Il caso Jane Eyre di Jasper Fforde


“Ci sono cose più importanti delle leggi e dei regolamenti. Le mode e i governi vanno e vengono, ma Jane Eyre è per sempre. Darei qualunque cosa pur di portare in salvo quel romanzo”

Sarà capitato anche a voi, almeno una volta nella vita, di leggere un libro e desiderare di poterne incontrare i protagonisti, parlarci e magari anche vivere con loro le vicende che li coinvolgono.

Ne “Il caso Jane Eyre” (Marcos y Marcos Ed.), Jasper Fforde immagina un mondo dai tratti distopici dove tutto questo è possibile. È il 1985 e in un Galles indipendente dal Regno Unito fa il suo lavoro Thursday Next, di professione Detective Letteraria. Il suo compito principale è quello di sorvegliare le opere letterarie.
Come un’eroina classica, ha un tragico passato: reduce da una guerra di Crimea che va avanti dal centotrenta anni, piange il fratello Anton e un amore perduto. Però possiede l’animale da compagnia che tutti vorremmo: un dodo – e si chiama Pickwick.

Il caso Jane EyreQuesto è un mondo in cui i libri sono il bene più prezioso e i confini fra realtà e fantasia sono decisamente più labili di quelli che conosciamo.

Intorno a lei gravitano personaggi sorprendenti come lo zio Mycroft, di professione inventore: con caparbietà, e affascinato dall’elasticità fra le “dimensioni”, è riuscito a costruire il “portale della Prosa“, marchingegno che permette di entrare e uscire fisicamente da qualsiasi scritto. L’invenzione è strabiliante ma, come nelle storie migliori, cade nelle mani della persona sbagliata.

Questa persona non è niente altri che il terzo uomo più ricercato del pianeta: Acheron Hades. Criminale senza scrupoli che, dopo aver rubato il manoscritto originale di “Martin Chuzzlewit” del povero Charles Dickens, arriva al punto di entrare nel libro di Charlotte Brönte, rapire la protagonista – urlante e in camicia da notte – per poi chiedere un riscatto impossibile.

Il romanzo prende la deriva investigativa quando viene contattata proprio Thursday Next. Sarà così costretta a tornare nella sua città natale Swindon, affrontando non solo uno dei criminali peggiori della storia – liberando la damigella in pericolo – ma soprattutto cercando di riportare un po’ di luce nelle ombre della sua vita piena di rimpianti. Fonte eccezionale di aiuto e di preziosi consigli è Edward Rochester – esatto, proprio il protagonista maschile di “Jane Eyre”.

La prosa brillante, semplice e diretta, e le situazioni a tratti paradossali rendono il romanzo estremamente piacevole. È un libro fuori dagli schemi, che gioca con la letteratura nella sua interezza, da Shakespeare al caro Edgar Allan Poe.

All’improvviso ci si trova a partecipare emotivamente alla vicenda al fianco di Thursday Next, eroina forte e combattiva, mai banale o stucchevole; personalmente non ho mai voluto così tanto che una invenzione come quella di zio Mycroft fosse reale.

È il primo volume di una serie, può essere letto come romanzo a sé stante perché offre un finale compiuto, ma sono sicura che non vi fermerete a questo.

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