La linea blu


La piccola Maddalena non aveva mai visto il mare.

Quella mattina suo padre voleva farle un regalo. Aveva preso un permesso dal lavoro per stare con lei, l’aveva caricata in macchina che ancora dormiva e dopo un’ora e mezza di viaggio erano alla spiaggia.

Maddalena aprì gli occhi e le parve di essere ancora immersa nel sogno di poco prima.

Suo padre la posò a terra, i piedini nudi toccarono la sabbia fredda e la bambina saltellò come se scottasse.

Poi, con lo stesso passo eccitato, si avvicinò all’acqua e si accovacciò goffamente, nel vano tentativo di afferrarla.

Suo padre la trattenne, per evitare che cadesse, ma non riuscì a sottrarla all’onda che stava arrivando, e che le bagnò il volto e i vestiti.

Maddalena si strofinò gli occhi con le morbide manine, un po’ confusa ma per niente spaventata.

Anzi, non appena la stretta del padre si allentò un poco, ritentò nell’impresa di abbracciare quell’immensa massa d’acqua e questa volta ci riuscì, finendoci a capofitto.

Allora pianse, ma solo per qualche istante, perché suo padre la prese subito fra le sue braccia e la cullò, sussurrandole all’orecchio parole incoraggianti.

Quindi la posò di nuovo a terra, in piedi sulle sue esili gambe, e le prese la mano.

Insieme a lei rimase immobile a contemplare l’orizzonte.

Maddalena era ancora troppo piccola per capire cosa significasse appartenere alla riva opposta del mare, arrivare da tanto lontano e cercare il proprio posto in una terra straniera, trovarlo a fatica e lottare per mantenerlo.

Sorrideva, Maddalena, guardando incantata il punto in cui cielo e mare si toccano, e non poteva sapere che oltre quella linea blu c’era qualcosa, che oltre quella linea c’era il passato.

Sorrideva, l’uomo, guardando la bambina, e in cuor suo sapeva che lì, proprio nelle sue mani, c’era il futuro.

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