour quindi usa più che altro scale maggiori e minori, doublestop tipiche di questi ultimi generi ma li applica in maniera totalmente innovativa.
I bending sono molto precisi seppur aumentando la nota di uno o due toni: il più delle volte sono molto lunghi ed intensi, che tardano un poco ad arrivare alla nota desiderata e sono sostenuti tramite un leggero vibrato finale. A Gilmour piace anche eseguire bending consecutivi, che però sono suonati con diversa dinamica, quasi a ricreare un effetto di eco.
Anche il tremolo delle sue Stratocaster viene utilizzato per dare sustain e valore alle note. Il vibrato non è mai aggressivo ed impulsivo, anche usando distorsori o Muff, ma è sempre controllato e studiato.
David improvvisa molto durante i suoi assoli, mantenendo sempre però il fraseggio e la struttura base del brano su cui improvvisa. Un altro ruolo fondamentale la gioca la ritmica: Gilmour infatti ha un approccio ritmico nei suoi assoli (e nei suoi accompagnamenti musicali) che danno spessore al pezzo e si inseriscono perfettamente all’interno di esso. A volte con ritmiche funky, a volte con qualcosa di più bluesy, David riesce ad essere diretto ed incisivo, con pochissime note.

LE CHITARRE: David in tutta la sua carriera ha suonato con molte chitarre, principalmente Fender Stratocaster a cui ha alternato, per brevi parentesi (ed in studio), le Fender Telecaster (usate per le registrazioni di album quali the Wall, Animals e On an Island) , Gibson Les Paul del 59 e del ’60 con i pickup p-90 (con le quali ha inciso le storiche Another Brick in the Wall e Comfortably Numb) e Lap-steel Guitar della Jedson e della Fender (usate sia in studio che dal vivo per alcuni brani), oltre che a chitarre acustiche come Gibson J-200, Martins e Ovation.
Qui di seguito farò un breve riassunto delle sue tre Stratocaster più celebri e delle loro particolarità.

– Black Strat: La sua Stratocaster più famosa e quella che ha subito più variazioni nel tempo.
Acquistata da David nel 1970, la Black Strat è una Fender del 1969, con corpo in Ontano, colorazione Nera e battipenna nero a 11 viti. I pickup sono Fender originali 1960 al manico e al centro mentre al ponte monta un Seymour Duncan SSL-1, il selettore è a cinque posizioni con uno switch aggiuntivo per attivare la combinazione dei pickup al manico e al ponte.
Come detto precedentemente, le modifiche apportate sono state molte: il manico, che originalmente era in acero, nel 1975 venne sostituito prima con uno in palissandro, poi nel 1982 con uno in acero a 22 tasti ed infine nel 2005 con un manico in acero riedizione del manico ’57 con forma a “C” e radius 7.25″, prelevato dalla sua Stratocaster del 1983 color crema. Anche i pickup hanno avuto diverse modifiche, passando dagli originali Fender ad un Di Marzio FS-1 al ponte (nella registrazione di Animals) fino all’uso del Seymour Duncan SSL-1 che venne montato nel 1980 e viene usato ancora oggi.
– Red Strat: Riedizione della ‘57 Stratocaster, acquistata da David nel 1983. Il corpo è in Ontano con colorazione Candy apple red e battipenna bianco a 8 viti. Il manico è in acero, riedizione del ’57 (forma a V) con meccaniche Gotoh, mentre la leva del tremolo è in versione custom ed è più corta dello standard. I pickup sono EMG-SA con sistema EXG (expander) e SPC(presence control): in particolare, il sistema EXG aumenta i bassi e gli alti mentre riduce i medi aiutando a definire meglio il suono agli alti volumi ed il presence control SPC aumenta i medi e trasforma i single coil in hambucking.
– #0001 Stratocaster: Gilmour è il proprietario della prima Stratocaster ad avere il numero seriale, datata 1954, anche se non è stata la prima Strato prodotta dalla Fender. La chitarra monta 3 pickup originali 1954 ed un selettore a 3 posizioni standard. Non ci sono molte immagini o riprese di David con la #0001 all’opera: una delle prime apparizioni sembra essere quella del 1978 in cui David uso la chitarra per le registrazioni el primo album solista di David.

