Mazziniani di oggi


Oggi parliamo con l’ing. Claudio Masini, presidente dell’Associazione Mazziniana Italiana ONLUS, Sezione di Rimini Marzo 1831.

Quali sono le attività dell’Ami e che cosa significa oggi essere mazziniani?

Una doverosa premessa per capire da dove veniamo:

l’ Ami (Associazione Mazziniana Italiana, d’ora in poi in sigla nel testo ndr) nazionale nasce a Milano nell’agosto 1943 in forma clandestina e partecipa alla guerra di liberazione dal nazifascismo.

I motivi e la finalità si traggono dall’art. 1 dello Statuto (edizione approvata dal Congresso straordinario di Rimini il 20/04/2012, che recita:

L’ A.M.I. è un libero sodalizio di cultura, di educazione e di propaganda, indipendente da partiti; riafferma l’unità e l’indipendenza della Repubblica Italiana; si propone lo svolgimento e l’attuazione dei principi morali, politici, giuridici, sociali e di emancipazione femminile, della tradizione repubblicana che in Italia ha avuto la sua più alta espressione in Giuseppe Mazzini, ed il compimento dell’unità federale europea nell’ambito dell’organizzazione internazionale, nella prospettiva di una alleanza universale dei Popoli.

Dopo il D.Lgs. n° 460 del 04/12/1997, l’Ami è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale (Onlus).

L’organizzazione si struttura in Sezioni locali: quella di Rimini porta il nome distintivo MARZO 1831, con riferimento alla battaglia delle Celle, uno dei primi fatti d’arme per la liberazione del territorio nazionale dallo straniero. Gli insorti, guidati dal generale Zucchi, si batterono contro le truppe austriache. Questo evento è ricordato sia da Mazzini sia da Massimo D’Azeglio. 

Per completare la risposta alla domanda su quali siano le attività dell’Ami nei diversi territori della Provincia, la Sezione di Rimini dà vita a varie manifestazioni. Ricordiamo le ultime: mostre (Le donne del Risorgimento, che presenta il contributo che questa componente misconosciuta ha fornito al movimento per la liberazione e l’Unità d’Italia; la figura di Giuseppe Mazzini); convegni ( la figura di Gioacchino Murat ed il Proclama di Rimini; Le Associazioni e le Fratellanze nel Risorgimento; La scuola Laica); inoltre si occupa della diffusione di libri storici inerenti il Risorgimento e promuove concorsi per ricerche rivolte agli Istituti Medi Superiori.

Nel 2011 in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, l’Ami di Rimini ha partecipato alle iniziative insieme ad altre organizzazioni quali il Comitato Provinciale dell’Istituto di Storia del Risorgimento di Rimini; l’Associazione Marinai d’Italia; l’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini – ANVRG. Recentemente, il 20/04/2012 si è tenuto a Rimini il 1° Colloquio Mazziniano 2012 insieme con la Direzione Nazionale avente titolo “Democrazia in azione: sistema dei partiti, legge elettorale e quadro istituzionale” che ha visto la partecipazione del nostro Presidente Nazionale prof. Mario Di Napoli e del Presidente del Comitato Regionale Emiliano Romagnolo Ami  Fausto Faedi.

Dai temi riportati sopra, essere mazziniani oggi non vuol dire essere uomini d’altri tempi che vivono di ricordi; significa in realtà, come uomini contemporanei, avere chiaro che il programma originario che diede vita all’epopea risorgimentale non si è ancora completamente attuato. Essere mazziniani oggi si sintetizza nel motto “Pensiero e azione”, trovando l’impegno per tutte quelle proposte politiche non ancora attuate come per esempio:

  • l’unione europea dei Popoli come Stati Uniti d’Europa;

  • l’inserimento dei giovani come patrimonio e futuro della Società, di cui i padri devono responsabilmente rispondere (per annotazione : l’iscrizione alla Giovine Italia era aperta ai patrioti fino al 40° anno d’età);

  • la riforma della Costituzione Italiana (non dimentichiamo che la nostra attuale Costituzione deriva per molte parti da quella della Repubblica Romana del 1849, ma con varie omissioni);   

  • il recupero della moralità pubblica, oggi giunta ad una situazione inammissibile;

  • la distribuzione equa della ricchezza, a garanzia di un migliore sistema sociale.

Se rileggiamo lo Statuto della Giovine Italia (fondata a Marsiglia nel 1831), quelli sopra sono alcuni punti che erano già enunciati.

A un anno dalle celebrazioni per il 150 anniversario dell’unità d’Italia, secondo lei a che punto siamo nella costruzione della nostra identità nazionale? L’idea di Mazzini è penetrata nello Stato attuale?

