GRAN PREMIO DEL BAHRAIN F1 2019: HAMILTON VINCE UNA GARA PERSA DALLA FERRARI


Tutto. Si poteva immaginare tutto tranne ciò che è successo in Bahrain. Hamilton vince una gara ricca di colpi di scena, quasi tutti marcati Ferrari, e si avvicina alla vetta della classifica mondiale, ora distante solo un punto (Bottas 44, Hamilton 43). La Ferrari perde una vittoria quasi sicura con Charles Leclerc a causa di un malfunzionamento della parte ibrida del motore del monegasco, mentre Vettel sbaglia e ripiomba nei fantasmi del passato. Dietro ai top team, lotta serratissima e spettacolare, con Renault che perde due sicuri piazzamenti negli ultimi giri. Sorprendente il debuttante Norris su McLaren che si mostra capace di exploit sia in qualifica che in gara. Giovinazzi non pervenuto.

Hamilton è un campionissimo. Se poi esiste la fortuna, beh, diciamo che arride tantissimo all’inglese: il suo Gran Premio del Bahrain è stato sì solido, ma non aveva l’auto migliore. Eppure è riuscito ad agguantare la vittoria, battendo i rivali della Ferrari. Si dimostra “onesto intellettualmente” quando, nel momento in cui sorpassa Leclerc col guasto al motore, sembra quasi fare un cenno di scuse con la mano e, anche poco dopo, sul podio, dichiarando che, pur dando l’anima, non era riuscito ad avvicinarsi al giovane pilota della Ferrari. La vittoria, anzi la doppietta, è però sempre Mercedes, che vince anche quando non dovrebbe. D’altronde, al netto della frase di Enzo Ferrari (“l’auto perfetta è quella che si rompe dopo il traguardo”), l’auto deve arrivare alla fine della gara e la Ferrari, in Bahrein, ci è arrivata, ma come terzo e quinto posto.

Già, Ferrari. Difficile partire da un punto preciso. Di sicuro, si può affermare di aver trovato un pilota costante, velocissimo, bravo nei duelli e nei sorpassi e, perché no, nella gestione delle gomme e della gara. Non stiamo parlando di Sebastian Vettel, bensì di un 21enne di Monaco, quel Charles Leclerc di cui si parlava un gran bene in passato e che ora ha dimostrato di che stoffa è fatto. Paragonandolo a Verstappen, sembra un veterano per la lucidità nei sorpassi e per la velocità agonistica dimostrata: ha siglato pole e giro veloce, dimostrando di avere nel piede almeno 3 decimi sul compagno di squadra, almeno in Bahrain. Eppure, “la dea delle corse”, se esiste, ha voluto impartire una bella, severa, lezione al monegasco, che assume il sapore della beffa vista la superiorità dimostrata lungo il week end: guasto al motore e addio sogni di gloria. Questo ragazzo ha sfoderato una prestazione cristallina: partenza buona, ma non eccellente (bravo Vettel, almeno alla partenza), Charles viene tramortito dall’1-2 di Vettel e Bottas, resiste al K.O. tentato da Hamilton e si mette subito a macinare giri veloci; in poco tempo, recupera, svernicia Bottas e realizza un bellissimo sorpasso all’esterno su Vettel, riprendendosi la leadership. La strategia è sicura, pronta a rintuzzare gli attacchi di Hamilton, eppure tutto questo non è bastato per vincere. Troppa enfasi? Problemi di raffreddamento della Ferrari? Forse era per questo che la Ferrari andava piano in Australia, per evitare guasti? Tutto verrà a galla con il tempo. Di sicuro, c’è che se Charles Leclerc rimane su questi livelli, può battere Hamilton e scrivere bei capitoli della Formula 1. Auto permettendo, chiaramente.

Altre considerazioni sulla Ferrari saranno oggetto di numerosi approfondimenti e tanti esprimeranno la loro opinione. Vettel, ormai, è in crisi: i gatti neri probabilmente cambiano strada e anche la sfi*a compie riti apotropaici quando lo vedono. Al netto dei baffi imbarazzanti alla “Ned Flanders”, Vettel è irriconoscibile: continua a commettere errori che non ci si aspetta da un quattro volte campione del mondo. Perde i duelli corpo a corpo, ma soprattutto va in testacoda con una facilità disarmante: l’episodio è quello dopo aver subito il sorpasso da Hamilton all’esterno di curva 4, con il tedesco della Ferrari che senza alcun contatto con avversari o ostacoli, puff, si gira come una trottola. A ciò, che già di per sé è assurdo, si aggiunge il fatto che dopo tre curve perde persino l’ala anteriore, che si disintegra in pieno rettilineo e gli rovina il fondo dell’auto. Addio secondo posto (e anche la vittoria visto il guasto occorso a Leclerc), il quinto posto è il massimo raggiungibile. Jacques Villeneuve azzecca l’analisi sul pilota tedesco quando dice “di solito Vettel aspetta Singapore per fare questi errori”. Vettel va recuperato, dategli uno psicologo, un motivatore, un allenatore, qualcuno che lo faccia rinsavire. Prende 50 milioni di dollari di stipendio, forse conviene a tutti, Formula 1 compresa, recuperare un pilota come lui. Altrimenti non ci resta che invocare il ritorno di un Alonso o, perché no, l’arrivo di un Hulkenberg.

In fin dei conti, dietro ai top team si sono piazzati Norris e Raikkonen, ma solo perché le due Renault si sono ritirate clamorosamente negli ultimi giri. Hulkenberg sta letteralmente spazzando via il compagno di squadra Ricciardo (un signor pilota) sia in qualifica che in gara: questo dovrebbe far aprire più di qualche occhio agli addetti ai lavori e magari qualche team principal potrebbe offrirgli un’opportunità. Al netto di qualche errore, si dimostra professionale, veloce e costante, soprattutto nei piazzamenti a punti, lottando spesso come primo degli “altri”: l’ex Force India è in affanno, la Haas lotta contro sé stessa, l’Alfa Romeo ha solo un pilota (dispiace molto per GIovinazzi, ma al momento è così), Toro Rosso è motorizzata Honda e McLaren si sta aggrappando più agli eventi che all’auto per arrivare davanti agli avversari. Hulk meriterebbe sedili più prestigiosi, soprattutto perché ci sono diversi giovani che stanno facendo molto bene (Norris su tutti, ma anche Albon).

In conclusione, possiamo attendere con trepidazione le prossime gare perché, di certo, se la Ferrari ripara i suoi malanni e Leclerc si dimostra così performante, ci sarà dello spettacolo vero!

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