Apocalypse Now Final Cut – La versione definitiva del cult di Coppola


Un film di Francis Ford Coppola, con Martin Sheen, Marlon Brando, Robert Duvall, Frederic Forrest, Sam Bottoms, Laurence Fishburne, Albert Hall, Harrison Ford, Dennis Hopper.

«I love the smell of napalm in the morning. Smells like… victory!»

Apocalypse Now, il capolavoro bellico di Francis Ford Coppola ambientato in un allucinato Vietnam, torna al cinema per un periodo limitato e in bluray Ultra HD nella versione Final Cut, ovvero il terzo e definitivo montaggio curato personalmente dal regista stesso, noto perfezionista incontentabile al pari dell’amico George Lucas.

Già nel 2001, infatti, Coppola aveva riportato in sala il suo trip ipnotico in versione estesa denominata Redux, della durata mostruosa di tre ore e mezza.

 Adesso invece, per festeggiarne i 40 anni dall’uscita, è andato a recuperare i negativi e l’audio originali e li ha rimasterizzati in alta definizione 4k, rendendo quindi perfetti e profondi più che mai sia le immagini che i suoni di questa potentissima pellicola e, non contento, ne ha rivisto ancora una volta la durata sintetizzando le sequenze a suo parere più efficaci in tre ore esatte di esperienza cinematografica.

La Cineteca di Bologna, inserendo il titolo all’interno della propria rassegna “Il Cinema Ritrovato”, ha permesso a fan vecchi e nuovi la possibilità di rivivere Apocalypse Now al cinema il 14, 15 e 16 ottobre scorsi, rigorosamente con l’audio in lingua originale sottotitolato.

E’ comunque già disponibile all’acquisto il bluray ultra HD 4k che contiene tutte e tre le versioni del film (originale, Redux e Final Cut) oltre a numerosi extra tra cui il documentario Hearts of Darkness: A Filmmaker’s Apocalypse (Viaggio all’inferno) del 1991, in cui il regista ne racconta la travagliata realizzazione.

La scena indimenticabile dell'attacco ai Vietcong ottiene nuova vita grazie all'alta definizione

La scena indimenticabile dell’attacco ai Vietcong ottiene nuova vita grazie all’alta definizione

Già, perché abbiamo sentito tutti parlare dei numerosi problemi che hanno funestato le riprese della pellicola, dal tifone che ha distrutto tutti i set ai difficili rapporti della troupe col governo delle Filippine del dittatore Marcos che prestò loro tutti i velivoli che vediamo sullo schermo, dal reale alcolismo di Martin Sheen che lo portò ad avere un infarto sul set ai capricci di Marlon Brando che, ormai sovrappeso, non voleva essere inquadrato a figura intera o in piena luce.

Anche se tutto ciò ha fatto lievitare enormemente il budget e i giorni necessari a girare le spesso complessissime scene in location, fino al punto di spingere il regista a meditare il suicidio, il risultato finale di Apocalypse Now è qualcosa di unico e irripetibile, un capolavoro che ha contaminato e rivoluzionato il film di guerra.

Anche oggi, quattro decenni dopo il suo debutto, è ancora impressionante la sequenza iniziale col napalm che irrompe tra le palme e gli elicotteri in volo che si mescolano con le immagini della stanza dello sfatto protagonista, mentre in sottofondo i Doors suonano This Is The End!

Martin Sheen appare visibilmente disturbato, come sappiamo fosse di fatto all’epoca, ma magnetico come non mai.

Charlie don't surf!

Charlie don’t surf!

L’alta definizione ottenuta col restauro rende ancora più incredibili le scene di massa in cui gli elicotteri di Marcos volteggiano tra le comparse, gli alberi e le fiamme e ci portano ben presto a quella più famosa, il cult che tutti ricordiamo se pensiamo ad Apocalypse Now, ovvero il bombardamento del villaggio dei Vietcong col sottofondo de La Cavalcata delle Valchirie di Wagner e la celebre battuta del folle tenente colonnello Kilgore sull’odore del napalm la mattina presto.

Il vedere sullo schermo contemporaneamente comparse che combattono, set che esplodono, surfisti tra le onde e velivoli tutt’intorno ci fa capire all’istante di come una location cinematografica si possa essere trasformata in una vera avventura, folle ed irripetibile, per chi vi era presente.

La trama è liberamente ispirata a Cuore di Tenebra (Heart of Darkness) di Joseph Conrad, a differenza del romanzo sposta l’azione dal Congo di fine Ottocento alla guerra in Vietnam a fine anni ’60, ma utilizza l’espediente del viaggio lungo il fiume per poterlo disseminare di vari episodi di crescente orrore fino al raggiungimento della meta.

Per il capitano Willard, incaricato di una missione segreta, la meta è l’eliminazione del colonnello Kurtz, un militare americano divenuto pazzo che si è rifugiato nella giungla cambogiana e si fa adorare come una divinità da indigeni e disertori.

All'ombra delle rovine di un'antica civiltà si nasconde la follia di Walter Kurtz

All’ombra delle rovine di un’antica civiltà si nasconde la follia di Walter Kurtz

La fascinazione di Willard per la figura di Kurtz però cresce, mentre il militare legge e rilegge le sue gesta risalendo il fiume Nang.

La discesa agli inferi dei protagonisti è sia reale, più ci si addentra nella violenza della guerra, che soprattutto psicologica, per la disumanizzazione che essa porta con sé.

Apocalypse Now è un’opera complessa, ovviamente sottolinea l’assurdità del conflitto in Vietnam ma non ne sfiora mai il senso o le ragioni storiche, è più concentrata ad analizzare il sopravvento della follia.

L’unico intermezzo dichiaratamente politico è quello della sequenza della piantagione francese, che non era presente nel montaggio del 1979: qui le chiacchiere a tavola su colonialismo e rapporti tra gli Stati interrompono per qualche minuto il ritmo del dramma bellico, appena prima che la squadra di soldati americani giunga a destinazione.

Le scene finali, ambientate nella giungla tra le rovine di antichi templi, ci mostrano un Dennis Hopper in veste di adepto di un leggendario Marlon Brando che filosofeggia nell’ombra.

Marlon Brando, in quello che può essere considerato poco più di un cameo, strega il pubblico con la sua presenza

Marlon Brando, in quello che può essere considerato poco più di un cameo, strega il pubblico con la sua presenza

La sua presenza torreggiante ruba la scena durante gli ultimi tre quarti d’ora della pellicola, le febbrili considerazioni del suo Kurtz, fino alle parole finali “l’orrore.. l’orrore”, fanno parte dei momenti più famosi della Storia del cinema insieme al suo ruolo ne Il Padrino, sempre di Coppola.

La contrapposizione tra dio e bestia, vittima e carnefice, uomo doppio che ama e che uccide sono i significati finali di un film che non ha una trama convenzionale, non ha un messaggio chiaro, non offre un giudizio sul Vietnam e quindi non ha nemmeno bisogno di un vero finale per lasciare traccia di sé nella memoria dello spettatore per il resto della sua vita!

Vi consiglio di recuperare questa versione di Apocalypse Now sia per la qualità delle immagini che per la benefica imposizione della lingua originale coi sottotitoli per poter godere appieno delle voci degli interpreti, soprattutto quella particolarissima del grande Brando.

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