La costruzione della nostra identità nazionale ha sempre subito le ingerenze e le influenze negative dello Stato Vaticano e dei suoi fiancheggiatori. Non siamo certo ai contenuti retrogradi del Sillabo di Pio IX, in cui erano bollate come strumenti diabolici: la stampa; l’educazione del cittadino; la libertà di pensiero e di religione; la rappresentanza elettorale;  l’abrogazione della pena capitale (tuttora in vigore nello Stato Pontificio): oggi assistiamo a privilegi amministrativi ingiustificati (i patti Lateranensi nati per convenienze politiche provenienti dal passato regime fascista e nonostante tutto rinnovati in seguito).

Non c’è solo questo aspetto: oggi assistiamo ulteriormente a iniziative di alcuni movimenti politici inneggianti alla secessione, che ingiuriano la bandiera nazionale offendendo quanti hanno sacrificato la propria vita e soprattutto rinunciano a lavorare per l’eliminazione di quel malcostume nella gestione della cosa pubblica (da cui non sono indenni, alla luce dei recenti fatti di aprile): qui si apre in generale un serio tema sulle connivenze malavitose presenti un po’ in tutte le regioni italiane e del ruolo talvolta colpevolmente debole se non peggio delle rappresentanze istituzionali locali.

L’identità nazionale passa in primo luogo attraverso l’istruzione e l’educazione (ma assistiamo ad un inglorioso decadimento delle risorse e dei livelli scolastici, comprese le Università, ormai ridotte a poco più di Scuole Medie Superiori); a seguire prosegue con azioni tipo “accomodati a casa” verso tutti coloro che sono corrotti o hanno ricevuto “innocenti e graziose rimesse” da generosi “benefattori”.

In questo senso l’idea di Nazione di Mazzini è presente nello Stato Italiano e di queste idee sono stati garanti espliciti vari Presidenti della Repubblica. Sono i funzionari e i quadri intermedi e le rappresentanze politiche filo clericali e secessioniste che ne compromettono talvolta l’applicazione: è proprio su questo che il ruolo del mazziniano oggi è sprone di vigilanza e di denuncia.

Parliamo di Europa, parliamo di crisi, non solo economica ma evidentemente anche ideale; secondo lei l’Euro resisterà? Come vede la prospettiva degli Stati Uniti d’Europa oggi e la conseguente cessione di sovranità che comporterebbe alla luce dei revivalismi campanilistici che sorgono in molti paesi?

Sono fermamente convinto che l’Euro resisterà. E’ necessario però ricondurre il progetto attuale d’Europa a quello di Europa dei Popoli, come fu identificato nell’Atto della Costituzione degli Stati Uniti d’America.

A questo punto è interessante un riferimento storico: il 15 aprile 1834 a Berna, Mazzini fonda la Giovine Europa e contestualmente viene stipulato l’Atto di Fratellanza sottoscritto dai rappresentanti dell’Italia, della Germania (Giovine Germania) e della Polonia (Giovine Polonia), identificati come nazioni guida delle stirpi greco-latine, germaniche e slave.

Mazzini scriverà:

Una nuova epoca “ destinata ad organizzare un’Europa di popoli liberi, indipendenti quanto alla loro missione interna, associati tra loro a un intento comune, sotto la divisa libertà, eguaglianza, umanità”.

La perdita di questa prospettiva internazionale, oggi potremmo utilizzare il termine di “patriottismo europeo” è quanto ancor oggi manca.

Bisogna dire che molti degli associati all’Ami sono anche attivi nel Movimento Federale Europeo, che si prefigge proprio di colmare le lacune dell’attuale struttura che in Europa vede solo quale dato comune la moneta, ma non altre istituzioni comuni. Senza mettere in comune istituti come esercito, banche, rappresentanze decisionali, armonizzare le legislazioni fiscali e del lavoro, non riusciremo ad avere il compimento degli Stati Uniti d’Europa, che è anche il fine ultimo di un progetto ben più ampio (forse utopistico) che Mazzini sentiva come valore fondamentale: la Fratellanza Universale dei popoli, con gli istituti di democrazia e libertà religiosa quali punti di partenza nonché garanzia per annullare la rivendicazioni nazionalistiche e di parte.

Alla luce dell’attualità, il cammino è sicuramente ancora lungo: direi che oggi ci troviamo davanti ad un’importante svolta del percorso effettuato. Sono convinto che situazioni come  quella greca avrebbe potuto essere gestita diversamente fin dall’origine: il modello di riferimento va completamente riformato. Non a caso un gruppo di lavoro del Congresso Nazionale dell’Ami (che si terrà a Forlì dal 16 al 18 novembre) tratterà proprio di tale argomento: i relativi documenti sono in fase di elaborazione definitiva presso la Direzione Nazionale.

Secondo lei, perché l’epopea risorgimentale è sempre meno conosciuta dai giovani?

