Pearl Jam: Il nuovo album tra Lampi e Fulmini


Assieme agli Alice and Chains ed i Nirvana, i Pearl Jam sono considerati come una delle band più influenti che negli anni 90 hanno contribuito a portare i generi Grunge ed Alternative Rock in tutto il mondo. Sebbene siano considerati più inclini al Classic Rock per via dei numerosi assoli e virtuosismi (più di stampo ’70),  i Pearl Jam hanno saputo creare uno stile personale, mischiando sapientemente il sound Grunge dandogli un sapore più vintage, senza mai mancare però di aggressività (non solo nella musica ma anche nei testi) e di suoni graffianti che hanno caratterizzato lo stile degli anni 90.

Questa straordinaria band ha da poco fatto uscire il suo ultimo lavoro in studio, ovvero Lightning Bolt, che andremo a recensire nel corso dell’articolo. Ora soffermiamoci sull’impronta musicale della band,  ed in particolare al sound delle 6 corde.

 

LE CHITARRE DEI PEARL JAM:

Il carattere della band è dato molto dalle sonorità delle chitarre (oltre che dalla particolarissima voce di Eddie Vedder, s’intende). I Chitarristi Mike McCready e Stone Gossard (qui a destra) ricoprono rispettivamente i ruoli di chitarra solista e chitarra ritmica. Quando dall’album Vitalogy ha cominciato a suonare la chitarra ritmica anche Eddie Vedder, dando così a Mike e Stone più spazio e libertà nell’esecuzione e nell’arrangiamento dei brani, i due chitarristi hanno cominciato ad alternarsi nelle parti solistiche.

Vediamo assieme le influenze musicali, gli stili diversi e le personali strumentazioni dei tre artisti:

MIKE McCREADY: E’ la chitarra solistica principale, fin dagli albori della band. Nonostante abbia iniziato a scrivere i pezzi a cominciare da Yellow Ledbetter, McCready (foto qui a sinistra ed in basso a destra) ha composto anche brani storici quali Given to Fly. Nel suo stile musicale (in parte molto bluesy) troviamo le influenze musicali (come da lui stesso accennato nelle interviste) di Jimi Hendrix, George Harrison, Joe Perry, Stevie Ray Vaughan, Eddie Van Halen, Eddie Hazel e Randy Rhoads ed altri.

Le sue chitarre principali sono fra tutte la Fender Stratocaster  (specialmente nel primo periodo) assieme alla Les Paul (foto a destra),  e Les Paul Junior;  come amplificatori all’inizio della carriera, troviamo i Marshall JCM 800 per i suoni overdrive, alternati ai Fender Twin e Bassman per i puliti. Successivamente passerà anche ai Vox AC30, i Matchless e, recentemente, anche ai 65 Amp. Come anche per Gossard e Vedder, Mike non usa effetti a rack e preferisce pochi effetti a pedale.

STONE GOSSARD: Stone ha influenze simili a McCready. Si ispira anche lui infatti a Led Zeppelin, Kiss, Jimi Hendrix e Van Halen. Come amplificatori (specialmente all’inizio della carriera), troviamo i Marshall JCM 800 per i suoni overdrive, alternati ai Fender Twin per i puliti e succesivamente anche ai Blues deluxe, oltre ai Marshall Bluesbreaker ed ai Savage. Le sue chitarre più usate sono la Les paul in primis, seguita a ruota dalla Telecaster ed a volte qualche Stratocaster. Non dimentichiamoci che grazie a lui possiamo oggi ascoltare pezzi come Alive e Even Flown, due dei pezzi più famosi in assoluto della band.

EDDIE VEDDER: Il Frontman della band (foto a sinistra) ha più che altro un ruolo ritmico, predilige Fender Telecaster con single coil, humbucker e ultimamente con P90, proprio come il suo idolo Pete Townshend, che ispira molto anche il suo stile chitarristico.

Molte altre informazioni sulla strumentazione della band le potete trovare qui e qui.

Pearl_Jam_Lightning_BoltLIGHTNING BOLT!

Veniamo ora al disco che fa da titolo al nostro numero di Novembre, soffermandoci anche sulle parti strumentali.

Lightning Bolt segue, in parte, il filone di Backspacer per quanto riguarda lo stile musicale (il loro penultimo lavoro in studio). Il disco ha una buona parte brani acustici e brani rock, alcuni con un’impronta un più “pop” e lineare.

I pezzi, seppur risultino di semplice composizione, sono studiati nell’arrangiamento ed hanno sound molto ricchi.

I primi due singoli, Mind your Manners e Sirens (in allegato in fondo all’articolo), sono agli antipodi come sonorità: la prima richiama i vecchi Pearl Jam, con un ritmo veloce, quasi punk, incalzante ed aggressivo, mentre la seconda è una ballata molto lineare ed orecchiabile.

Le chitarre soliste, contrariamente al loro primo periodo, non si lasciano andare ad eccessivi virtuosismi: tutte le parti di assolo sono più studiate, dirette. La maggior parte della solistica ha effetti ambientali sempre accesi (Delay, tra tutti), ed alcuni assoli strizzano l’occhio (seppur da lontano) a gruppi come gli U2.

Le ritmiche nei pezzi più rock sono molto precise ed incisive (Getaway, Lightning Bolt  e Mind Your Manners). Nei pezzi più calmi si gioca molto con effetti di modulazioni d’ambiente come Delay e reverberi, con dei crescendo che portano a finali rock, molto piacevoli all’ascolto (Vedi Yellow Moon ed il singolo Sirens) mentre in altri si rimane semplicemente in un’atmosfera quieta, come Sleeping By Myself  (preso dall’album solista di Eddie Vedder Ukulele Songs e ri-arrangiato con la band) e Future Days.

La linea più “pop” ed acustica di molti brani (come appunto la stessa Sirens) potrebbe risultare strana ai vecchi fan della band, che si devono accontentare di meno pezzi “cattivi”, ma non per questo non all’altezza del nome Pearl Jam. In linea generale si può definire un album eterogeneo nello stile musicale, dal clima un po’ più rilassato, ma che non manca mai di credibilità, con pezzi curati e sound pieni.

Consigliato l’ascolto.

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