Avengers Endgame con spoiler – Cantami o Diva


Lo abbiamo scritto nel titolo, ma se malauguratamente non lo aveste letto ve lo ripetiamo: questa recensione di Avengers Endgame è piena di spoilers quindi, se non lo aveste ancora visto, o non voleste rovinarvi la sorpresa, siete ancora in tempo per andarvene subito da questo luogo oscuro.

A voi, rimandiamo al compendio di Alessio Ottonello, per prepararvi alla visione del cinecomic più epico mai realizzato.

Banner orizzontale di avengers endgame

Per tutti coloro che invece hanno già visto Avengers Endgame al cinema vorremmo davvero  dirvi: “non siete soli, possiamo farcela, possiamo andare avanti”. Ma sarebbe davvero una sciocchezza colossale perché sappiamo già che, per citare Cap e Vedova Nera (giusto per andarci subito giù pesanti) “Non noi“. Perciò come stiamo? E’ una domanda davvero difficile a cui rispondere. Dopo undici anni e ventidue film è davvero difficile rispondere.

Era il 2008, all’epoca uscivo da poco con quello che sarebbe diventato in seguito mio marito e il padre di mia figlia (e questo per dare un’indicazione su quanto le nostre vite sono probabilmente cambiate da quando tutto è iniziato al pari di quelle dei protagonisti) e mi aveva proposto di andare al cinema a vedere Iron Man, primo film in cui la Marvel si appropriava dei propri eroi fumettistici per renderli. Ero scettica, e forse anche per questo ricordo esattamente due cose che mi disse quella sera. La prima fu che Iron Man era il suo supereroe preferito perché non era super, nel senso che non aveva alcun superpotere al di là del proprio cervello. La seconda, quando gli avevo detto che ero stufa di film sui supereroi resi malissimo, era stata che lui invece si aspettava un bel film, perché a farlo era proprio la Marvel stessa e nessuno può rendere un personaggio meglio di chi l’ha creato. Ricordo con esattezza queste due frasi perché, come miliardi di persone, sono entrata in quella sala senza sapere cosa mi stava aspettando, e sono uscita innamorata persa di uno dei personaggi più interessanti, pazzi, irritanti, superbi e geniali che siano mai stati creati. Merito di una buona sceneggiatura, di un nuovo modo di rendere i supereroi e di un cast eccezionale a partire da Robert Downey Jr, il vero Iron Man del gruppo anche al di fuori dello schermo.

 

Io sono Ironman.

Ma torniamo alla fine. Perché anche solo pronunciare quel nome è fonte di una tristezza infinita. Il percorso di Tony Stark, partendo dal primo Iron Man e chiudendosi in Avengers Endgame è stato davvero ben realizzato. Ci siamo innamorati di Tony quando era ancora un adulto Peter Pan che non voleva crescere e pensava solo a se stesso e lo abbiamo seguito nel suo processo di maturazione finché non è diventato non solo un leader ma anche un padre per questa immensa famiglia. Con i suoi punti di forza e le sue debolezze, Tony è diventato la versione migliore di se stesso e se c’è qualcuno che si meritava di sconfiggere Thanos quello era sicuramente lui. Il suo viaggio è iniziato e si è concluso con quattro parole fondamentali: “Io sono Iron Man“. tony stark in una scena di Iron Man 3Tra dei Asgardiani in malora, super soldati, alieni invincibili e giganti verdi, un uomo, che non ha nulla di super se non se stesso, è riuscito a sconfiggere il nemico più forte di tutti e a salvare l’intero multiverso. Non lo ha fatto per la gloria, come avrebbe fatto nei primi due film, né per senso del dovere o per il bene comune. La verità è che Tony ha salvato tutti per salvare una sola vita. Ed è la cosa più umana che possa esserci.