AMPLIFICAZIONE:
David nel corso degli anni ha usato prevalentemente amplificatori Hiwatt. Quando si parla del chitarrista infatti, si pensa erroneamente che quest’ultimo amplificatore sia uno dei segreti per ricreare il suo sound particolare. In realtà, nel corso degli anni Gilmour, ha sperimentato varie volte soluzioni diverse di amplificazione, sia in studio che sul palco, alternando amplificatori Hiwatt ad altre marche. Dopo i primi anni del 70 dove lo ricordiamo con testate Hiwatt DR 103 e casse WEM con coni Fane Crescendo (che utilizza tutt’ora), David inserì nel suo setup anche amplificatori Fender, Yamaha ed un preamplificatore per il basso della Alembic (che di fatto era la sezione di preamplificazione di un Fender Twin del 60) dal suono molto caratteristico sulle basse e alte frequenze, scavato leggermente sulle medie, ma ricchissimo armonicamente.
Sul palco, Gilmour ha sempre scelto amplificatori molto trasparenti, qualitativamente impeccabili, con determinate caratteristiche, mentre in studio, da The Dark Side of The Moon in poi, utilizza amplificatori molto diversi tra cui Fender (Champ, Princeston, Bassman) e Gallien Krueger.
Questa eterogeneità nella scelta degli amplificatori ci fa capire che il sound di Gilmour sia più nel suo modo di suonare che nel suo setup live ed in studio.

EFFETTI: Gilmour nella sua carriera ha fatto un uso considerevole di effetti: i principali effetti su cui si basa il suo sound sono di sicuro i compressori, gli overdrive ed i delay.
– I compressori: sono una caratteristica dei suoi suoni puliti e nel tempo ha fatto uso dell’MXR Dyna Comp, del Boss CS-2 e dell’Opto Compulator, però in generale, il suono caratteristico di David Gilmour nel pulito è dato dal suono del CS-2. Questo pedale lo utilizza essenzialmente nei puliti ed anche per boostare gli overdrive, senza dare molto attacco e sustain dal compressore, ma alza di livello il segnale in ingresso. Booster veri e propri non li usa, se non il Power Boost nel periodo in cui necessitava di boostare il Big Muff ed il Fuzz Face. Essenzialmente scopliva il suono sulle frequenze medio-alte e gli permetteva di avere molta distorsione, molto sustain e molta definizione, che una delle caratteristiche del suono di Gilmour.
– Overdrive e distorsioni: Gli overdrive preferiti di Gilmour erano il TS10 della Ibanez che usava anche per boostare altri distorsioni, l’SS3 di Pete Cornish che è essenzialmente lo stesso circuito del TS10 con qualche miglioria ed il Tube Driver. Come distorsore dobbiamo citare Il Big Muff: la versione preferita di David è il Ram Head del 1973.
Una caratteristica fondamentale del suono del Big Muff di David Gilmour è che lui lo boosta con un overdrive, cioè scolpisce le frequenze in entrata al Big Muff stesso dando poca distorsione dal’overdrive e molta al Muff. Quindi, di fatto l’overdrive funge anche da equalizzatore vero e proprio.
– Delay: nel suono di David è inconfondibile la presenza del delay sia nei suoi assoli che nelle sue ritmiche. Il suo modo di usare questo effetto ha fatto scuola, anche a chitarristi famosi come The Edge ed Andy Summers.
Gilmour ha iniziato ad usare il delay prestissimo, proprio perchè ricevette la strumentazione di Syd Barrett (che sostituì alla fine degli anni 60) ed utilizzò nei primi anni il Binson Echorec.
Dai primi Binson che avevano un ritardo massimo di 300 ms, David si spostò a delay con tempi sempre più ampi e digitali come il TC2290 e l’MXR digital delay, adottandoli più avanti anche in stereo, con un chorus sempre attivo da una parte sola. Gilmour utilizzava proprio i delay e non i reverberi per dare ambiente, proprio perchè il riverbero tendenzialmente toglieva la presenza al suono.
Il Sistema “Sound On Sound”: Parlando di delay, dobbiamo citare anche il particolare uso di questo effetto attraverso questo sistema: ideato da Pete Cornish, il Sound on Sound permette a Gilmour di suonare un tappeto sonoro sul quale realizzare poi i suoi assoli, come ad esempio con il brano “Shine On You Crazy Diamond”. Il sistema funziona in questo modo: il suono proveniente dalla chitarra entra nell’unità Sound on Sound che funziona come un A/B switch, da qui il suono entra in un Delay digitale che ha un settaggio da Long Delay: In questo modo Gilmour suona un accordo che poi viene tenuto con un sustain lunghissimo, controllato da un pedale del volume, e su questo suona i suoli assoli, passando dal sistema con sustain a quello normale attraverso lo switch A/B. Possiamo ascoltare questo effetto nel tour di Pulse o in live recenti.

Gustiamoci ora uno dei più grandi chitarristi all’opera con 2 grandi classici. Al prossimo numero!

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