Diritto all’acqua: la lotta di Faqua


Faqua è un piccolo villaggio palestinese a pochi chilometri a est di Jenin e a qualche centinaio di metri dal Muro. Come la maggior parte delle realtà palestinesi della West Bank, neanche Faqua è connesso a una rete idrica, ma nel 2005 ha ottenuto una piccola vittoria: la Palestinian Water Authority (PWA) dopo numerose trattative è riuscita a garantire 300.000 litri d’acqua al giorno per i 4mila abitanti del villaggio utilizzando le tubature della Mekorot (compagnia israeliana per l’acqua) che servono Jenin e gli insediamenti israeliani di Kadin e Ganim.

Il punto di raccolta dove vengono riempiti i serbatoi della PWA si trova a 6 km da Faqua e le difficoltà legate al trasporto fanno lievitare sensibilmente i prezzi dell’acqua: 10 metri cubici d’acqua forniti dalla PWA al villaggio costa 110 shekel (29$), mentre per i centri collegati direttamente alle tubature della Mekorot  il costo scende a 40 shekel (10$).

Nel villaggio di Faqua molte famiglie che non possono permettersi l’acqua fornita dalla PWA si sono organizzate con cisterne per la raccolta dell’acqua piovana. Tra queste famiglie c’è quella di Abu Khamis: un nucleo di 13 persone che può permettersi solo 35 litri d’acqua piovana a testa raccolta in una cisterna interrata. Sebbene Khamis facesse sempre bollire l’acqua prima dell’utilizzo, i suoi bambini si erano ammalati e da quel momento ha optato per l’acqua (più cara) in bottiglia. Il fratello, non potendosi permettere un tale “lusso”, beve ancora l’acqua della cisterna e suo figlio più piccolo è rimasto vittima più volte della dissenteria.

Malgrado l’acqua fornita dai serbatoi della PWA risulti più pulita ed economica, le famiglie palestinesi più povere sono spesso forzate ad acquistarla da venditori privati che permettono loro di pagare a rate. La famiglia di Abu Khamis è tra queste.

A nord del villaggio corre il Muro, che in alcune parti è intervallato da recinzioni elettroniche con doppio filo spinato che permettono ai palestinesi di vedere i verdi campi rigogliosi in territorio israeliano su cui si estendono coltivazioni di pomodori, melanzane, cetrioli e altri ortaggi. I terreni di Faqua rimangono invece per la maggior parte non coltivati causa la scarsità dell’acqua.

Un abitante di Faqua a cui era stato chiesto se sapesse quanta acqua consumasse un media un israeliano ha risposto in tono amaro: “Tutto quello che so è che una donna israeliana a Bet Shean consuma al giorno una quantità d’acqua pari a quella consumata dall’intero nostro villaggio“.

L’ottenimento di un collegamento alle tubature della Mekorot è stato per Faqua una piccola prima vittoria, ma le limitazioni a cui il villaggio deve sottostare non garantiscono ancora il rispetto di un diritto fondamentale (estensione del diritto alla vita affermato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani): il diritto all’acqua.

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