Punti di vista


Sara Pasini è una giovane liceale di sedici anni con la passione per la scrittura. Scrive, crea,  incanta.
Dopo la vittoria di premi in ambito poetico, a dicembre uscirà il suo primo libro edito da Gruppo Albatros Il Filo.
Ecco il suo racconto mensile per Dissonanze.


Ma guardala! È così maledettamente bella, la mia Roxane…

Non sono nemmeno due giorni che la sua immagine è apparsa sui muri di via Grande e ha già addosso gli occhi di tutti! Ho visto io L’Armando come l’adocchiava, cercando di non farsi scoprire dalla Nita… Ma come dargli torto?  La graziosa passa tutto il tempo a sorridere sporgendosi da quel pezzo di carta, offrendo i suoi pasticcini preferiti, quelli alle mandorle prodotti dalla “Confiserie Damien depuis 1765”. È una donna di classe, lei.  Altrimenti non avrebbe mai indossato quel vestito… Tra gli zigomi, le labbra carnose e il vestito  tutti rigorosamente rossi, il colletto di pelliccia nera è l’unico stacco di colore. Avessi io una mogliettina che mi porgesse con altrettanta dolcezza il giornale, o il cappotto, o che
semplicemente mi ricompensasse con un tenero bacio per la dura giornata di lavoro all’ambasciata! Io e l’Alberto tra l’altro in questi giorni non abbiamo un attimo di tregua agli uffici: un suo cugino, mi pare che stamane l’abbia chiamato Bertoldo, emigrato dall’Italia per motivi di lavoro e trasferitosi a Vienna, venendolo a trovare ci ha raccontato un sacco di notizie sconvolgenti. Pare infatti che il sistema di governo molto liberale dell’arciduca austriaco Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este non stia riscuotendo un grande successo e c’è il timore di qualche attentato o di una ipotetica ribellione della parte ungarica dell’esercito di stato. Per questo motivo ci siamo attivati così tempestivamente: la gente mormora, vuole sapere. Secondo me è un inutile allarmismo, qualsiasi screzio riguardante l’Austria è di maggiore interesse alla Russia. La vera novità, la vera notizia è Roxane. La meravigliosa, incantevole Roxane. Oggi l’ho vista: mi ha ammiccato ne sono più che sicuro. Sorrideva a tutti, come di consueto. Ma con me è stata più calorosa. Le piaccio!

Ho comprato tutti i pasticcini della Confiserie Damien. Davvero tutti, compresi quelli alle mandorle che le piacciono tanto. La sogno ogni notte. E altrettante volte mi dirigo nelle pasticcerie del quartiere sperando di incontrarla.  Non manca mai al nostro appuntamento: la ritrovo dal lunedì alla domenica, poi di nuovo il lunedì, il martedì e così via nel corso Maggio, davanti al caffè I due Mulini. Ogni tanto cambia l’abito, cambia posa, ma la sua bellezza resta immutata. Oggi per esempio indossa un tailleur verde molto sportivo, che non fa altro che mettere in risalto i suoi splendidi occhi marroni. Desidererei parlarle, ma sono troppo timido. Non ho parlato di lei a nessuno tranne che alla Lidia, mia sorella. Le ho parlato tanto di Roxane. Appena avrà tempo, magari quando quei mascalzoni dei suoi figlioli saranno occupati al lavoro e non le toglieranno il fiato con i calzetti da rammendare, la giacca scucita e problemi di questo genere, la porterò con me al caffè e gliela farò vedere. Dice che è davvero molto contenta per me e che spera ci sposeremo presto. Prima però devo decidermi di parlarle, ma sono troppo timido.

Oggi le ho dato la buonasera, ma non mi ha risposto. Evidentemente era in imbarazzo. L’ho presa alla sprovvista. È sicuramente educata, è stata soltanto colpa mia e della mia sfrontatezza. Dovevo essere più garbato e aspettare che fosse lei a salutarmi. Fatto sta che domani la Lidia verrà con me al caffè. Si è emozionata così tanto quando gliel’ho detto! Non vedo l’ora di sapere cosa ne pensa. Io mi sono innamorato!

Non capisce. È una sciocca, è una zoticona. È invidiosa del suo sorriso. “Ma quella non è una vera donna, Franco! Sei impazzito? Da quando ti diverti a prendere in giro il cuore della tua povera sorella?”. Non è una vera donna, figuriamoci! È la donna più bella e vera e gentile che abbia mai visto. È gelosa, è così Ma sono  anche sicuro che le passerà, nessuno a lungo può resisterle, nemmeno quella zuccona della Lidia. Per fortuna non ci ha visti discutere e non ci ha sentiti, altrimenti non potrei nemmeno sperare di parlarle, un domani. Continuava a sorridere, non l’abbiamo turbata evidentemente. Mi immagino già quando le chiederò di diventare mia moglie. Mi presenterà al padre e alla madre, io metterò subito in chiaro che non voglio una dote particolarmente ricca. Al suo mantenimento ci penserò io. Penserò ovviamente anche a quello dei nostri monellacci, i bambini che avremo e che spero assomiglieranno alla loro bellissima mamma. Sì, penserò a tutto io, non le mancheranno mai i suoi amati dolcetti alle mandorle della Confiserie Damien, quelli che porge sempre ai passanti, che per educazione non gradiscono mai nulla. Devono piacerle davvero tanto!

Una sciagura! Una tragedia! C’è un altro! Mi ha tradito! Ahi ahi ahi! È malata! La sua anziana zia è sul punto di morte e le la accudisce, sta al suo capezzale! Forse era a fare spese! Forse s’è offesa perché ha sentito le parole di quella zuccona della Lidia e non mi vuole più vedere! Non c’era! Non è venuta al nostro appuntamento. Non l’ho vista. Pensavo fosse in ritardo e ho ordinato al caffè del latte macchiato e una pastarella; ho svuotato il bicchiere e lei non si vedeva ancora, ho ingoiato anche l’ultima briciola e non faceva capolino da quel muretto. Non c’erano i suoi dolcetti. Niente. Un muro vuoto.

Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima?! La Lidia mi ha detto che sono ammattito, ma io sono sanissimo.  Sano e innamorato marcio d’una donna che temo avere perso per sempre. Ma io so dove trovarla! A furia di mangiare i suoi biscottini li ha terminati e, trovandoli così buoni, è partita per Parigi, magari si è trasferita vicino alla sede della Confiserie Damien per poterseli gustare appena sfornati. Dopotutto la frutta è più buona se mangiata appollaiati sugli alberi da cui li si è colti. Perché non può essere lo stesso per i dolcetti? Ma io la raggiungo. Io l’amo. Ci siamo guardati per mesi interi lungo il corso Maggio. Io so che anche a lei piaccio. Mi ha sorriso!  Vado a Parigi. Addio Lidietta mia, vado a sposare la bella Roxane …

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