Capodanno sotto i cieli di Londra


Veder zampillare i fuochi pirotecnici nell’aria, stringere con una mano il caffé bollente, ma che pare appena tiepido rispetto alla rovente stretta del mio ragazzo, dall’altra parte… e pensare che non ci sarebbe nulla di più bello al mondo di un capodanno sotto i cieli di Londra, con accanto le persone che amo.

Sullo sfondo la London Eye, con il conto alla rovescia, e attorno tutta la gente raccolta, come i pinguini nel documentario raccontato da Fiorello, come se fosse possibile, in tal modo, combattere la morsa del freddo.

Meno quattro…

Ci siamo!

Meno tre…

Stringiamoci assieme, in un abbraccio.

Meno due…

Che emozione!

Meno uno…

BUON ANNO!!

Questo 2013 che parava inarrivabile, è finalmente giunto, a discapito dei Maya o di Monti o delle superpotenze europee inginocchiate dalla crisi finanziaria ed economica. Certo che però una penuria di luci come quest’anno non si era mai vista…

Salto direttamente la stesura della lista dei buoni propositi. Vi rivelo solo un segreto: quest’anno non ci sarà più in vetta alla classifica l’ennesimo tentativo di sconfiggere la cellulite entro l’estate.

Al termine dei festeggiamenti (un bicchiere di spumante di scarsa qualità e qualche ululato verso il firmamento in una sconosciuta lingua arcana) ecco che si torna a casa, sfilando di fronte a una serie sconfinata di vetrine, marciapiedi, fumi residui dei fuochi artificiali e disomogenei gruppi di clochard. Giusto il tempo di sorridere al cane di uno di essi e infilarci nella metropolitana.

Mind the gap.

Non sono passati neanche due giorni dal nostro arrivo in questa straordinaria città che questa frase mi si è scolpita nella mente. Devo ammettere che un po’ mi irrita…

“Esci dal tunnel, poi gira a destra, procedi dieci metri. Di fronte al pub con le insegne blu c’è la fermata del bus.”

Canticchio questo ritornello cretino nella mia mente: è l’unico modo che possiedo per non perdermi. D’altronde è risaputo che il mio senso dell’orientamento è pari a quello di un ubriaco cerebroleso.

Al di là questa digressione che andrà sicuramente a ledere la mia immagine, saliamo le scale che ci separano dall’ingresso del nostro appartamento preso in affitto, infiliamo le chiavi nella toppa ed entriamo, sinceramente senza preoccuparci particolarmente di non fare rumore, per non disturbare gli altri condomini.

Ma che diamine, è capodanno! Sicuramente ci perdoneranno.

Siamo sei diavoli in cerca di divertimento, compagni d’avventure, amici che, senza sapere cosa fare, la domenica prendiamo il treno e andiamo dove ci porta il cuore.

Contiamo i caduti sul campo di battaglia:  ottima media, nessuno è completamente ubriaco, io sono forzatamente sobria, causa astemia  e minore età.

All’unanimità si sceglie di guardare un film, ma, optando per un horror, mi offro volontaria per andare a scrostare i padelloni della sera prima. Sono talmente fifona che a malapena riesco a guardare le puntate di Scooby-Doo!

E allora vi starete chiedendo: dove vuoi arrivare con questa storia? Qual è il punto della questione?

Potrei raccontarvi un sacco di cose, dai megapranzi a base di muffin, ai litigi per un nonnulla, ai confronti sulle tonalità di rosso delle mutande indossate la sera di capodanno, alle avventure nate dall’esigenza di andare in bagno (essendoci un solo servizio con sei intestini da liberare). Tutte cose banali e insignificanti, se non fosse che a viverle con me non ci sono sconosciuti o persone qualunque, bensì ci sono i miei amici.

Questa non è una storia straordinaria, non è un inno all’avventura, è solo un invito a trascorrere del tempo con le persone  a cui si tiene di più: sono troppi i momenti sprecati a fare cose che non vorremmo, cose inutili, non necessarie.

Il mio augurio più grande per tutti voi, per questo 2013, è di accantonare vecchie incomprensioni, prendere l’auto, la bicicletta o il treno per andare a dire “ti voglio bene” a coloro che, dalle vostre bocche, non lo sentono pronunciare da anni, oppure per ribadirlo a coloro che meritano, poiché non lo si dice mai abbastanza spesso.

Buon anno a tutti quanti, all’insegna dell’amicizia, del rispetto e della fedeltà: affinché questi valori, nonostante tutte le difficoltà della situazione, non si affievoliscano, ma rimangano salde ancore per l’esistenza di ognuno di noi.

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