Loro bruciano, noi ricostruiamo


Come riminesi, ospiti di una cooperativa corleonese che gestisce i terreni confiscati alla mafia e che quotidianamente deve far fronte a non pochi problemi di carattere economico (ma non solo), non possiamo non esprimere solidarietà nei confronti dei soci delle cooperative siciliane e pugliesi che in questi giorni hanno visto il frutto del loro duro lavoro andato letteralmente in fumo.

Questi gravi atti intimidatori dovrebbero zittire definitivamente chi da sempre vede nel recupero sociale dei beni confiscati alle mafie solo una perdita di tempo e denaro (recuperabile con l’eventuale vendita dei beni stessi), oltre che un progetto inutile e poco incisivo nella lotta alla mafia.

La realtà è l’esatto opposto. Aggredire i beni mafiosi, sulla strada tracciata trent’anni fa da Pio La Torre, per creare lavoro, dignità e giustizia, nelle terre che per troppo tempo non hanno vissuto nulla del genere, è la descrizione del percorso coerente e straordinario che stanno conducendo centinaia di cooperative ed enti nel Meridione da molti anni a questa parte.

Durante le nostre brevi, seppur intense, esperienze nei campi a Corleone e Canicattì abbiamo potuto solo scorgere le difficoltà cui queste coraggiose realtà vanno incontro. Dal dovere scalfire il muro di omertà e di accettazione sociale nei terreni dove imperava la cultura del privilegio mafioso, alla consapevolezza di dover sudare e sporcarsi le mani in terra ogni giorno perché quei terreni aridi portino i frutti e i prodotti del lavoro giusto.

Loro sono i vigliacchi, noi ci mettiamo la faccia.
Loro bruciano, noi ricostruiamo.

Patrick Wild

Gruppo Antimafia Pio La Torre

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