Più che la programmazione poté lo sponsor: nona giornata del campionato italiano di pallacanestro


 

Affrico-Basket-Firenze-SsdLo avevamo anticipato nell’ editoriale della scorsa settimana: da qualche tempo gira voce che la Mens Sana sarebbe intenzionata a vendere il proprio titolo sportivo a Firenze. In pratica, Siena ripartirebbe l’ anno prossimo da una categoria inferiore, e sarebbe la squadra del capoluogo toscano ora in Legadue Silver (la terza serie) a guadagnare il diritto a disputare il massimo campionato nazionale. Un primo passo in questa direzione è stato fatto già nella stagione in corso: le gare interne di Eurolega vengono infatti giocate non al PalaEstra come in passato, ma proprio a Firenze, al Mandela Forum. La città di Dante ha già dimostrato di avere fame di grande basket, gli introiti sarebbero maggiori di quelli garantiti finora e così gli investimenti.

Il perché di questa transizione è facilmente intuibile: il Monte dei Paschi è infatti implicato nella torbida situazione di cui tutti siamo ben a conoscenza, e non eroga più quei liquidi che fino al 2012 avevano permesso alla Mens Sana di essere tra i primi budget in Europa, mentre ora siamo attorno al decimo posto nella graduatoria di quelli solo italiani. La banda di Crespi è malgrado ciò in testa in classifica a pari punti con Sassari e Brindisi. Segno che l’ abilità del coach a fare con quello che ha (che comunque non è poco) e dei giocatori a mettersi a disposizione supera, come spesso accade, le difficoltà economiche.

Non sarebbe la prima volta che accade, peraltro, nella storia della palla a spicchi nostrana. Fresco è il ricordo della Pallacanestro Treviso, che all’ inizio degli anni 90 fu rilevata dalla famiglia Benetton e portata a risultati storici: cinque campionati, otto Coppe Italia, quattro Supercoppe italiane, due Coppe Saporta. In più, è stata vetrina per molte figure di spicco del basket attuale e del recente passato: basta fare i nomi di giocatori come Soragna, Bulleri, Bargnani, Bonora, Alessandro Gentile, Marconato, Nicola, Edney, Pittis, Zisis, Siskauskas, Nicholas, Mordente. Sulla sua panchina si sono seduti Blatt, Repesa, Messina, Obradovic, D’ Antoni, Bucchi, Frates tra gli altri e Maurizio Gherardini da lì ha spiccato il volo verso la NBA. Addirittura, la sinergia negli anni era diventata così forte che la squadra aveva assunto il nome di Benetton Basket. Tutto azzerato, tutto cancellato nel 2012, quando la famiglia ha annunciato che a causa della crisi economica non avrebbe più investito nello sport a cui tanto aveva dato. Così, è finita un’ epoca, la squadra ora milita in DNB.

Simile è il caso della Victoria Libertas Pesaro, che oggi langue mestamente senza sponsor sul fondo della classifica nel massimo campionato italiano. Una realtà piccola che alla metà degli anni 70 ha visto affiancarsi un’ imprenditore importante come Scavolini. I risultati tardarono un po’, ma piano piano arrivarono: due campionati, due Coppe Italia, una Coppa delle Coppe, e anche qui tanti nomi illustri che costellano il panorama del basket, italiano e internazionale: Cook, Myers, Boni, Zampolini, Costa, Magnifico, Daye, Dell’ Agnello (ora in panchina), Djordjevic, tra i giocatori e Scariolo, Bianchini, Pillastrini, Zorzi e Vujosevic tra gli allenatori. Un primo fallimento ci fu nel 2005, e da lì la risalite verso la A fu rapida (promozione nel 2007 con Ramagli in panchina), ma sempre con il marchio Scavolini sulla maglietta, pur se negli ultimi anni accompagnato (da Spar, Siviglia, Banca Marche). Ora non c’ è più neanche quello, e la situazione societaria sembra a dir poco allarmante. La discesa verso la Legadue Gold sembra il minore dei problemi in questo momento in cui il futuro stesso del sodalizio sembra in bilico.

Diverse invece sono state invece le situazioni di Virtus e Fortitudo Bologna, Teramo Basket, Viola Reggio Calabria e molte altre squadre fallite nel corso del tempo non perché un mecenate aveva deciso passare la mano, ma a causa della cattiva gestione delle stesse. Un caso simile a quelli sopra citati potrebbe essere la Snaidero Udine, che però ha raggiunto risultati meno prestigiosi e il cui arco di tempo è decisamente meno ampio.

downloadIn conclusione, lungi da noi la volontà di fare gli uccelli del malaugurio su Siena, che come già ricordato il suo lo sta facendo appieno, tanto sul fronte interno quanto su quello europeo. Viene da chiedersi però come sia possibile pensare di affidarsi in toto o quasi ad investitori il cui interesse primario non è però la pallacanestro, e che dunque una volta sorte delle difficoltà si vedrebbero costretti a disfarsi di quello che per loro non è mai stata la priorità. Domande che restano senza risposta, ma d’ altra parte di queste scelte c’ è chi poi se ne assume la responsabilità. Non pensando che nell’ ambito sportivo ci sono persone (squadra, staff tecnico, società, tifosi) da considerare in quanto parte integrante del meccanismo, e che dunque è meglio intraprendere la via dei cento giorni da pecora piuttosto che quella dell’ uno da leone. Certo meno esaltante, ma di sicuro più responsabile.

 

LA NONA GIORNATA HA DETTO CHE…

 

  • Che come affermiamo da tempo Vitucci deve disciplinare il talento che ha a disposizione se vuole che la sua Avellino raggiunga livelli consoni alla somma spesa per mettere su la squadra. Per il momento, la Scandone è ancora immatura, anche se Siena è sempre un avversario che la sa lunga

  • Che Varese diventa un caso: si sapeva che i risultati non sarebbero stati quelli della scorsa annata, ma un picchio così basso davvero era inimmaginabile. La partenza di Coleman è il sintomo di un ambiente non sereno.

  • Che Cremona che caccia Gresta è un segnale preoccupante che il morbo mangia – allenatori è passato dal calcio al basket. Non che prima se ne fosse immuni (Seragnoli e Sabatini docet) ma il coach pesarese stava garantendo esattamente quello che gli era stato chiesto, ovvero la salvezza, al di là della momentanea brutta posizione di classifica (penultima).

  • Che Pistoia testimonia come la differenza gli americani anche sconosciuti sanno farla, se sono accesi

+ Non ci sono commenti

Aggiungi