Playoff della Serie A italiana di pallacanestro: quarti di finale
Nella prima edizione dei playoff al meglio delle quattro partite, in due serie viene ribaltato il fattore campo. Cantù supera Sassari, dimostrando di essere più matura e più scafata ad alto livello, mentre Milano subisce una sconfitta pesante al primo turno contro una Siena più affamata e grintosa. L’ Olimpia ora dovrà prendere decisioni drastiche: i soldi spesi sotto la presidenza Armani sono stati tanti, ma i trofei zero. Proli, il presidente, ha affermato che l’ impegno (anche economico) del gruppo continuerà, e ci saranno nuovi investimenti. Salutato Scariolo, che non ha mai convinto del tutto, ora si pensa ad altre soluzioni. Una di queste porta a Simone Pianigiani, che oltre a essere il ct della Nazionale, è anche l’ ex capo allenatore di Siena. Che, tra le altre cose, fu cercato da Milano nell’ estate del 2011, prima di virare sul coach bresciano.
CIMBERIO VARESE – UMANA VENEZIA
(92 – 74, 81 – 72, 93 – 79, 72 – 84, 84 – 75)
La serie che si è chiusa prima è stata quella tra la prima e l’ ottava testa di serie. Risultato forse prevedibile, anche se tutte le partite sono state combattute. Green e Dunston sono stati ancora una volta l’ asse portante dell’ attacco varesino, ma il premio di MVP va a Banks: il prodotto di Arkansas State University è il più continuo dei suoi, segnando 12 punti nella prima, nella seconda e nella quarta partita, 14 nell’ ultima e addirittura 23 nella terza. Clark (una sola battuta a vuoto, in gara- 3) e Diawara sono stati i più continui per Venezia, mentre Szewczyk e Young si sono accesi a intermittenza.
Varese vince la serie 4 – 1
EMPORIO ARMANI MILANO – MONTEPASCHI SIENA
(103 – 97, 81 – 79, 92 – 73, 75 – 69, 82 – 67, 72 – 66, 80 – 90)
Daniel Hackett. Due parole, un concetto, un fenomeno che è anche tremendamente noumeno. Con la sola eccezione di gara- 1, quando tutta Siena è andata male (salvo Christmas, 30, poi rimasto quasi sempre a secco), il play/guardia della Nazionale è stato il vero trascinatore dei toscani: 18 nella seconda e nella sesta gara, 10 nella terza e nella quinta, 20 nella terza e 25 nella settima. Un dominio quasi incontrastato, nella partita decisiva, una fame mostrata che se saprà riprodurre anche in azzurro garantisce all’ Italia un futuro più roseo dell’ ultimo, grigio, quinquennio. Oltre a lui, molto bene anche Brown e Moss, mentre per Milano si salvano solo Gentile, Hairston e Mensah – Bonsu, quando non è stato tormentato dai problemi fisici.
Siena vince la serie 4 – 3
ACEA ROMA – TRENKWALDER REGGIO EMILIA
(58 – 70, 82 – 58, 89 – 69, 68 – 71, 74 – 69, 82 – 91, 72 – 59)
Sempre a proposito di fenomeni italiani, Gigi Datome. Talento cristallino sin da ragazzo, era considerato quasi una causa persa, senza peraltro avere mai avuto atteggiamenti balotelleschi. Semplicemente, dal suo arrivo in pianta stabile nel basket professionistico, lo si è sempre considerato “da piccola – media squadra”, fastidiosa etichetta che i saccenti appiccicano addosso a qualcuno quando vogliono dimostrare di saperne anche loro. Orbene: il simbolo della Roma cestistica ha chiuso con 19 punti la prima partita, con 20 le successive tre, con 15 la quinta e la settima e con 23 la sesta. Indubbiamente l’ MVP della serie, senza dimenticare quanto fatto a turno da Goss, Jones, Lawal e Taylor. Per Reggio, in una stagione straordinaria, brillano Bell, Brunner e Cinciarini. Le basi solide da cui ripartire.
Roma vince la serie 4 – 3
BANCO DI SARDEGNA SASSARI – LENOVO CANTÙ
(90 – 70, 83 – 78, 71 – 73, 80 – 82, 81 – 58, 87 – 84, 95 – 97)
Sassari poteva anche vincerla, se in gara- 7 fosse entrata la tripla di Sacchetti. Non è successo, e forse è giusto così. Le roboanti vittorie casalinghe non sono state replicate nell’ atto decisivo, quando Cantù è stata avanti dall’ inizio fino a metà del quarto periodo, quando Sassari ha rimesso la testa avanti grazie a una rimonta ragionata e rabbiosa. A quel punto, Cantù di è rimessa in carreggiata e ha fatto valere la maggiore esperienza a questi livelli. Non c’è un vero e proprio MVP, per i brianzoli: è stata una vittoria di squadra. Se proprio dovessimo scegliere qualcuno, allora punteremmo sulla coppia Ragland – Tyus. La guardia è stata più continua nel rendimento, ma nella gara- 6 che ha dato la parità alla Lenovo ha segnato solo 5 punti, mentre il lungo dal passaporto israeliano e Aradori (stranamente a fasi alterne, in questa serie) salivano in cattedra. Sassari brilla in Becirovic e neo cugini Diener, mentre Gordon e Thornton si accendono a intermittenza.
Cantù vince la serie 4 – 3
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