La mitraglietta dei “grandi provini”


Il filosofo Barthes ironizzò sulla cosiddetta “Generalessa” Massu. Nel 1959, durante la Guerra d’Algeria, lei è a capo d’una maglieria a domicilio. Qualcosa che per Barthes doveva “mitigare” il militarismo francese del Generale Massu. La maglieria a domicilio offriva alle donne algerine uno stipendio da 15.000 franchi al mese. Ma Barthes prese in giro l’idea della “Generalessa”! La sua casa esibiva tutta la “povertà spartana” d’un quartier generale, come in battaglia. La donna conservava solo alcuni primi piani del Generale Massu (in uniforme da paracadutista) e due telefoni (che squillassero di continuo). Come in battaglia, lei aveva imparato che per comandare bisognava rispondere su molti fronti, contemporaneamente. Nella sua casa, bastavano i ripetuti squilli dei telefoni. Il quartier generale della grande maglieria a domicilio doveva esibire un arredamento austero (spartano). Per il filosofo Barthes, ogni generale poteva avere il “colpo di genio” solo estraniandosi dal mondo! In via più ironica, la signora Massu s’era inventata una vera e propria “guerra” delle maglie. Lei aveva la grande velleità di ricucire lo strappo coi ribelli algerini, offrendo il “diversivo” d’un lavoro alle loro donne. Così la “Generalessa” Massu per Barthes sognava una Francia “silenziosa”, in cui si parlasse solo di maglie. Il lavoro a domicilio inoltre emancipava falsamente le donne algerine, le quali pur sempre non avrebbero dovuto abbandonare il “focolare” domestico. Nella fotografia scattata da Francesca, la modella Valeria posa virtualmente da uccisa. Il corpo abbandonato in strada è stato contrassegnato col gesso, dalla polizia, per ricostruire in futuro la scena del crimine. Forse Valeria camminava tranquillamente, mentre un automobilista ha finito per investirla? Si noti che sul corpo mancano i segni del sangue. Ma dobbiamo pensare ai numerosi accessori di moda. Questi sono collocati attorno al corpo. Riconosciamo più riviste di moda, una borsetta, le cuffie, una scarpa, una cintura, i colori per truccarsi ecc… Sarebbe facile immaginare che tali accessori sostituiscano dei proiettili, ed infatti la polizia ha già provveduto a schedarli. Forse Valeria è morta a causa d’una sparatoria (benché manchi il dettaglio del sangue). Conosciamo il mondo delle fashion-bloggers, le quali si divertono a mettere creativamente assieme più abiti ed accessori (giustificando un nuovo look). Immaginiamo la facilità con cui questi vengono rapidamente provati o riprovati. Possiamo dire che la fashion-blogger in qualche modo “ci sparerà” il suo look? Il corpo della modella fungerà da caricatore! Così è interessante citare l’ironia di Barthes sulla “Generalessa” Massu. Pare che Valeria diventi la vittima d’una “guerra” certo fra gli accessori, e forse fra i vestiti (considerando le riviste a tema). Resta da capire se il suo corpo potrebbe percepirsi addirittura in via “militare”. Valeria indossa una camicia che la appesantisce molto, sulle maniche, così da “equipaggiarsi”. Ironicamente, la fashion-blogger per la fotografa Francesca sarebbe diventata una “soldatessa” dei grandi provini!

 

D'URBANO - OPPENHEIMER

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bibliografia consultata:

R. BARTHES, Miti d’oggi, Einaudi, Torino 1993, pp. 255-258

 

Nota biografica sugli artisti recensiti:

La fotografa Francesca D’Urbano è nata a vive a Roma. Lei ha migliorato la sua tecnica andando all’estero, attraverso lo stage “Magnum in Motion”, presso l’importante agenzia Magnus Photos, di New York. Francesca inoltre realizza documentari, servizi televisiva, filmati per le istituzioni. Oggi lei lavora a Cinecittà, come montatrice. Francesca è pure una giurata per il concorso Metro Photo Challenge.

www.francescadurbano.com

La modella e presentatrice Valeria Oppenheimer ha calcato per anni le passerelle (girando in tutto il mondo, conoscendo molte persone). In seguito, lei è passata alla conduzione televisiva, diventando pure autrice di programmi. Le piace molto lavorare da veejay. Come fashion writer, Valeria è articolista in varie testate giornalistiche. Dal 2011, lei lavora come autrice e conduttrice del programma radiotelevisivo “Le conseguenze della moda”, in onda su WR8 Rai. Valeria insegna Fashion Editing e Scrittura per il Giornalismo presso l’Accademia del Lusso a Roma.

http://leconseguenzedellamoda.blog.rai.it/

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