La responsabilità su questa carente conoscenza sull’epopea risorgimentale dipende in gran parte dalla scuola.

Gli Istituti scolastici religiosi parificati non sono certo portati a rappresentare eventi e valori su questo periodo.

Tuttavia anche la scuola pubblica e laica non brilla di sensibilità al riguardo.

Nel 2011 come A.M.I. ci sforzammo di curare questo aspetto promuovendo iniziative quali concorsi per ricerche storiche locali: riconosciamo che la collaborazione con l’Ufficio Provinciale Scolastico ( ex Provveditorato ) è sta preziosa per la diffusione presso le Scuole Medie Superiori.

Nel 2012 i nostri sforzi saranno maggiori e coinvolgenti specialmente i Presidi. Non essendo l’Ami legata ad alcun partito politico ed essendo un laboratorio sui principi di dignità e sviluppo dell’Uomo e del Cittadino, la scuola pubblica (sempre Medie Superiori) sarà interessata dalla Giornata Nazionale della Scuola, prevista per il 10 novembre e che è in fase di presentazione: vi sono letture che vanno sostenute e per la quali anche i nostri associati saranno chiamati a promuovere e coordinare.

La situazione dei giovani è però di più ampio respiro: al di là dei metodi di comunicazione, anche con i social network e con la più avanzata tecnica informatica, non si deve proporre loro il ricordo di un passato, ma l’analisi delle problematiche e prospettive verso il futuro.

Per la conoscenza del Risorgimento abbiamo distribuito libri e richiesto di ritorno dei commenti e delle riflessioni: abbiamo ricevuto anche richieste di approfondimento.

Questa esperienza ci ha insegnato che la strada è giusta: occorre avere la pazienza del tempo necessario perché le coscienze hanno le loro dinamiche e percorsi, in particolare come oggi, in cui ciascuno resta davanti al proprio computer e non riscopre la funzione chiarificatrice del rapporto umano, del confronto, del contributo che personalmente ognuno può dare.

Per concludere: quali sono le prossime iniziative dell’Ami e in che modo, se si fosse interessati, vi si può contattare?

Sul territorio della Provincia di Rimini, l’Ami nel 2012 ha varie iniziative in programma. Il calendario è in fase di approvazione. Si tratta delle seguenti:

  • mostar “ La satira al tempo di Mazzini – Caricature italiane tra il 1805 ed il 1872”, formata da più di 100 stampe. Perché la satira? Rispondo con l’esergo del catalogo: “La satira è l’esame di coscienza dell’intera società, è una reazione del principio del bene contro il principio del male; è, talora, la sola repressione che si possa opporre al vizio vittorioso. E’ un sole che impedisce la corruzione”. Sono parole di Carlo Cattaneo.

  • Insieme con altre associazioni, un convegno sulla figura di Garibaldi cittadino di Rimini e di Mazzini.

  • Un convegno sulla moralità pubblica, a partire dall’esempio della gestione della cosa pubblica di Ernesto Nathan, storico sindaco di Roma.

  • E’ in fase di ideazione, se i tempi lo consentiranno, un convegno su un tema veramente difficile ed importante, soprattutto per le caratteristiche di vuoto morale e ideale odierno: La spiritualità in Mazzini “. Voglio segnalare che su questo argomento c’è stato un notevole contributo dell’editrice Claudiana di Torino, che recentemente ha pubblicato un testo curato da Andrea Panerini che raccoglie una serie di testi di Mazzini su tale argomento, intitolato “ Dal Concilio a Dio e altri scritti religiosi

L’Associazione Mazziniana Italiana Onlus è presente sul web con un sito:

www.associazionemazzinaina.it

dove è interessante sia il settore storico sia la consultabilità dei numeri anche passati della rivista trimestrale dell’associazione : Pensiero Mazziniano.

Sul sito sono riportati tutti i riferimenti per contattarci. Cliccando sulla nostra regione riportata sull’Italia, trovate i riferimenti del Presidente e del Segretario, che qui riporto come indirizzi e – mail:

Presidente : faro142@alice.it

Segretario : sergioderrico1@tin.it

Ci sono anche gli indirizzi postali cui eventualmente spedire la corrispondenza.

Quello del Presidente (non è la sede dell’Associazione) è:

Masini Claudio

Viale Leopardi, 18

47921 Rimini

Tutti gli associati dell’Ami di Rimini Marzo 1831 saranno ben contenti di rispondere ai contatti e alle eventuali richieste di documentazione e approfondimenti.

Nell’occasione ci prendiamo l’impegno di informare sulle date in cui saranno effettuate le iniziative citate sopra.

Ringrazio e rivolgo i miei migliori saluti a tutti.

Claudio Masini

Grazie mille

 

+ Non ci sono commenti

Aggiungi