Sappiamo bene che Tony appartiene ad Iron Man ma Iron Man non appartiene a Tony (potrebbe esserci qualche piccolo indizio nella non scena post titoli di coda?) ma al momento non vogliamo pensare al futuro. Non ci interessa quel ragazzino che è comparso al funerale di Tony e che benché non in tanti lo abbiano riconosciuto lo avevamo già visto e sospettavamo da anni (o forse un po’ lo speravamo e lo speriamo ancora) che sarebbe tornato a trovarci, né ci interessa quale sarà il futuro di Iron Man. In questo momento vogliamo solo dire addio a un vecchio amico, salire sulla scrivania e sussurrare “O Capitano, mio Capitano“, mentre la barca in fiamme lascia la riva e lo porta dove la terra è lieve. Se volete piangere ancora un po’ vi suggeriamo questo tributo a Tony.

Dicevamo che la morte di Iron Man era l’epilogo perfetto per il suo percorso, perciò per quanto tristi eravamo già rassegnati a veder RDJ smettere di indossare l’armatura rossa e oro. Non è stato il suo addio quello che ci ha devastati di più.

 

A qualunque costo.

L’addio più doloroso è sicuramente stato quello di Natasha, inaspettato, dolcissimo e degno del percorso del personaggio. Abbiamo versato le prime lacrime all’inizio di Avengers Endgame, quando abbiamo finalmente potuto apprezzare le doti attoriali di Scarlett Johansson in una versione più umana e fragile di Vedova Nera. Il suo rapporto con Clint, Occhio di Falco, è qualcosa che vorremmo ancora venisse approfondito (e forse in questo potrebbe la nuova fase MCU dove pare sia previsto un film prequel sulla vita di Vedova Nera), ma che al tempo stesso ci sembra così puro da essere perfetto così com’è. La loro amicizia, al di fuori degli intrighi romantici finalmente, è stata descritta in poche parole fin dall’inizio e il fatto che lei si sacrifichi per lui e che debba lottare per farlo, è l’ennesimo esempio di quanto questi due personaggi avrebbero meritato ancora più spazio di quello che è stato loro concesso.

Vedova nera nel primo poster di Iron Man 2Il personaggio di Natasha è l’ennesima dimostrazione di quanto la Marvel sia stata brava (e sia migliorata molto) nel presentare le donne. E’ arrivata in Iron Man 2 in modo sensuale ma forte, e nel tragitto, pur restando bellissima e sensuale, ha smesso di calcare questo suo aspetto per farci innamorare di lei come persona e come donna. Perché in questi undici anni anche il modo di rappresentare le donne sul grande schermo è stato modificato piano piano dal MCU. Grazie a Natasha abbiamo potuto avere Peggy Carter, Scarlet Witch, le donne del Wakanda e Captain Marvel (che in questo film è stata un po’ inutile dopo che hanno creato così tanta aspettativa su di lei, ma forse è stato giusto anche così perché avevamo bisogno di dire addio ai nostri amici e che fosse la loro battaglia, non che un alieno appena conosciuto, per quanto amato, vincesse le loro battaglie).

Il sacrificio di Natasha, a metà di Avengers End Game, è qualcosa che ci ha storditi e fatti arrabbiare. Dopo quel momento abbiamo iniziato a sentirci un po’ più vuoti, e un po’ più consapevoli di quel “a qualunque costo“.

Ci avviciniamo all’ultimo addio e torniamo alla fine del film e al funerale di Tony, a un addio più agrodolce e più combattuto, nel senso che ha lasciato combattuti e confusi moltissimi fan. Steve ha detto addio a Captain America, lasciando la staffetta al prossimo eroe e già questo ha diviso il pubblico tra chi ritiene che abbai scelto bene con Sam e chi invece, come la sottoscritta, avrebbe preferito vedere lo scudo in mano a Bucky. Perché siamo onesti, non c’è alcun paragone tra Sam e Bucky né all’interno del MCU né nella vita di Cap. Pensate davvero che Cap avrebbe fatto quello che ha fatto in Civil War per Sam? O che Sam abbia la forza di utilizzare lo scudo come un supersoldato?

Inoltre, Steve ha lasciato la propria linea temporale e ha deciso di invecchiare insieme all’amore della sua vita e anche se più di una volta hanno cercato di spiegarci come funziona il viaggio nel tempo siamo ancora un po’ confusi su come questo abbia/non abbia influito sulle varie realtà.

