È guerra al grunting


La scorsa settimana il calendario femminile prevedeva il torneo di Doha in Qatar. Da quest’anno i tornei Premier femminili sono trasmessi in esclusiva su SuperTennis (canale 64 del digitale terrestre). Vedendo il match tra Serena Williams e Maria Sharapova notavo che, senza accorgermene, diminuivo il volume del televisore. Ero troppo preso dal match per capirne i motivi. Riprendendo coscienza alla fine del primo set, capivo che era un modo per non far insospettire i presenti a casa. Da qui l’idea dell’articolo di oggi: il grunting.

Che cos’è il grunting? Il significato lo ricaviamo dal verbo inglese assonante grunt, che significa “grugnire”. Ovviamente non mi sto riferendo al verso del maiale. Basta vedere un match femminile per capire cosa sia. È quell’urlo (o urlaccio) che le tenniste emettono in esecuzione di qualsiasi colpo che voglia portare la pallina dall’altra parte della rete. A cosa è dovuto? Proprio questo è il problema su cui i legislatori del tennis stanno discutendo in questo periodo. Il tennis, sia in campo maschile che femminile, sta andando verso una maggiore fisicità che porta i tennisti a esibire più muscoli che tecnica. Se a questo sommiamo il fatto che ancora alcune superfici (in controtendenza) siano molto veloci, la prima motivazione che viene in mente è che il grunting dipenda dallo sforzo fisico messo in atto per colpire la palla.

Il dibattito si è accentuato quando alcuni studi hanno dimostrato che il vigore con cui si emette il suono vocale inciderebbe sulla potenza e sulla velocità della pallina. Da qui nasce il dubbio che in realtà questo atto sia volutamente atteggiato da molte giocatrici per assicurarsi un vantaggio sulle avversarie. E in effetti, soprattutto tra le prime, abbiamo molte tenniste che del grunting fanno un uso spropositato, come Sharapova o Azarenka. A loro volta queste si difendono affermando che è il proprio modo naturale di giocare, pertanto impossibile da rimuovere. Un dato difficile da contestare, perchè le atlete sono, già da molto giovani, allenate a questo istinto.

In ogni modo, oltre l’effetto vantaggio, c’è da considerare anche il disturbo a cui vengono sottoposti gli spettatori che vogliano godersi un match, sia dal vivo che dal televisore. Tant’ è che la Federazione Internazionale del Tennis sta pensando in futuro di vietarli in quanto indicatori di un comportamento antisportivo. Si pensa a dei rilevatori sonori in grado di intercettare i decibel emessi e rilevare quelli superiori a determinati standard, che saranno da stabilire. Le sanzioni prevederebbero la multa o la decurtazione di punti dal ranking.

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