17° turno della Serie A italiana di basket
Una volta escluso ciò che è impossibile, quello che rimane, per quanto sia improbabile, non può essere che la realtà”: così si esprime Sherlock Holmes ne Il segno dei quattro. Non c’è migliore espressione che possa introdurre il punto sul campionato italiano di basket. Prendiamo in considerazione per esempio l’ Emporio Armani Milano, che per l’ ennesima volta ha subito una rimonta che l’ ha portata poi alla sconfitta. O la Montepaschi Siena , che ha vinto in casa contro Montegranaro ma che alla fine dei primi due tempi era sotto rispettivamente di 3 e di 2 punti. Non tenendo conto di Pesaro, Venezia o Bologna, forze emergenti ma ancora inclini a sbandare nei momenti-chiave, la realtà del campionato ci dice che, ora come ora, la formazione più solida è la Bennet Cantù. D’accordo, da qui alla Coppa Italia manca un mese, che sarà utile all’ Olimpia per affinare i meccanismi (ma non dovrebbero essere sufficientemente a punto, visto che il campionato è iniziato da tre mesi e mezzo?) e ai toscani per recuperare qualche infortunato, e dunque nessuna delle due può ancora essere definita fuori dai giochi. Così come è molto probabile che le squadre le cui azioni sono in crescita arrivino con qualche certezza in più a Torino, sede della Final Eight. Tuttavia, la formazione di Trinchieri si è dimostrata compatta, matura, recuperando la doppia cifra di scarto alla Virtus Bologna e sorpassando i bianconeri sia nel punteggio finale che nella classifica. Allo stato attuale, è quella che sembra avere le maggiori chance di vittoria. Si sa, però: nello sport, e nel basket in particolare, quel che è vero oggi può non esserlo domani.
MONTEPASCHI SIENA 96 – 84 FABI SHOES MONTEGRANARO
Fosse riuscito, per i giallo-blu di Giorgio Valli sarebbe stato un colpo. La vittoria nel fortino mensanino avrebbe significato vittoria fondamentale al fine della salvezza, sia per i punti guadagnati che per il morale che ne sarebbe venuto (per una piccola vincere contro una grande è sempre un’ iniezione di fiducia). I marchigiani c’ avevano creduto: sostenuti prima da McNeal e poi da Antonutti, erano riusciti a tenere mettere scacco la formazione biancoverde, il cui 24-17 dopo l’intervallo ha di fatto chiuso la gara. Nel terzo quarto, Andersen (7 punti, 24 alla fine) e Moss (5 dei 7 dell’ intera gara) trascinano la rimonta. Il resto è ordinaria amministrazione, con Thornton che nel quarto quarto sigla 10 punti e conduce i suoi al titolo di Campioni d’ inverno.
BENETTON TREVISO 68 – 62 VANOLI BRAGA CREMONA
Sasha Djrordevic sempre lui. Perde cinque partite consecutive in modi anche sciagurati, e tornano quelle antiche perplessità che lo accompagnavano anche a Milano. Poi, improvvisamente, due lampi nel buio: il sacco di Milano e la vittoria con Cremona. Se la prima è stata una sorpresa nel “perché” è arrivata, la seconda lo è nel “come”: il giovane e sottodimensionato playmaker De Nicolao in campo 33 minuti e autore di 14 punti, di cui 12 tra terzo e quarto quarto, equamente divisi, e dunque di fatto risolutore della gara, coadiuvato dal solito Becirovic e dai ritrovati Marcus Goree e Jeff Viggiano. Per Cremona, invece, Lighty (17) , Roderick (11) e Milic (10) mettono insieme più di metà dei punti. Lo sloveno è l’ago della bilancia, per i lombardi: dal suo rendimento costante ( e in seconda battuta da Lighty, che ha comprensibili alti e bassi ma è potenzialmente un americano da grande squadra, nonostante abbia deluso nell’inizio di stagione a Cantù) passano molte delle speranze di salvezza degli uomini di Attilio Caja.
BENNET CANTÙ78 – 72 CANADIAN SOLAR BOLOGNA
Tanto tuonò che…piovve. Sulla Virtus Bologna. La Bennet per tutta la partita è sorniona, lascia ai bianconeri le folate offensive ma non li lascia scappare. Leunen, deludente nella partita precedente, tiene attaccati alla partita i padroni di casa con 9 punti nel secondo quarto, poi ne segna 3 e 5 nei parziali successivi (saranno 17 alla fine). Dopo l’ intervallo, Trinchieri ottiene 8 punti da Shermadini (su 14) e 7 da Micov (9 alla fine), Cantù mette la freccia e sorpassa la Virtus, tenuta a galla da un Chris Douglas- Roberts che nella ripresa segna 13 dei suoi 15 punti. Vittoria e terzo posto ai brianzoli, ma per Bologna la consapevolezza che, se il suo americano è sano, può essere l’ arma in più per arrivare in fondo. Quanto in fondo, è ancora da vedere.
