The lighthouse – Recensione del film cult inedito in Italia


Il poster di The lighthouse

Il poster di The lighthouse (Credits: A24films.com)

The lighthouse, il thriller/horror del 2019 con protagonisti Willem Dafoe e Robert Pattinson, è già ritenuto un film cult tra i cinefili americani.

Da noi, invece, a causa dello scoppio della famigerata pandemia non è mai stato distribuito in sala.

Adesso è finalmente possibile guardarlo a casa propria a noleggio su Chili e su altri servizi streaming, ma rimane il rimpianto di non poter godere del fascino di una pellicola simile sul grande schermo di un buio cinema.

Perché The lighthouse è un piccolo film misterioso in bianco e nero, in apparenza quello che definiremmo un B-movie, se non fosse che i protagonisti sono due attori famosi come Pattinson e Dafoe.

La trama di The lighthouse

Due marinai felici

Tre protagonisti: Willem Dafoe, Robert Pattinson e il faro (Credits: A24films.com)

Un vecchio marinaio e un giovane assistente sbarcano su un minuscolo isolotto.

Li aspetta un turno di quattro settimane come guardiani e manutentori dell’unico edificio presente, il faro.

L’ambiente in cui si ritrovano costretti a vivere è inospitale come il carattere di ognuno dei due uomini: l’anziano superiore sottopone l’apprendista a turni massacranti di lavoro e pulizia, maltrattandolo e negandogli di accedere alla cima del faro.

Così il giovane, taciturno e frustrato, diventa sempre più ossessionato dalla luce proibita.

Col passare dei giorni, i due uomini soli e isolati sprofondano in una spirale di follia crescente condita da incubi inquietanti e mistici, e tanto, tanto alcool.

L’alienazione dentro e fuori

Il giovane Ephraim e il vecchio Thomas interagiscono soltanto a cena, seduti a tavola nella piccola baracca in cui devono convivere mentre fuori infuria la tempesta.

L’uomo anziano blatera del suo glorioso passato da marinaio, scolando liquore, mentre il ragazzo vorrebbe mantenersi sobrio e non condividere i propri segreti.

Robert Pattinson in una scena nel formato Movietone 1.19:1

Robert Pattinson in una scena nel formato Movietone 1.19:1 (Credits: The New York Times)

L’inconscia paura di inconfessati delitti, veri o presunti, divide e unisce i due protagonisti in un rapporto complesso che a momenti li fa sembrare padre e figlio, in altri due bestie assetate di liquore e violenza.

Quando sono sobri non comunicano, quando sono ebbri calano le proprie barriere fino a sviluppare una strana forma di affetto e compassione.

Ma la follia non si fa strada soltanto nelle menti dei protagonisti: ogni dettaglio di The Lighthouse sembra costruito per destabilizzare anche lo spettatore.

La luce che deforma i volti in bianco e nero degli attori, i suoni costanti del mare in burrasca e della sirena del faro che si alternano a una colonna sonora minimale di archi stridenti: tutto contribuisce a creare disagio e tensione crescente.

Simbolismo e mitologia in The lighthouse

The lighthouse può rimanere un film misterioso e oscuro come il mare stesso, se non lo si affronta con le giuste chiavi di lettura.

La spirale ascendente della scala e della pazzia

Composizione fotografica e simbolismo al servizio di una scena drammatica (Credits: The cinema archives)

Il regista trentasettenne Robert Eggers, al suo secondo lungometraggio, ha disseminato tra gli scogli acuminati innumerevoli riferimenti alle tematiche della mitologia greca e immagini ispirate ai dipinti simbolisti.

In The Lighthouse il mito del dio acquatico Proteo, veggente riluttante, incontra quello di Prometeo, che vuole rubare il fuoco per donarlo agli umani e viene punito.

La curiosità che anima il personaggio di Pattinson nello sfidare l’autorità della “divinità” custode Dafoe per impadronirsi della luce, intesa come conoscenza e potere, lo consuma tramite suggestioni oniriche, erotiche e traumatiche ispirate a Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft.

A cui aggiungerei anche un po’ di Melville e la superstizione che porti male uccidere uccelli marini, tratta dalla brutta fine che ha fatto l’albatros ne La ballata del vecchio marinaio di Coleridge.

Insomma un bel pò di cultura a cui attingere, per un film che non cerca mai di essere trendy o appagante.

Espressionista fin dalla aspect ratio, ovvero il formato quasi quadrato dell’immagine come quello delle pellicole di Murnau e Fritz Lang, The lighthouse ha davvero l’aspetto di un film degli anni Venti del secolo scorso, non sembra affatto realizzato nel 2019!

Il cast e il regista di The lighthouse

Per rendere più realistica l’atmosfera sporca e ventosa, regista e produzione hanno avuto la possibilità di costruire il set del piccolo faro su un isolotto della provincia di Nuova Scozia, in Canada.

Regista e cast di The Lighhouse

Il regista di The Lighthouse e i suoi due attori (Credits: Fabrizio Maltese/Contour per Getty Images)

In questo modo i protagonisti Pattinson e Dafoe, entrambi non estranei alle grandi produzioni ma più motivati nei ruoli al limite, hanno potuto testare dal vero le difficoltà meteo marine che alienano i loro personaggi.

Il giovane Pattinson, in particolare, offre una performance allucinata e formidabile, una delle migliori della sua carriera.

Il suo prossimo progetto si intitola The Batman , nuova versione dell’eroe a fumetti portato sul grande schermo da ben cinque diversi interpreti negli ultimi trent’anni, e le aspettative sono comunque alle stelle.

Anche Dafoe si concede opere ad alto e basso budget, ma questo ruolo del vecchio marinaio bugiardo e scoreggione, che alterna l’autorità di una divinità sfidata al piagnisteo del poveretto sbronzo, gli permette di declinare tutta la propria maestria.

Peccato che, un po’ come se fossimo obbligati dal gestore di un cinema di provincia, al momento The lighthouse si trova a noleggio in streaming soltanto nella versione doppiata in italiano.

Il vecchio Thomas ci suggerisce una soluzione (Credits: Giphy)

Ecco come affrontare le conseguenze di questo film! (Credits: Giphy)

Questa scelta ci fa perdere tutta la ricchezza sonora e lessicale delle parlate che gli attori hanno messo a punto per i due straordinari personaggi archetipi.

Al suo secondo film il giovane Robert Eggers è già considerato un regista cult, capace di creare affascinanti perle di vero cinema.

Nonostante non sia un film facile per scelta e tenga lo spettatore volutamente a distanza – non suscitando empatia – non vi è un solo minuto di The lighthouse che lasci indifferenti.

Vi consiglio di recuperare anche la sua opera prima, l’horror The witch, e di seguire la sua carriera futura.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi