Il Grande Parma


Negli ultimi mesi siamo stati tutti protagonisti di una lenta e dolorosa agonia che si è conclusa pochi giorni fa: il definitivo fallimento del Parma F.C.
I problemi sono iniziati al termine della stagione 2013-2014 quando dopo un egregio campionato, la squadra emiliana, non ha potuto iscriversi all’Europa League – meritatamente conquistata sul campo – a causa di un contenzioso relativo ai mancati pagamenti Irpef.
Quest0 “decesso” non è solo dei gialloblù ma anche dell’intero sistema calcio nazionale.
Il Parma infatti dall’inizio degli anni ’90 ha scritto meravigliose pagine della storia del calcio italiano ed europeo.
Quest’oggi infatti, vorrei dedicare lo spazio della rubrica proprio al ricordo del Grande Parma.

Si apre nella stagione 1990-1991 il vittorioso ciclo della società Parma con l’arrivo alla presidenza del patron Celisto Tanzi.
Con lui ci furono i primi acquisti importanti che hanno dato il via ad una serie di campionati brillanti.
Tra questi abbiamo il portiere della Nazionale carioca Claudio Taffarel e l’attaccante/centrocampista svedese Tomas Brolin oltre al ben già consolidato gruppo degli anni precedenti.
La squadra “messa in piedi” per quel campionato ha fatto una bellissima figura arrivando quinta e qualificandosi per l’allora Coppa Uefa.
Nella stagione successiva il team viene ulteriormente perfezionato nei reparti più deboli con gli acquisti del “condor” Agostini, Ballotta, Di Chiara e Benarrivo.

Nel 1993 così arriva il primo importante trofeo: vittoria allo stadio Ennio Tardini della Coppa Italia contro la Juventus di mister Trapattoni.
L’acquisto del colombiano Asprilla – ora protagonista della scena hard – e di Fausto Pizzi portano il Parmalat – non veniva chiamato Parma – alla conquista della Coppa delle Coppe (ora non più esistente).
Questo trofeo ha attirato molta attenzione sulla squadra del patron Tanzi e nei due anni successivi campioni del calibro di “Magic Box” Gianfranco Zola, Bucci, Crippa, Sensini, Couto e Dino Baggio sono approdati in Emilia-Romagna.
Arriva cosi anche la Supercoppa Uefa (Supercoppa europea) in finale contro il Milan di Fabio Capello e la Coppa Uefa contro la Juve di Marcello Lippi.
Insomma grandissimi risultati sia in Italia che in Europa per il Parma, sempre più alla ribalta.

È ora però di puntare a qualcosa di tanto voluto e agognato: la vittoria dello scudetto della Serie A.
Per ottenere il massimo trofeo italiano il Parma perfeziona in maniera oculata e giusta la già forte formazione: arriva il pallone d’ora in carica e “bomber” dell’ultimo mondiale, Hristo Stoichkov.
Ma più che il mancino bulgaro fa capolino nella squadra gialloblù un difensore di cui se ne sentirà più volte parlare: Fabio Cannavaro.
Ma va tutto storto, battuta d’arresto e cambio di allenatore: via Scala dentro Ancelotti.
Arrivano anche altri innesti di grandissima caratura quali Thuram, Chiesa, Crespo e Gigi Buffon: luce per gli occhi dei tifosi parmigiani!
Arriva il secondo posto in campionato ma l’anno successivo solo il sesto.
Ancelotti viene esonerato e Alberto Malesani prende la sua eredità: ottimi risultati per il mister veneto che con gli acquisti di Veron, Fuser e Boghossian ottiene la vittoria della seconda Coppa Uefa e un’altra Coppa Italia.

Inizia però un periodo estremamente negativo fino che a che nel 2004  – a causa del fallimento della società Parmalat – Tanzi si tira indietro per fare spazio a Girardi, personaggio che tutti noi conosciamo.
Dopo 11 anni dall’arrivo di Ghirardi, il Parma ha attraversato periodi più o meno bui: la conquista di un posto in Europa League nell’ultima stagione è stato l’inizio della fine.
Ora il Parma non c’è più, o meglio riprenderà dal campionato dei dilettanti e dovrà lottare nelle serie minori prima di ritornare nella massima categoria.
Noi aspettiamo quel momento, vogliamo il Parma in Serie A perché è dove si merita di essere e non ci dobbiamo dimenticare che i gialloblù hanno contribuito per anni a portare il calcio italiano all’eccellenza… arrivederci Parma!