Un punto di domanda
Un giorno il punto di domanda decise di andarsene in vacanza. Era infatti stanco di essere utilizzato in domande brutte come “hai saputo che i politici hanno rubato questo e quello?” oppure “non vedi che nessuno paga le tasse? Perché dovrei farlo io?”, oppure ancora “hai saputo della guerra in quel Paese? E di quella in quell’altro?”.
Insomma tutte le brutte e stupide domande degli uomini lo avevano stufato e partì un giovedì sera con l’idea di starsene via qualche settimana.
L’indomani la maestra avrebbe dovuto interrogare Giacomo sulla tabellina del cinque, ma non riuscì a chiedergli nulla perché non c’era più il punto interrogativo con cui finire la domanda. Giacomo ne fu molto contento, ma la sua gioia si mutò in stupore quando si accorse di non poter chiedere alla maestra di andare in bagno e infine lo stupore si trasformò nella vergogna di essersi fatto la pipì addosso.
I carabinieri furono avvisati della scomparsa, ma non potendo fare domande, non riuscirono a capire se qualcuno avesse avvistato il punto interrogativo da qualche parte.
Gli scienziati si trovarono ben presto a non ricordare le questioni alle quali cercavano di dar risposta con le loro ricerche e si misero costruire piste per le biglie.
I filosofi e i matematici si ritrovarono senza “perché” e “come” e vollero imparare a coltivare la terra.
I musicisti si ritrovarono senza date di concerti, perché nessuno poteva chiamarli per chiedere se erano liberi il tal giorno.
I falegnami erano senza ordinazioni, così come erano senza clienti i ristoratori i venditori ambulanti e le gelaterie.
Persino Dio si ritrovò senza preghiere da ascoltare e si mise a giocare a rubamazzo con San Pietro.
Tutti erano preoccupati ma non potevano chiedersi neanche “cosa succederà adesso?” oppure “come faremo a vivere?” perché il punto interrogativo era sparito anche dai pensieri.
Qualche giorno dopo, pentitosi di essersene andato senza avvisare nessuno, il punto interrogativo tornò al suo lavoro. Non si può immaginare la gioia di tutti nel vederlo tornare: lo travolsero di abbracci, gli accarezzarono la gobba e promisero che da quel momento l’avrebbero utilizzato solo per domande belle e intelligenti. Il punto interrogativo pensò che non era sufficiente cambiare le domande e che bisognava anche cercare risposte diverse da quelle trovate fin’ora. Ma, pensò, è comunque un inizio.
Molto toninoguerreggiante questo racconto Michè =)
bacione
Dici? Io invece sento di avere avuto, nella scrittura di questo racconto, una spinta grossa dal buon Gianni Rodari.
Molto tenero… e sì, si sente lo zampino di Rodari, ma ben venga! Uno come lui non nascerà più, temo…
Grandi complimenti a Michele Canducci! Se il tuo punto di riferimento è Rodari, non ti resta che coltivare la tua passione per i suoi scritti e cogliere la sua eredità-… mantenendo comunque una tua identità e un tuo spirito. BRAVISSIMO! Vado a vedere cos’altro hai scritto!!!