Benché tutti i personaggi (almeno quelli che conosciamo da più tempo) siano cambiati moltissimo in questi anni, sicuramente Steve Rogers è uno di quelli che ha fatto un percorso davvero notevole. Lo abbiamo conosciuto un po’ troppo perfetto e vecchio dentro, non riuscivamo molto a empatizzare con lui perché era troppo perfetto per i nostri gusti. Per lui non c’erano vie di mezzo, una cosa o era giusta o era sbagliata e il fatto di mettere sempre i propri principi al primo posto era il suo punto più debole.

Steve Rogers e il suo addio in avengers endgame

crediti immagine: TV and Movie News

In Avengers Endgame vediamo un Cap che utilizza la furbizia prima dei muscoli (ne è un lampante esempio la scena in ascensore che, benché inizi esattamente come quella in Captain America Winter Soldier, si conclude in modo molto più rapido e discreto), che sa quali sono i propri punti deboli e come utilizzarli e che, forse proprio per questa sua crescita, è arrivato addirittura ad essere degno di sollevare il martello di Thor.

Il suo desiderio di lasciarsi le battaglie alle spalle e di godersi la vita e l’amore che aveva perso è una decisione che forse non tutti comprendiamo (resa necessaria in particolare dalla scelta di Chris Evans di abbandonare il ruolo) ma che è forse quella più adatta al personaggio. Dopo tutti quelli che ha perso lungo la strada Steve ha deciso di rubare al tempo un po’ di felicità e mettere se stesso prima del bene comune e questo ci fa capire quanto in realtà sia umano questo personaggio.

Tre supereroi, tre addii nel momento più “umano” della loro vita. Sarà difficile andare avanti senza questi vecchi amici.

 

Avengers Endgame: E adesso?

Mille spunti per il futuro quelli che ci hanno dato in Avengers Endgame. Al di là dei più scontati quali gli Asgardiani della Galassia, la nuova serie tv prevista dalla piattaforma Disney+ con Soldato d’Inverno e Falcon, e i vari sequel già annunciati, sono tre i progetti che ci incuriosiscono di più.

Partiamo da quello che ci confonde maggiormente. Se Visone è morto, come si inserisce la nuova serie WandaVision di Disney+? Rumors parlano di una serie ambientata negli anni ’50 ma come è possibile? Per il momento sappiamo solo che si basa su alcuni fumetti e, poiché ci fidiamo della Marvel, daremo loro il beneficio del dubbio.

Una delle serie più attese è sicuramente quella incentrata su Loki. Se fino a settimana scorsa avremmo pensato a una serie prequel, dopo che la versione alternativa del passato di Loki è scappata con il Tesseract possiamo aspettarci qualunque cosa. Non vediamo l’ora di rivedere il nostro mellifluo dio dell’Inganno preferito.

Il terzo spunto, che vi abbiamo già anticipato, è la presenza del ragazzino di Iron Man 3 al funerale di Tony. Girano voci secondo cui i tre rintocchi alla fine dei titoli di coda assomiglino molto al rumore che faceva Tony quando costruiva la sua armatura. Questa potrebbe essere un’anticipazione del fatto che qualcun altro potrebbe prendere il suolo di Iron Man in futuro. E la presenza del ragazzino potrebbe far pensare che si tratti proprio di lui.

Probabilmente il ragazzo dovrebbe avere più o meno la stessa età di Peter Parker, perciò potrebbe essere davvero interessante vedere interagire i due figliocci di Tony Stark.

Altri hanno riconosciuto invece tre rintocchi, come l’addio ai tre personaggi che ci hanno lasciato in questo film. C’è infine chi sostiene che sembrano i rintocchi alla fine della ricreazione come a dire “ora si torna a lavoro, vi aspettano altre sorprese in futuro”.

Conoscendo la Marvel, indipendentemente dal significato reale di quel rumore, siamo quasi certo che sia qualcosa di intrigante e che, una volta scoperto di cosa si tratta, ci verrà da esclamare “ma era ovvio”!

 

Vi lasciamo con il trailer di Avengers Endgame e fateci sapere come superate questi addii perché noi non siamo convinti di potercela fare.

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