“The morning after” secondo Dries Van Noten


Il pret a porter maschile per l’inverno 2013/14 a Parigi sfila nel segno dell’avventura: sull’Himalaya con Louis Vuitton, al circolo polare con Rick Owens, in Scozia con Yohji Yamamoto, in Oriente con Dries Van Noten.

Niente del formale o del classico visto sulle passerelle milanesi: i défilé francesi riportano in scena i completi da camera e da viaggio.

«The morning after»: Dries Van Noten sintetizza così il suo menswear. Una collezione avvolta dalle fantasie del “mattino dopo”. Quelle fantasie all’apparenza inconciliabili, ma incredibilmente abbinate: esotiche, raccontano di Oriente, di paisley e di broccati. Giubbini che mixano tessuti brit e cuciture da moto, pantaloni di pelle nera con tasche cargo e borchie lucide. Sandali con pelliccia, portati con calzini pesanti.

Lo stile culturalmente eterogeneo di Dries Van Noten l’ha reso uno degli stilisti di maggior successo tra i “Sei di Anversa”, che fecero il loro debutto sulle passerelle londinesi nel marzo 1986.

È forse lo stilista belga più accessibile, anche se tutt’altro che convenzionale: preferisce disegnare “capo per capo”, mirando a creare una moda “neutra”, a cui ciascuno possa aggiungere la propria personalità. Ama i tessuti e le sue giacche morbide, le sciarpe sono ricamate usando le tecniche folkloristiche tradizionali dell’India, del Marocco o dell’Europa orientale, secondo ciò che più attira la sua attenzione in quella stagione.

Nel 1991 Van Noten presenta per la prima volta la sua collezione uomo a Parigi. Dodici anni dopo, fa a pezzi la formalità in favore di un look out of bed, letteralmente da camera. Due sono i cardini attorno a cui ruota tutta la collezione: il primo è il pigiama, con la giacca ampia e morbida stretta da una cintura. La seconda è la fantasia da tappezzeria, giocata in tante varianti. In mezzo a questo boudoir maschile, svettano cappotti dai volumi davvero indovinati e pull che donano un senso di ricchezza e di calore all’insieme.

Nel complesso: «un gusto raffinato nei colori, nell’abbinamento di fantasie e stampe che ha pochi rivali. Van Noten rilassa con un print-à-porter paradossalmente mai sopra le righe. I singoli pezzi attraggono, l’insieme ipnotizza» (Stefano Roncato).

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