La resurrezione di Caserta: seconda giornata del campionato italiano di pallacanestro


Seconda giornata di campionato: Bologna, Caserta e Roma (in rigoroso ordine alfabetico) sono le strane capoclassifica del campionato. Tre squadre che potrebbero essere paragonate (non suoni come un’ eresia) a tre differenti miracoli compiuti da Cristo e raccontati nelle sacre scritture.

La storia della Virtus Bologna ricorda molto quello delle nozze di Cana, la trasformazione dell’ acqua in vino. Stagione disastrosa, tifosi delusi, un nuovo presidente (Villalta) accolto più con scetticismo che convinzione. Le prime mosse sono però decisive: la conferma del bravo Bechi in panchina e l’ arrivo come gm di Arrigoni, uno che ha Cantù era abituato a fare le nozze con i fichi secchi, sempre per restare in tema. Imbrò e Gaddefors resteano gli unici superstiti dallo sciagurato 2012/2013, Poeta viene “congelato” in attesa di una sistemazione, e tutto viene ricostruito ex novo. Qui avviene il miracolo: ciò che non funzionava l’ anno scorso comincia a girare in questo, il sistema di Bechi paga i suoi dividendi, le due vittorie avvengono in rimonta su Sassari e Cremona. E, almeno per ora, i tifosi sono felici come gli invitati alle nozze di Cana.

La Virtus Roma ricorda un miracolo molto simile, la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Come la scorsa stagione, il budget dei capitolini era ridotto, rispetto agli anni scorsi. Addirittura, la squadra non aveva potuto iscriversi all’ Eurolega quest’ anno, dato i costi che essa comporta. , a cui va aggiunta la perdita di Datome, Lawal, Czyz, Bobby Jones e coach Calvani. Insomma, tutto faceva presupporre un ridimensionamento di ambizioni e risultati. Non è successo niente di tutto questo. La squadra ha battuto in trasferta Montegranaro e in casa Brindisi: due gare meno facili di quello che ci si aspetterebbe, dato che i marchigiani in casa sono sempre difficili da affrontare e che Brindisi la scorsa stagione si era presa la soddisfazione di battere Milano, da tutti data come favorita alla vittoria finale. In definitiva, Roma ha preso quel poco che aveva e, così come successo l’ anno passato, lo ha moltiplicato. E ancora una volta gioisce la folla (cioè i tifosi).

Caserta è un miracolo a parte: la guarigione del paralitico. A fine primavera era stato il solito: dubbi sulla sua permanenza in A, voci circolanti sulla vendita del titolo sportivo, “Non ci sono i soldi e le istituzioni non ci aiutano”. Tutto paralizzato, tutto immobile, tutto in attesa. Poi finalmente l’ intervento di Iavazzi, già socio e dal 30 maggio azionista principale. Il nuovo patron curiosamente di nome fa Raffaele, che letteralmente significa “Dio ha guarito”: in effetti, sarebbe difficile pensare a un risanamento migliore di quello che ha operato. Il merito va anche alla saggezza di Lele Molin, una vita come secondo di Ettore Messina e giubilato dal Real Madrid dopo aver portato le Merengues alle Final Four del 2011, a 16 anni di distanza dall’ ultima partecipazione. Il braccio destro del coach in campo e Mordente, i suoi polmoni Michelori. Gli scalpi di Venezia e Pesaro non sono da sottovalutare: l’ Umana è una squadra di valore che alla lunga verrà fuori, la Vuelle era gasata dopo la vittoria ad Avellino. Dalla paralisi alla nuova vita: non è vero che Cristo si è fermato a Eboli, è arrivato anche a Caserta.

Al di là del simpatico paragone, ovviamente siamo solo a inizio stagione, e il dado verrà tratto dunque solo alla fine. Intanto, però, è giusto celebrare chi ha dovuto adoperare fantasia e arguzia per sopperire alla mancanza di mezzi economici. In fondo, Cristo esaltava pur sempre i poveri.

La seconda giornata ha detto che…

  • Che Reggio Emilia ha uno dei tre migliori back – court d’ Italia (Cinciarini – Bell) e che con White in ala piccola la Grissin Bon resta una brutta cliente per tutti

  • Che, a proposito di back – court, quello formato da Ragland e Aradori se si accende come contro Sassari sarà decisivo per la conferma dei brianzoli ad alto livello

  • Che il gioco di squadra di Milano ancora latita, anche se la mano di Banchi comincia a vedersi: Varese l’ ha messa in notevole difficoltà, è crollata nel finale ma ha mostrato di essere più incline a giocare collettivamente

  • Che Lakovic è, almeno a livello di campionato italiano, uno ancora in grado di fare la differenza. E se ha un lungo come Ivanov e un esterno come Richardson, può raggiungere traguardi importanti

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