La rinascita degli eroi (parte 1)


Per quasi tutto il primo decennio del nuovo secolo, si è dibattuto in lungo e in largo sulla crisi che la nostra pallacanestro stava attraversando. Ogni anno società storica vendevano il proprio titolo sportivo perché non riuscivano a stare dietro alle scadenze, ai pagamenti agli stipendi dei loro tesserati, perché gli introiti dell’ area sportiva erano inferiori alle uscite. Abbiamo visto scomparire via via società storiche, importanti, come Rieti, Pesaro, le due bolognesi Virtus e Fortitudo, Treviso, Reggio Calabria, Livorno, insieme a realtà emergenti che a un certo punto non sono più riuscite a stare al passo come Rimini, Capo d’Orlando, Napoli, Teramo. Un patrimonio di competenze ed esperienze che andava sprecato perché schiacciato tra una macchina burocratica insopportabile e i costi ugualmente esorbitanti che la gestione agonistica di un certo livello necessariamente comporta. Le ultime dolorose perdite sono state la Mens Sana Siena e la Sutor Montegranaro, che hanno chiusi battenti la scorsa estate.

L’ aria però pare stia girando. Dalla Legadue (ribattezzata Serie A2 Gold) in giù al via al campionato di quest’ anno si presentano molte società che, dal 2000 in qua, erano fallite. Alcune di esse già le abbiamo nominate, non resta che scoprire le altre.

SERIE A

Come abbiamo già sottolineato Juve Caserta, Virtus Bologna e Vuelle Pesaro hanno già patito l’ ombra del fallimento nella prima metà dello scorso decennio, e per quest’ ultima sembrava proprio che l’ incubo dovesse ripetersi. Fortunatamente il pericolo è stato scongiurato grazie a varie personalità del territorio, e ad ex come Ario Costa, Stefano Cioppi e Sandro Dell’ Agnello che hanno preso in mano la situazione. Come sempre succede sarà l’ allenatore, ovvero quest’ ultimo, a trovarsi nell’ occhio del ciclone, lui che si era detto disponibile a restare quando regnava l’ incertezza sul futuro marchigiano. Normale amministrazione, e d’ altronde il coach toscano ha già dimostrato di saper pilotare in acque tempestose (e queste lo saranno, vista l’ inesperienza della squadra a disposizione). Anche se l’ assenza del logo Scavolini, per la prima volta dopo 38 anni, un po’ di senso lo fa.

Chi invece nella massima serie è fallita più di recente è l’ Orlandina Basket. Riportata in A da coach Pozzecco (no, non avete letto male…), ore è affidata alle cure di Giulio Griccioli, per anni responsabile del settore giovanile mensanino prima di cimentarsi come coach a Scafati e Casale Monferrato. Ora dovrà affrontare la missione salvezza con un manipolo di soldati che sembrano usciti dall’ ultimo capitolo de I Mercenari: Basile, Pecile, Soragna, Nicevic, e insieme a loro una ex promessa mai mantenuta come Johnny Flynn (prima scelta nel draft NBA 2009, una palla di fuoco che se viene con il giusto spirito di rivincita farà le fortune sue e del team siciliano).

A2 GOLD

La seconda categoria del campionato italiano offre due graditi ritorni: Trieste e Napoli. La squadra giuliana torna a calcare palcoscenici importanti dopo il fallimento del 2004. Per chi non lo sapesse o non lo ricordasse, dal 1999 al 2001 a sedere sulla panchina triestina era stato Luca Banchi, l’ attuale coach campione d’ Italia. Oltre a lui, non va scordato che ad inizio anni ’90 è stata il trampolino di lancio di campioni quali Dejan Bodiroga e Gregor Fucka. Ora, allenata da Eugenio Dalmasson e con in campo validi elementi come Roberto Prandin, Marco Carra e Stefano Tonut (killer silenzioso dell’ Under 20 campione d’ Europa nel 2013) ha l’ obiettivo di rimanere in categoria.

L’ altro gradito ritorno è quello di Napoli. Per anni abbiamo atteso che una città come questa, carica, passionale, potesse avere una squadra degna di questa definizione. Siamo passati sopra il fallimento del 2008 della gestione Maione alla tragica presa in giro di Rieti – Napoli/ Napoli – Rieti di un presidente che non vogliamo neanche nominare. Ora la città partenopea ha quello che merita: l’ Azzurro Basket (2013) tornerà a scaldare il Pala Barbuto, e stando alle premesse sembra che abbia il mirino puntato in alto. Sono stati infatti ingaggiati Traini, Spinelli, Malaventura, Allegretti, Jarrius Jackson, Brkic e Metreveli, e un coach come Calvani che due stagioni fa allenando Roma ha perso la finale scudetto contro Siena e l’ anno scorso è stato consulente della Loyola University di Chicago, prima di finire la stagione a Barcellona Pozzo di Gotto.

Proprio quest’ ultima, tra l’ altro, è un’ altra società che era scomparsa a inizio millennio, dal 2010 ha regolarmente partecipato alla Legadue (nel 2013/2014 DNA Gold), arrivando addirittura prima nella stagione regolare di due anni fa, quando fu eliminata a sorpresa dall’ allora neopromossa Trento. Come Barcellona, anche la Scaligera Verona è passata attraverso le forche caudine del fallimento, e quest’ anno i gialloblù paiono una delle candidate al ruolo di guastafeste: allenati da un coach esperto come Alessandro Ramagli, proveranno a dare l’ assalto alla Serie A grazie a esterni come De Nicolao, Boscagin e Reati e a lunghi come Ndoja e Monroe. Una manzione d’ onore, infine, la merita Casalpusterlengo: nel 2011 rinunciò alla Legadue e si autoretrocesse in quella che era stata fino a quel momento la A Dilettanti. Formalmente non fu un vero fallimento, ma certo non fu piacevole vedere la società che aveva lanciato Gallinari, Aradori e Mario Boni lasciare così la serie cadetta.

(1 – continua…)

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