La laguna arancio e la città del tricolore : il punto sulla Serie A di pallacanestro


Diceva Papa Giovanni Paolo II che “Tutta la grandezza del lavoro è dentro l’uomo”. Non potremmo essere più d’accordo, in effetti, almeno a guardare la vetta del massimo campionato italiano di basket. Se teniamo in considerazione le prime sei squadre, ci accorgiamo che i risultati che fino a questo momento hanno raggiunto sono frutto del lavoro, dell’ impegno, di una programmazione seria e non raffazzonata, e vengono tutti da lontano. Nel titolo abbiamo voluto porre l’ accento su Venezia e Reggio Emilia, ma non per questo tralasciamo due splendide realtà come Cremona e Brindisi, dando per scontate le ormai solite Milano e Sassari che da anni sono sulla cresta dell’onda. Tutte meritano il meglio possibile perché tutte hanno lavorato con serietà e competenza, mettendo i tasselli giusti al posto giusto.

Il fattore – Siena (ancora!)
È inutile girarci attorno, la crisi di Siena nelle ultime stagioni è stata determinante. Chi dice che non c’era alcuna difficoltà, che la Mens Sana ha comunque vinto uno scudetto e disputato una finale guarda solo un lato della medaglia. L’altro lato parla dello scandalo legato allo sponsor e a quello dei pagamenti in nero ad alcuni giocatori, e se nel primo si poteva obiettivamente fare poco, nel secondo ci sono precise responsabilità del management (Minucci, misteriosamente votato l’anno scorso come presidente di Lega da quattordici presidenti su sedici malgrado le nubi che già si addensavano su di lui). Se dunque in campo la squadra ha risposto nel modo migliore possibile sia nel 2012/2013 che nel campionato appena trascorso, fuori dal campo le cose non sono state altrettanto tranquille, e già nell’estate 2012 erano stati lasciati partire numerosi validi elementi.
Due dei protagonisti della Reggio Emilia sono tra questi: Kaukenas e Ksystof Lavrinovic erano tornati in patria, allo Zalgiris, prima che venissero richiamati in Italia, dalla compagine emiliana, Oltre a loro, anche Diener nel 2008 era stato parte del sistema mensanino, quando Siena si era issata al terzo posto in Eurolega alle Final Four di Madrid. Non è quindi strano capire quale via abbiano scelto i reggiani per primeggiare in Italia: hanno innestato dei proven winners in un gruppo che già di per sé era solido. Dopo la promozione, nel 2012, si è scelto di affidare la regia a Cinciarini, scommettendo sulla valorizzazione di giovani come Silins e Cervi, ottimo prospetto nel ruolo di pivot a cui prima è stato affiancato Brunner e poi addirittura entrambi i gemelli Lavrinovic. Insomma, si è lavorato in prospettiva tenendo conto del presente. La conquista dell’ Eurochallenge 2014 è un buon viatico verso la definitiva consacrazione a grande del nostro basket.
Il percorso intrapreso da Venezia non è stato dissimile: dopo il ritorno in A, un anno prima di quello emiliano, in laguna hanno puntato su elementi di sicuro rendimento come i vari Szewczyk, Taylor, Clark, Giachetti, Young, Smith. Le ambizioni crescono sempre di più, ma il 13/14 non va come sperato e allora in estate si rivoluziona. E la rivoluzione, si sa, la si fa con chi può farti vincere, e allora ecco che dalla Toscana arriva il trio Viggiano – Ress – Ortner, oltre a Goss da Roma. Per cementificare le certezze, si punta su uno dei coach più vincenti del nostro basket, Charlie Recalcati, anche lui ex. Siena.
Questo non vuol dire che la GrissinBon e la Reyer si siano limitate a razziare dopo il fallimento della Mens Sana, anzi: come abbiamo già puntualizzato, il successo di entrambe è stato programmato, anche se in maniera diversa. Semplicemente, una volta che si sono accorte che si poteva fare un salto in avanti, hanno colto tutte le occasioni per riuscirci. Ma questo non è opportunismo, è saggezza.

Celeste sinfonia
Da nord a sud, il colore azzurro è per certi versi quello più sorprendente in questo primo scorcio di stagione. Cremona e Brindisi sono le due belle realtà provinciali che hanno caratterizzato inizialmente questo campionato.
In Puglia si sono affidati da ormai quattro anni alle sapienti mani di Piero Bucchi, da due anni cantiamo le gesta per la sua umiltà nello scegliere un progetto solido che prevedeva però di partire dalla Legague. Negli scorsi playoff la corsa di Brindisi si chiuse contro Sassari con un netto 3 – 0. Era il primo viaggio in post season da quando esiste il New Basket Brindisi, e in particolare aveva compiuto meraviglie l’asse americano Dyson – James – Simmons. Rimasto il solo James, pareva che le ambizioni si fossero abbassate. Invece, incredibilmente, il rendimento continua a essere elevato, e nel frattempo al due italiano Bulleri – Zerini si è aggiunto il talentino Cournooh, scuola Mens Sana (si torna sempre lì).
Viceversa, Cremona negli ultimi anni ha sempre avuto un’assetto molto… dinamico, nel senso che si sono alternati presidenti (Braga ha lasciato Vanoli da solo nel 2012), allenatori e giocatori. A inizio stagione si è confermato Pancotto, allenatore pragmatico ed esperto, e si è scelto come leader Kenny Hayes, reduce da due anni nel campionato israeliano. Sono stati poi aggiunti Luca Vitali (un ritorno) e giovani come Campani, Mian, Gazzotti e Clark. Dalle minors è arrivato Mei, e poi il 29 ottobre, dopo la terza giornata, è tornato anche Cusin, dopo un divorzio da Sassari che ha ancora un ché di misterioso.
Insomma, la Serie A di basket è ancora in grado di regalare sorprese e piacevoli scoperte, malgrado la crisi che ha colpito tutta l’ Italia, e che ovviamente non ha risparmiato lo sport. Le dinamiche del campionato sono ancora da definire completamente, e si comincerà a capire chi lotta sul serio per il titolo solo tra Febbraio e Marzo. Per il momento, l’equilibrio regna quasi sovrano. Vedremo tra un po’ se qualcuno (tutti pronosticano Milano) inserirà il turbo e tenterà la fuga.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi