33° turno della Serie A italiana di basket
«Più si riesce a guardare indietro, più avanti si riuscirà a vedere». Così parlò Winston Churchill, e queste parole sono la più azzeccata descrizione per il penultimo turno della stagione regolare del massimo campionato italiano di basket, che rimette tutto in discussione nella corsa al quarto posto. L’ importante vittoria di Bologna a Siena (mancava dal 2006, era la Virtus di Markovski e Bluthental) e le contemporanee vittorie di Milano e Cantù danno un segnale forte, anche in vista dei playoff: questa Siena non invincibile, e ci sono due pericolose avversarie pronte a morderle le caviglie. La festa sta per cominciare, allacciate le cinture.
BENETTON TREVISO 76 – 84 EMPORIO ARMANI MILANO
Per l’ ultima al Palaverde dei Benetton, che dall’ anno prossimo non saranno più proprietari, i padroni di casa scelgono una prova d’ orgoglio, frustrata però dalla netta superiorità del roster lombardo. Milano, che all’ andata aveva subìto il colpaccio guidata dall’ ex di turno Djordjevic, si prende la rivincita con gli interessi: è l’ asse Cook – Bourousis a dimostrarsi letale per i veneti, incapaci di contrastare l’ arma in più che l’ Emporio Armani aveva costruito sul mercato e che per mesi aveva offerto risultati opachi. Sono 23 i punti dell’ americano, diventato in questo campionato anche affidabile al tiro, e 22 quelli di Bourousis, giunto ai livelli di alto rendimento che ci si aspettava da lui. Per il resto, non infierisce Alessandro Gentile, che proprio in maglia biancoverde aveva iniziato la stagione, mentre fa bella mostra di sé Viggiano, arrivato al suo posto, e tornato solido come ai tempi di Biella dopo che all’ Olimpia era un pochino ammuffito facendo panchina. Ora che ha trovato spazio, sta dimostrando tutte le sue qualità.
SIDIGAS AVELLINO 78 – 77 CIMBERIO VARESE
Una grande Avellino getta il cuore oltre l’ ostacolo di questa ennesima, travagliata stagione e in casa supera Varese, già sicura dell’ ottavo posto nella griglia dei playoff. Green e Johnson giocano rispettivamente 40 e 39 minuti, mettendo insieme 15 e 18 punti, ma chi risolve la contesa è Gaddefors, che nel quarto periodo con due bombe castiga una comunque buona Varese. Il gioiellino svedese, di proprietà Virtus Bologna, ha finito la stagione come uno dei trascinatori della Scandone, e mettendo in luce qualità notevoli. Per Varese, c’è da segnalare l’ ennesima prova di Goss, che è come se non se ne fosse mai andato, l’ estate scorsa. Con l’ aggiunta del play americano, la Cimberio ha un’ arma in più per spaventare Siena nel primo turno di playoff.
MONTEPASCHI SIENA 69 – 78 CANADIAN SOLAR BOLOGNA
Una Siena irriconoscibile crolla internamente contro una vispa e intraprendente Bologna, che a differenza degli anni passati non ha tremato sul ritorno dei toscani ma ha continuato a macinare il suo gioco, spuntandola infine in terra senese dove non vinceva da sei anni. Nel terzo periodo, quello in cui di solito è la Mens Sana a dare lo strappo ma che stavolta vede dominatrice Bologna, è Chris Douglas- Roberts, autore di 21 punti e 6 rimbalzi, che nel periodo dopo l’ intervallo ne scrive 11 sul tabellino mandando in fuga la Virtus. Siena viene sostenuta ancora una volta da Lavrinovic e McCalebb, ma stavolta non ha un contributo adeguato da parte dei suoi lunghi. Che alla fine risulterà decisivo nell’ economia della partita.
SCAVOLINI SIVIGLIA PESARO 83 – 75 ACEA ROMA
Roma saluta questo campionato in anticipo, chiedendosi quale sarà il suo futuro, dato che l’ attuale presidente Toti ha messo ufficialmente la squadra in vendita, precisando che non la regalerà e che l’ acquirente dovrà avere progetti importanti per il club. La partita è bella è combattuta, sempre in bilico nel punteggio: la spuntano i padroni di casa grazie ai 25 punti di James White e ai 19 di Hickman. Per Roma, che merita di tornare in alto dopo due stagioni che l’ anno vista languire nei posti della graduatoria che non le competono di certo, si mettono in luce Tucker, Varnado e Mordente. Gli ultimi due arrivati a campionato in corso.
ANGELICO BIELLA 88 – 84 OTTO CASERTA
Un match che per la classifica non ha significato diventa l’ occasione di gustarsi una partita avvincente sino alla fine, dove Caserta va avanti nel primo quarto di 8 e resta avanti anche fino all’ intervallo, quando è la premiata ditta Pullen – Coleman a mettersi in mostra e a regalare ai tifosi biellesi la degna conclusione di questa partita. A parte il duo americano (22 per entrambi), sono ancora Dragicevic e Miralles a dare una grande prova, mettendo in mostra un gran duello con Andre Smith e Stipanovic. Torna ai suoi livelli anche Collins, che nelle ultime gare aveva offerto prestazioni sottotono: 15 punti in 34 minuti per lui, con 3 recuperi e 9 assist. Con uno così, i numeri parlano da soli.
BENNET CANTÙ 81 – 63 FABI SHOES MONTEGRANARO
Come un diesel, la Bennet parte piano e poi man mano che la gara va avanti carbura sempre di più, piazzando due zampate decisive nei quarti centrali. Nell’ equilibrato sistema canturino sono Perkins e Basile a mettersi in mostra, scrivendo 15 e 14 nei rispettivi tabellini, a cui l’ americano aggiunge 6 assist e 10 rimbalzi. Nei playoff sarà fondamentale soprattutto questo aspetto, siccome con i lunghi dinamici di Cantù, diventerà proprio Perkins l’ ago della bilancia sotto canestro. Montegranaro chiude con una grande prova dei suoi statunitensi: 15 punti di Karl, 16 di McNeal, più i 20 totali che segnano Di Bella e Ivanov (10 per ciascuno). Contro questa Cantù, onestamente, di più non si poteva fare.
BANCA TERCAS TERAMO 83 – 77 NOVIPIÙ CASALE MONFERRATO
Nel giorno della sua ultima gara in trasferta, per questa stagione, Casale ritrova Nnamaka e si chiede se avrebbe potuto andare diversamente la corsa salvezza con il colored i passaporto svedese nel motore, che sigla 12 punti in 20 minuti. Anche Minard e Stevic offrono una buona prova, a dimostrazione che questa Casale ha tutte le carte in regola, competenza in particolare, per tornare presto nel massimo campionato (si sussurra con Pillastrini in panchina). Teramo saluta il suo caloroso pubblico, che quest’ anno ha sofferto ma si è tolto anche numerose soddisfazioni: ha visto giocare uno che nella NBA c’è stato come Dee Brown, ha riabbracciato il figliol prodigo Amoroso e ha assistito all’ esplosione di un giovane che può diventare un big, ovvero Polonara. Non male, per una squadra che l’ hanno scorso si era salvata pagando la wild card e favorendo di fatto la promozione di Venezia per una questione di ritardi veri o presunti, che diventa inutile andare a riprendere. Voltandosi indietro, però, Teramo ora può sorridere.
BANCO DI SARDEGNA SASSARI 81 – 74 UMANA VENEZIA
Sul rovente campo di Sassari, Venezia deve inchinarsi sin dal primo quarto, quando sono Hosley e Easley a indirizzare la gara sui binari giusti per la Dinamo. Szewczyk, Clark e Slay provano a tenere a galla la barca (anzi, in questo caso la gondola), ma devono arrendersi e cadere sotto i colpi di Travis Diener e Vnaja Plisnic (16 per entrambi alla fine). Mentre Sassari può festeggiare, Venezia si interroga sul suo campionato, che fin qui è stato straordinario, ma che rischia di finire in maniera deludente se i tre assi sugli esterni (Clark, Young e Bowers) non riprendono a giocare bene tutti insieme, e non uno alla volta ogni partita. Se no l’ amarezza della chiusura potrebbe cancellare quanto di splendido fatto finora. E sarebbe un peccato, oltre che un’ ingiustizia.
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