Quando una carriera inizia a trent’anni: Luca Vanni


Rispetto alle scorse settimane sono decisamente in ritardo dato che pubblico il mio articolo quando ormai stanno arrivando le nove di sera. Ma a tutto c’è una spiegazione, e la giustificazione a questo ritardo è che oggi non voglio scrivere un articolo, ma una storia, anzi una favola, e un capitolo di questa favola (speriamo non l’ultimo) si è chiuso pochi minuti fa. La nostra storia inizia circa trent’anni fa, il 5 Giugno del 1985 per la precisione, ad Arezzo: nella provincia toscana infatti nasce il protagonista di questa bellissima storia: Luca Vanni

Sono abbastanza sicuro che la maggior parte di voi, se non tutti voi, non avete nemmeno mai sentito nominare questo nome. Luca è uno dei tantissimi ragazzi italiani che vorrebbero fare dello sport che amano, il tennis, un mestiere vero e proprio con cui mantenersi per il resto della propria vita. Come direbbe Gianni Morandi “uno su mille ce la fa“, dato che tantissimi in Italia giocano a tennis, ma pochissimi riescono ad arrivare ai tornei che contano davvero, la maggior parte di questi non ha abbastanza talento. Luca però di talento ne ha, e ne ha anche tanto, dotato di un fisico statuario esprime un gioco bellissimo da vedere e allo stesso tempo molto efficace, e tutto questo fa pensare che questo ragazzo aretino potrebbe davvero sfondare in questo sport.

Luca però è un ragazzo particolare, basti solo pensare che non si concentra del tutto sulla sua carriera tennistica da giovane perchè vuole prima diplomarsi, cosa che immagino pochissimi ragazzi farebbero. Sta di fatto che Luca si diploma e si può quindi concentrare sulla sua carriera sportiva, che però inizia nel peggiore dei modi: dopo un mese dalla maturità, Luca si rompe menisco e collaterale.

L’infortunio passa, e per un ragazzo normale sarebbe il vero inizio di una carriera nel mondo dello sport. Ma come avrete già capito Luca non è un ragazzo normale, ma un ragazzo perseguitato dalla malasorte, dato che sei mesi dopo il primo infortunio si rompe il menisco dell’altro ginocchio. La carriera inizia quindi ufficialmente nel 2006, quando riesce ad arrivare al numero 650 del ranking, dividendosi tra partite, allenamenti e lezioni di tennis che impartisce agli iscritti al circolo per potersi permettere la vita da tennista.

Il fisico di Vanni però non ne vuole davvero sapere di collaborare, e continua a tormentare questo ragazzo con tanti altri infortuni che gli impediscono di decollare: infatti ad inizio 2013 le ginocchia di Luca fanno di nuovo crac, costringendo il tennista toscano ad operarsi. Probabilmente chiunque si sarebbe rassegnato a questo punto: quasi trent’anni, delle ginocchia che si rompono un anno sì e l’altro pure, il ranking sceso sotto la posizione ottocento avrebbero scoraggiato qualsiasi persona normale.

Ma lo ripeterò fino alla nausea, Luca Vanni è tutto tranne che normale: con una forza di volontà non comune a noi mortali, continua a giocare come se nulla fosse, e a luglio 2014 torna in una finale di un torneo futures, risalendo così tra i primi 200 giocatori del mondo. Il bello però arriva ora, nel 2015: Vanni supera le qualificazioni del torneo di San Paolo ed entra nel tabellone principale, dove si trova di fronte la testa di serie numero 1 Feliciano Lopez.

Il sorteggio sembra ovviamente chiuso, ma il destino, che ha tolto tantissimo a questo ragazzo, per una volta è favorevole: Lopez si ritira dal torneo e Vanni passa il turno e agli ottavi di finale incontra l’olandese Thiemo De Bakker. L’aretino ovviamente non è uno che si accontenta e ieri, battendo proprio l’olandese, ha vinto la sua prima partita nel circuito ATP. All’età di 29 anni. Quasi 30.

E qui arriva il motivo del ritardo: pochi minuti fa Luca Vanni ha terminato la sua partita di quarti di finale che lo vedeva opposto a Dusan Lajovic per conquistarsi un posto in semifinale. 7-6 7-6 il punteggio finale in favore dell’azzuro, che conquista così la semifinale del torneo ATP 250 di San Paolo. La sua prima semifinale. Le sue prime vittorie nel circuito. Le sue prime vere soddisfazioni.

Solitamente siamo abituati a sentir parlare, per quanto riguarda il tennis, di Djokovic, di Nadal, di Federer e di compagnia cantante, e ragazzi come Luca Vanni non vengono nemmeno mai nominati perchè non hanno una classifica adeguata. Ma credo siano queste le storie che meritano di essere raccontate: storie di passione, impegno tenacia e grinta, storie di ragazzi che nonostante tutto remi contro di loro non mollano mai e continuano ad inseguire il loro sogno. Un sogno che Vanni merita di continuare a vivere. In bocca al lupo Luca.

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