SCAVOLINI SIVIGLIA PESARO 79 – 72 NOVIPIÙ CASALE MONFERRATO
White, Hickman e Jones. I tre moschettieri di Pesaro approdano alla Coppa Italia dalla porta principale, ovvero da secondi in classifica. La parte di D’ Artagnan stavolta è tutta di Lydeka, che insieme all’ americano ex-Caserta guida i suoi nello strappo decisivo nel terzo quarto. Pesaro, in Coppa Italia, incontrerà la Venezia dell’ ex di turno Kee Kee Clark, la bella sorpresa di questo campionato. Casale Monferrato, invece, in due giornate si è ritrovata sul fondo della classifica malgrado consensi unanimi. Anche stavolta paga la giornata no di un americano, Janning, mentre riceve ancora segnali convincenti da Stefano Gentile e Matteo Malaventura.
BANCA TERCAS TERAMO 81 – 75 CIMBERIO VARESE
Ora è ufficiale: Teramo è rinata. I tasselli sono tornati ancora una volta a comporre un mosaico convincente, malgrado contro i varesini mancasse il bomber Donnie McGrath. Stavolta, chi coopera alla vittoria (quarta consecutiva) sono Milos Borisov (19), Anthony Goods (12), Valerio Amoroso (13) Brandon Brown e Bruno Cerella (entrambi a 10, l’ argentino in 20 minuti di impiego). Dee Brown ne sigla solo 8, ma distribuisce ben 5 assist, migliore della serata nella specifica graduatoria. Varese invece dimostra i limiti che hanno contribuito a tenerla fuori dalla Final Eight: una certa dipendenza dal suo settore lunghi e un rendimento ondivago dei propri esterni, che in trasferta non rendono come al PalaWhirpool. 41 dei 75 punti totali sono venuti dalla coppia Diawara- Kangur, il resto è stato poca roba (il miglior realizzatore dopo i due è stato Stipcevic con 8 punti). Ora Recalcati deve capire se è un problema di gambe o di testa, e porvi rimedio in qualche modo. Il prossimo turno contro una Milano arrabbiata sarà già un buon test, in questo senso.
BANCO DI SARDEGNA SASSARI 74 – 56 OTTO CASERTA
“Non mi preoccupo di non aver allenato ancora grande. Mi basta che la scorsa estate (quella 2010 ndr) mi abbia cercato la mia Varese”. Così parlò Meo Sacchetti, a fine maggio, mentre si auspicava che il sogno di Sassari, in quel momento in bilico, di poter continuare il proprio viaggio in Serie A potesse continuare. Bene, ora la sua Varese, dove ha giocato negli anni ’80 anche per Sandro Gamba, lui l’ha tenuta fuori dalla Final Eight, compiendo l’ ennesimo miracolo in terra sarda, senza dimenticare quelli di Castelletto Ticino e Capo d’Orlando. Sassari, questa volta, archivia la pratica già nel primo quarto grazie a Plisnic e Drake Diener, concedendo il bis nel 15-4 (sì, avete letto bene) del secondo quarto, quando i soli Maresca e Andre Smith hanno impedito che il tabellino del parziale prima dell’ intervallo lungo riportasse “0” alla voce dei punti segnati. In Coppa Italia sarà sfida con i toscani di Siena, e servirà un altro miracolo. Di cui Sacchetti è esperto, e di cui anche Sacripanti avrebbe bisogno per condurre in porto una stagione balorda.
ANGELICO BIELLA 84 – 76 EA7 EMPORIO ARMANI MILANO
Cadono i governi dei Paesi in crisi, le agenzie di rating continuano a non avere fiducia nell’ Europa, la benzina costa sempre di più, ma se c’è una cosa di cui si può essere convinti è che Milano ha ancora la tendenza cronica a buttare via partite che la vedono avanti anche di molto. Il 33-17 per l’ Emporio Armani del primo quarto sembrava già preludere alla vittoria per il riscatto. Niente di tutto questo. Pullen, Soragna e Coleman, dopo una prima frazione sonnacchiosa nella quale domina Bourousis ( tutti i suoi 12 punti nei primi 10 minuti), tirano fuori la rabbia e già all’ intervallo sono 44 pari con il ben più corazzato nemico. Il prodotto di Kansas State ne fa 8 dei suoi 15, si concede un inizio di ripresa da 0 punti, per poi mettere le mani sulla partita con i 5 punti del quarto e decisivo parziale. Milano brancola nel buio, viene sorretta da Fotsis per tutta la partita e da Rocca nel finale, ma non ingrana mai la marcia per chiuderla. Milano ha un ottimo motore, ma deve imparare a non battere in testa nei momenti che contano. Indipendentemente dal costo della benzina.
SIDIGAS AVELLINO 84 – 63 UMANA VENEZIA
Al PalaDelMauro va in scena, seguito dalle telecamere RAI, l’ ennesimo, bellissimo spot per il basket italiano. Avellino contro Venezia, Vitucci contro la squadra che lui stesso portò in A nel 1996 ma che sparì travolta dai debiti. Gara in bilico fino alla sirena dell’ intervallo lungo, poi si scatenano Golemac, (13 nel terzo quarto, 22 alla fine) Linton Johnson e Taquean Dean, più il giovane Gaddefors che realizza due triple su un’ identica azione penetra- e-scarica che spezzano il ritmo dei veneziani e fanno prendere il largo agli irpini. Il resto è ordinaria amministrazione, e Vitucci scavalca il collega Mazzon e si porta al sesto posto, che gli farà incontrare Cantù alle Final Eight. Dove Avellino ha ancora voglia di stupire.
Ottima rubrica.
Grazie Carlo. Devo dire che quando si scrive di qualcosa che piace, le cose vengono decisamente più facili.